martedì 5 ottobre 2021

Z come zZz

 Amiche ed amici del Rifugio, il blog chiude.

Avendo deciso di farlo già da tempo, ho scelto di farlo nello stesso giorno in cui lo aprii, il 5 ottobre. Era 2008, e le parole del post di apertura furono le seguenti:

«Ciao amici,

mi chiamo Roberto e ho appena aperto questo spazio sul web.

Questo sarà il mio rifugio, per parlare, anzi scrivere, delle mie passioni: la scrittura, la lettura, la musica, lo sport e altre ancora che di volta in volta verranno chiamate in causa.

Nel mio rifugio cercherò di accogliere anche gli internauti che vorranno farvi tappa e che avranno voglia di condividere con me quelle passioni.»

Le motivazioni, i saluti ed i ringraziamenti li avevo già scritti alcuni mesi fa, alla lettera D come Desistenza, pertanto non sto a ripetermi ma, se ve li siete persi, potete leggerli qui.

So già che il Rifugio mi mancherà, come mi mancheranno le persone che di tanto in tanto, in questi tredici anni, hanno lasciato i loro commenti.

Ognuno di voi è stato importante per la mia persona.

Un abbraccio.

Ciao.

lunedì 27 settembre 2021

X e Y come X e Y

Incognite per eccellenza, ma anche variabili.

E allora lasciamole stare, non aggiungiamo niente al fascino del loro mistero.

martedì 21 settembre 2021

Un anno fa avvenne


Con la luce di una debole lampada da scrivania che si diffonde nella mia stanza, quella che io chiamo "della tranquillità", scrivo per una delle ultime volte sul blog.
Mi andava di farlo perché oggi Incontro al mattino compie un anno. 
Niente a che vedere con l'età dei suoi fratelli maggiori, basta pensare alla quasi maggior età di Quattro passi, ma il traguardo è importante, almeno per me o, forse, soltanto per me.
In ogni caso mi andava di festeggiarlo, e di farlo qui, nella consueta calma del Rifugio.

sabato 11 settembre 2021

W come WhatsApp

C'è poco da fare, ha stravolto il nostro modo di comunicare, mandando in pensione telefonate ed email, che resistono, ma ormai solo per questioni importanti.

È comodo, se vogliamo anche discreto se utilizzato in modo intelligente e corretto, ma un conto è parlare e un conto è messaggiare. Sì, d'accordo, c'è anche il messaggio audio, ma è comunque una differita, alla quale si risponde con un'altra differita.

Ci misi un po', qualche anno fa, a capire questa App. Quando non l'avevo, stentavo a comprenderne il funzionamento, ma poi dovetti mettermi al passo con i tempi.

La spunta grigia, la doppia spunta grigia, la doppia spunta blu. 

E se la spunta grigia non diventa mai doppia, beh, allora capisci che, probabilmente, sei stato bloccato, e allora sono dolori!

«Chiamami!» non esiste quasi più, sostituito da «Mandami un Whatsapp!»

Che piaccia o no, questo è il presente. 

Chissà cosa ci riserverà il futuro, fra qualche tempo.




domenica 5 settembre 2021

V come Vivi

Qualche anno fa mi divertivo a scrivere testi che poi adattavo a musiche di canzoni già note e che mi piacevano particolarmente. In sostanza sostituivo il testo originale con quello che avevo scritto io. Poi le cantavo per sentire che effetto faceva. Vivi, di cui parlo in questo post, l'adattai sulla musica di una canzone dei Nomadi (cari Nomadi, lo so che non si fa, ma perdonatemi se potete, non avete nulla da temere). Lo spunto mi venne guardando ballare gente della seconda età ad una festa locale. Mi colpì la loro voglia di vivere, di divertirsi, al di là degli acciacchi e dei problemi quotidiani. Inizialmente ne scrissi un breve racconto e da quello ne ricavai una canzone, un invito ad amare la vita e chi di questa vita fa parte, in una dimensione in cui questi due amori si fondono, dando origine ad una sola realtà.

Qui...

martedì 31 agosto 2021

U come Uomo no

Con la lettera U torno alla musica, con una canzone di Renato Zero, Uomo no, una di quelle canzoni che mi piacerebbe cantare durante le serate, ma che alla fine non farò mai, perché non ha i ritmi giusti del divertimento. Allora me la canto quando sono da solo e me la ascolto ogni tanto.
Copio e incollo il testo: poche parole, tanto contenuto. 
Leggetelo durante l'ascolto.

Spirali, di fumo
Nell'ombra di una stanza
L'insegui con gli occhi
Fiutando la speranza
L'anno del mai
Comincia per te
Fuggi dal mondo
Che mondo non è
La strada, più breve
Dimenticare chi sei tu!
Dormire
Per un po'
E sognare di esistere
Se non hai
Non hai più
Un motivo per vivere
Uomo, no!
Il buio, no!
Perché, figlio della luce sei!
Perché ali per volare hai
Perché ritrovarti un giorno puoi
Lascia ai mercanti, senza Dio
Quell'oncia in più d'oblio
Sicari
Vampiri
Di cui, non puoi far senza
Si vende
La morte
A un grammo la coscienza!
L'anno del mai
Sta certo, verrà!
E una manciata
Di terra cadrà
Uomo, no!
Il buio, no!
Perché, tu non guardi intorno a te?
Perché, una mano tesa ancora c'è
Perché, muori schiavo, ed eri un re?
Anima, non gettarti via
Vivi la tua poesia!

                    

venerdì 27 agosto 2021

T come Teatro

Quella del teatro è stata un’esperienza che ha dell’incredibile.

Non posso dire di essere un amante del teatro. Ho visto poche rappresentazioni e, fra queste, ancora meno recitate da professionisti. Potrei affermare con certezza di essere al di fuori di quel mondo.

Eppure quando fui chiamato per occuparmi di questa attività, si parla comunque di ambito parrocchiale, niente di più, mi ci buttai a capofitto.

Era una bella sfida, perché mi sentivo come una persona che non ha mai giocato a calcio chiamata ad allenare una squadra di calcio, per di più chiamata a sostituire un allenatore che aveva vinto, con la sua squadra, tutto quello che c’era da vincere.

Non ricordo nemmeno più il motivo per cui fui interpellato, ma accettai di buon grado, consapevole del fatto che ci sarebbero stati inevitabili confronti col passato, ma anche che ogni partita fa storia a sé.

Fu bello coinvolgere in quel progetto altre persone e, con quelle persone, vedere crescere una vera squadra, di prova in prova, tanto che alla fine, a prescindere dall’esito dello spettacolo, dispiaceva a tutti che quella prima avventura fosse finita.

Quella prima esperienza fu una vera e propria cavalcata. Scrivendo, insieme ad altri, quello spettacolo, cercammo di portare quello che ognuno di noi aveva dentro. Così rappresentammo prosa, poesia, canto e balli con una particolarità: non c’erano primi attori e comparse, ma tutti erano protagonisti.

Provai ogni sorta di emozione e, forse per la prima volta, mi accorsi di quanto fosse bello cercare di mettere gli altri nella condizione di esprimersi al meglio, piuttosto che cercare di essere al centro di una scena. Un lavoro proprio dietro le quinte, con la scrittura, l’adattamento, l’organizzazione, la ricerca di persone di buona volontà per mettere in piedi e costruire, anche materialmente, tutto quello che c’era da fare.

Non mancarono certo le arrabbiature, perché, non essendo una compagnia teatrale, alle

martedì 24 agosto 2021

S come Sogni


La lettera S è l'iniziale di varie parole molto belle. Fra le altre, a mio parere, tre su tutte: 

Speranza, Silenzio, Sogni.   


E' difficile sceglierne una sola. 
La speranza si dice che sia l'ultima a morire. Sono portato a pensare che l'ultima a morire, spesso, sia l'illusione.             
Ho finito per scegliere una frase di Gibran, che raccoglie le altre due:
"La notte è silenziosa e nel suo silenzio si nascondono i sogni."
La trovai in uno di quei famosi cioccolatini e mi dette uno spunto per la storia narrata nel romanzo Nel mezzo della notte .
Nel silenzio spesso riusciamo a capire qualcosa in più di noi stessi, i sogni sono quelli che ci permettono di andare avanti.                                             




 

venerdì 20 agosto 2021

R come Ridere

Una risata è terapeutica.

Ci sono giornate in cui sembra che tutto vada storto, quelle in cui si dice che ci si alza con il piede sbagliato.

Ma basta poco, una battuta con un collega, una situazione comica inaspettata, una parola fraintesa che dà il via a equivoci a catena, ecc., e tutto cambia.

Si comincia a ridere a crepapelle, e più si cerca di trattenersi, perché ci si trova in un luogo dove non si può lasciarsi andare totalmente, più viene da ridere.

A volte viene da ridere soltanto vedendo ridere qualcun altro, così, senza un vero motivo.

Gli occhi cominciano a lacrimare, la faccia si deforma, gli addominali cominciano a lavorare, il suono strano della risata esce dal nostro corpo, per terminare con un “ohi, ohi, ohi!” che non è dolore, ma soddisfazione piena.

Che faticaccia, che sudata!

E se tenti di raccontare quello che è successo? È inutile, non fa ridere nessuno!

Perché quel momento è unico e irripetibile.

Ma quant’è bello ridere!

 

 

 

sabato 7 agosto 2021

Q come Quattro passi

Beh, perdonatemi, ma non poteva che essere così!

Da lì è partita un'avventura incredibile, che mi ha fatto domandare Ma davvero?, che mi ha sorpreso ma che mi ha fatto scoprire qualcosa di inaspettato e di bello che era dentro di me. 

Bastava portarlo alla luce del sole, ma non era né facile né scontato.


Quel libro, regalato a mia figlia per il suo undicesimo compleanno, è stato la chiave per aprirmi. Quello che è avvenuto dopo, nel corso degli anni, lo devo a quei Quattro passi iniziali.


 

martedì 3 agosto 2021

P come Preghiera

La preghiera

(Tratto da il Profeta, Kahlil Gibran)

Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della preghiera.
Ed egli rispose, dicendo:

Voi pregate nelle angustie e nel bisogno; ma io vorrei che voi pregaste anche nella gioia piena e nei giorni dell'abbondanza.
Poiché che altro è la preghiera se non l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
Ed è a voi di conforto versare nello spazio la vostra oscurità, ed è anche per voi di diletto versare nell'esterno la gioia mattinale del vostro cuore.
E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi spinge alla preghiera, essa dovrebbe spingervi, comunque, fino al punto che attraverso le lacrime spunti il sorriso.
Quando pregate voi vi innalzate a incontrare nell'aria tutti coloro che in quel medesimo istante sono in preghiera, che mai, se non nella preghiera, potreste incontrare.
Perciò non sia questa vostra visita a quell'invisibile tempio che estasi e dolce comunione.
Poiché se intendeste entrare nel tempio non per altro che per chiedere, non ricevereste nulla.
E se entrate per umiliarvi, non sareste innalzati.
E se anche voleste entrare per intercedere per il bene di qualcun'altra non sarete esauditi.
Basta già che voi entriate nell'invisibile tempio.
Io non posso insegnarvi parole di preghiere.
Dio non ascolta le vostre parole, a meno che non le pronunci attraverso le vostre labbra.
Ed io non posso insegnarvi la preghiera dei mari, delle foreste, delle montagne.
Ma voi, nati dai monti, dalle foreste e dal mare potete ritrovare nei vostri cuori la loro preghiera.
E se solo state in ascolto nella quiete delle notti udrete mormorare:
"Dio nostro, che sei la nostra ala, è la tua volontà che vuole in noi,
è il tuo desiderio che desidera in noi,
è il tuo impulso in noi che può trasformare le nostre notti, che sono anche le tue notti, in giorni che siano anche i tuoi giorni.
Nulla possiamo noi chiederti, poiché tu conosci le nostre necessità prima ancora che nascano in noi:
Sei tu la nostra necessità; e nel darci più di te stesso, tu ci dai tutto".


domenica 25 luglio 2021

O come Oppure

In questi giorni sarebbe istintivo parlare di Olimpiadi, la manifestazione sportiva per eccellenza, con atleti provenienti  da tutto il mondo i quali, in nome dello spirito di partecipazione, andranno a caccia di quelle medaglie che li proietteranno nella storia dello sport.

Anche chi solitamente non segue lo sport, si lascia catturare dalle Olimpiadi e da quelle discipline sportive di cui non sa niente ma che, forse solo per curiosità o per capirci qualcosa, comincerà a seguire con spirito olimpico.

No, non parlerò di questo, ma di una parola che appartiene al nostro vocabolario, un po' anonima, quasi invisibile: Oppure.

Mi piace perché sa offrire un'alternativa.

giovedì 22 luglio 2021

N come Neve

Può sembrare paradossale parlare di neve con il caldo che dobbiamo sopportare in questo periodo, ma proprio per questo motivo, pensando a qualcosa di fresco per alleviare queste giornate torride, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la neve.
Comunque non ne parlerò, metterò solamente un brano che scrissi un po' di tempo fa ed una canzone.

(Da Nel mezzo della notte, 2005).


Cominciarono a guardarsi intorno: tutti i luoghi circostanti erano bianchi, innevati come mai prima di allora era accaduto.

Il panorama che si presentava ai loro occhi era di una bellezza incomparabile. Non avevano mai visto la neve e quella vista li lasciò senza fiato.

Tutta la valle era imbiancata; le strade erano praticamente invisibili ricoperte dall’abbondante strato di neve. I tetti delle case erano riconoscibili solo perché si vedeva uscire il fumo dai comignoli, altrimenti si sarebbero confusi con il resto del paesaggio. Più lontano un vecchio treno viaggiava lasciando nell’aria una striscia di fumo ed il rumore del suo tipico fischio. Gli alberi si erano totalmente nascosti sotto quella immensa distesa bianca, interrotta solamente dal lento scorrere di un fiume.

 

martedì 20 luglio 2021

M come Momento

Hai mai avuto il tuo momento? Quella frazione di tempo che sembra essere arrivata proprio per te. Il tuo momento di gloria, quello dopo il quale non ce ne sarà un altro altrettanto bello, intenso, emozionante, gratificante, insomma, un momento unico! 

Ho provato a pensare alla mia reazione ad una simile domanda.

E mi sono detto: «Se ci penso vuol dire che sono convinto di non averne avuti o di averne avuti vari, ma nessuno di quelli è stato veramente il “mio”. Se ne avessi avuto uno, veramente “mio”, non avrei bisogno di andare a cercarlo nella memoria, saprei benissimo quale sarebbe stato.» 

Allora avanti con la domanda. Me la faccio da solo.

«Ben, hai mai avuto il tuo momento?»

Risposta:

«Sì, si chiama vita e dura tuttora.»

Mi piace la frase citata qui sotto. Un augurio per tutti noi.

domenica 18 luglio 2021

L come Lacrime

Una delle immagini più belle dei Campionati Europei di calcio è l’abbraccio tra Mancini e Vialli dopo la fine della vittoriosa finale.

Si abbracciano e piangono. Abbraccio e lacrime.

Tanti sono gli stati d’animo che fanno fuoriuscire le lacrime: dolore, sofferenza, rabbia ed ogni altra sorta di emozione, ma io vorrei soffermarmi sulle lacrime di gioia.

Spesso mi sono chiesto: ma non potremmo ridere quando si sprizza gioia da tutti i pori? E invece, il più delle volte, si piange e le lacrime diventano irrefrenabili.

Lacrime che assumono tanti significati.

Nella mia vita ho piante rare volte, per lo più per momenti dolorosi, ma ho anche assaporato il gusto delle lacrime di gioia.

Altre volte l’ho fatto di nascosto, perché mi vergognavo un po’, per motivi molto più leggeri ma che assumevano un significato importante in quel determinato contesto.

Mi commuovo spesso davanti all’emozione e alle lacrime di uno sportivo o di una squadra che mi stanno a cuore. Capisco anche le lacrime di chi non ce l’ha fatta.

E queste ultime le capisco bene, perché nelle mie brevi esperienze sportive, ho vissuto vari secondi posti.

L’abbraccio e le lacrime di Mancini e Vialli, viste in Tv la sera della finale, hanno risvegliato in me tante emozioni, facendomele ricordare e, in parte, rivivere.

L’abbraccio per me ha tanti significati importanti (quanto mi mancano gli abbracci!), e quelle lacrime mi hanno fatto immedesimare in loro.

L’abbraccio di un amico, il risultato di un lavoro svolto guidando altre persone, non senza aver trovato ostacoli lungo il cammino.

Sì, comprendo bene il valore di quelle lacrime.

giovedì 15 luglio 2021

K come Karaoke

Il 2010 fu per me un anno importante, pregno di novità.

Fra queste ricordo con piacere di aver intrapreso un’avventura canora che continua ancora oggi.

Tutto cominciò per caso, quando fui invitato a fare delle prove per cantare alla festa prenatalizia dell’associazione di volontariato di cui faccio parte.

Il cammino cominciò insieme ad altri volontari, ma ben presto, vuoi per le prove, vuoi per la costanza che serviva nel portare avanti il discorso, rimanemmo in due: Giancarlo ed io.

Ci siamo trovati subito bene insieme e abbiamo cominciato a divertirci, e anche parecchio.

Così, nel corso del tempo, di amico in amico dell’amico, ci siamo “allargati” ad altri eventi, feste, cerimonie, cene, pizzerie, bar, ecc.

Abbiamo scoperto di quanto fosse bello cantare insieme e farlo per far divertire le persone che assistevano o che avevano voglia di cantare insieme a noi o da soli.

Quello di far divertire il pubblico, divertendoci, è sempre stato il nostro scopo principale. Non siamo mai stati tentati dal cantare per gloria personale, per l’applauso fine a noi stessi. Abbiamo sempre puntato più sulla simpatia che sulla bravura, tanto da lasciarci andare a trucchi, travestimenti e parrucche pur di strappare un sorriso e far trascorrere qualche ora in leggerezza.

Qualche anno dopo Simone è venuto a darci manforte e così siamo diventati in tre.

Se prima il divertimento era moltiplicato per due, adesso era moltiplicato per tre.

Le cose le abbiamo fatte sempre seriamente, ma senza prenderci sul serio.

Abbiamo accettato serate, ma non troppe. Ricordo l’anno in cui ci venne proposto di fare

mercoledì 14 luglio 2021

J come Jump

E infatti salto.

Con la lettera J non ho niente da scrivere. Se voi ce l'avete, lasciate il vostro contributo nei commenti.

Alla prossima (cioè la K). 



martedì 13 luglio 2021

I come Incontro al mattino

Dei romanzi che ho scritto è quello che mi piace di più, non tanto per la sua trama o per la sua riuscita stilistica o linguistica, ma per il modo in cui è nato.

È anche il romanzo che non ha avuto presentazioni, per cui non ho potuto parlarne in pubblico.

Avevo il desiderio di completare una doppietta. Mi spiego meglio.

È il sesto libro (in realtà è un ebook, ma concedetemi il termine, per semplificare).

In due ho parlato di una persona e del suo cammino.

In due ho parlato di un personaggio e delle sue avventure.

Mi mancava l’ultima doppietta per altri personaggi e Incontro al mattino l’ha completata. Per il momento, perché staccarsi dai “miei” personaggi è sempre stato difficile per me, tanto da non riuscirci del tutto, per cui non escludo a priori una tripletta.

Avevo voglia di scrivere una storia come quella descritta nel romanzo ed ho cominciato a scrivere, senza sapere dove andare a parare. Normalmente, come detto altre volte, inizio qualcosa quando ho ben precisi titolo, inizio e fine. Questa volta non è andata così. Ho iniziato e mi sono lasciato trasportare dai personaggi, percorrendo strade sconosciute, per arrivare ad una meta altrettanto ignota.

Avevo anche il desiderio di trovare il modo di inserire alcuni racconti scritti in precedenza, con la libertà di riadattarli nel nuovo contesto.

Avevo il desiderio di parlare di amicizia e di amore, di andare a scoprire quanto l’una e l’altro possano coesistere e se l’una può trasformarsi nell’altro.

La storia è andata avanti e dopo l’inizio è arrivato il titolo e poi anche il finale che non

sabato 10 luglio 2021

H come Home


 È muta.

Eppure si fa sentire forte quando manca e non dovrebbe, soprattutto sui social.

Di questa lettera mi piace la sua silenziosa disponibilità: aiuta le altre e cambia tutto se lei c'è, significati e suoni.

Dovendo scegliere, mi affido ad una parola di un'altra lingua: Home, proprio come il titolo della canzone con la quale vi lascio.

lunedì 5 luglio 2021

G come Gioia

(Da La chiusura del cerchio, 2016)

Sul tuo blog, poco tempo fa, scrivesti un post dal quale vorrei estrapolare solo alcune righe, proprio perché tu, in determinati momenti, ne faccia memoria e tesoro.

"In questi anni sono successe tante cose e sono avvenuti tanti cambiamenti: da una riflessiva sedentarietà che si conciliava con la scrittura ad una vita meno immobile, spesso a contatto con altre persone, che non si concilia con la scrittura. Dal silenzioso blog ai decibel della musica. Dalla voce dei pensieri alla voce dei ragazzi. Dalla luce di una lampada da scrivania che illumina la notte alla luce di una sirena che squarcia il silenzio della notte. 

In attesa dei prossimi cambiamenti che il futuro riserverà."

 Perché è questa la sensazione che provi da un po’ di tempo: che in te sia in atto un ulteriore cambiamento, che un altro periodo stia per chiudersi per lasciare spazio a qualcosa di nuovo e di sconosciuto.

...

La sensazione che provi è che manchi poco alla chiusura del cerchio, ma questo non significa che, una volta chiuso, tutto quello che contiene resti soltanto un ricordo.

Tu puoi chiudere il cerchio, ne hai la possibilità, ma credo che tu non voglia affatto che il cerchio si chiuda. In cuor tuo speri che resti aperto e che sia tu a mantenerlo tale, o che qualcuno, leggendo queste pagine, lo riapra svegliandosi d’un tratto come è capitato a te, dando credito a quella vocina interiore che tenta di farsi sentire e che vuole uscire allo scoperto tramutandosi in un grido.

Credo che tu voglia far capire quanto sia bello assecondare determinati cambiamenti e quanto sia possibile che ciò avvenga, nonostante l’incredulità, le difficoltà, la fatica, gli ostacoli.

Credo che tu voglia far capire quanto sia bello mettere al servizio di altri i doni ricevuti, mettere a frutto ciò che abbiamo già, piuttosto che inseguire quello che non abbiamo. 

Credo che tu voglia far capire quanto sia bello, dopo tutto questo, lo stato di benessere che resta dentro di te e che non è fine a se stesso. Non ne sei certo, ma credi che questo si avvicini molto al significato della parola “gioia” che hai letto nelle Scritture.

domenica 20 giugno 2021

F come Fumetti

Calda e afosa domenica di giugno, casalinga, in attesa della partita della nazionale. Decido di scrivere qualcosa per passare un po' di tempo, così riprendo la rubrica Alfabetario.

Oggi lettera "F". Cosa c'è di più semplice? F come fiducia, F come Fede. La fai facile, caro Ben! Parlare, ops, scrivere di Fede su un blog. Ma ti pare il luogo adatto? No, non si può. 

Sembra di vivere le parole della famosa canzone: Quelle domeniche da solo... neanche un prete per chiacchierar". È proprio così, è la realtà.

Allora andiamo sul leggero. Ma sì, in fondo è estate, periodo durante il quale le letture sono leggere e le canzoni sono fresche come le bibite e i gelati.

F come Fumetti.

Ok, ci sto.

Chi di noi non ha mai letto un fumetto? Molti anni fa divoravo i Topolino, i Supereroi dai disparati nomi, poi, un po' più grandicello i Monello, gli Intrepido, che erano già un po' più complessi.

Il mio preferito, comunque, era Paperinik, al quale assomigliavo in un particolare: come lui, ero sfigato (si dice così oggi, no?) nella vita. 

Lui, però, cambiando d'abito, si riscattava. Io no, non avevo abiti alternativi, né maschere.

Ma quei tempi sono finiti. E aggiungo: Grazie a Dio. O, come direbbero altri: per fortuna.

Ultimamente sono stato incuriosito da un tipo di letteratura fino ad ora sconosciuta: la

martedì 1 giugno 2021

E come Esseri umani

Oggi ho voglia di scrivere, pertanto mi affaccio nuovamente al Rifugio riprendendo la rubrica Alfabetario. È la volta della lettera "E".

Con questa lettera ho pensato di scrivere qualcosa riguardo all'essenzialità, partendo dalla frase  tratta da Il Piccolo Principe: "L'essenziale è invisibile agli occhi". Questo mi ha portato a pensare alla canzone "L'essenziale" di Marco Mengoni che, a sua volta, ha fatto rivolgere la mia mente ad un'altra sua canzone: "Esseri umani".

E su questa mi sono soffermato.

Non è la prima volta che prendo spunto da questa canzone, leggi qui, perché a volte le canzoni non sono solo... canzoni. Il testo è meraviglioso.

Buon ascolto e buona visione.

E cosa che non guasta...

sabato 1 maggio 2021

D come Desistenza

 

Care Lettrici e cari Lettori del Rifugio,

da tempo sto pensando di mettere in pausa il blog e da tempo sto rimandando questo momento.

Aprii questo blog nel 2008 e dopo quasi tredici anni sono ancora qui, a differenza di altri compagni di viaggio che ho incontrato per le strade del web, con i quali ho condiviso pensieri, parole ed emozioni e le cui pagine virtuali si sono spente da tempo.

Ho cercato di portarlo avanti, mettendolo in pausa altre volte in passato, secondo la disponibilità che mi era possibile, ma la “linea editoriale” che scelsi all’inizio non era delle più semplici. Proporre argomenti partendo dai propri sentimenti e dalle proprie emozioni, e non dalla cronaca che li suscitava, mi ha fatto incontrare notevoli difficoltà, prima fra tutte quella di coinvolgere ed interessare i lettori per farli partecipare attivamente alla vita del blog.

È difficile portare avanti argomenti sottovoce, addirittura nel silenzio, quando il mondo intorno a noi è tutto un grido. Il mondo dei blog, almeno quello del mio, è un mondo ovattato, mentre sui social ormai è molto più facile gridare, o mettere un “mi piace” ad una foto che fa ridere piuttosto che riflettere e dove è sempre più raro vedere post scritti personalmente, perché la maggior parte utilizza i link di qualcosa scritto da altri.

Piano piano i commenti sono diminuiti, fino ad essere quasi assenti, e se la partecipazione è mancata è dipeso soltanto da me.

Sono fuori dal tempo e ritengo sia inutile rimanere attaccato a qualcosa che non è più quello di quando ero partito e che non ho saputo né voluto rinnovare, fedele alle intenzioni iniziali, nella buona e nella cattiva sorte. Quello che è stato, lo è stato dall’inizio fino a qui.

Il Rifugio è diventato troppo silenzioso per me.

Ho l’impressione di scrivere per me stesso, tanto vale non farlo qui. 

Avete letto il sottotitolo? Sono cambiate due parole.

Il Rifugio resta aperto per chi vuole continuare a leggere i suoi contenuti.

Per quanto mi riguarda, quando me la sentirò di nuovo, vorrei continuare l’Alfabetario per portarlo a termine.

E se il buon Dio mi farà trovare ancora l’ispirazione, inserirò quello che riuscirò ancora a scrivere e che sia condivisibile.

Per ora mi fermo qui.


Ringrazio tutti voi che avete visitato il Rifugio: 

chi si è affacciato, 

chi ha letto,

chi è stato più attivo.

A tutti voi il mio Grazie ed il mio più caloroso abbraccio.

 Ciao.

                            Ben

                         

martedì 27 aprile 2021

C come Cinzia? Forse sì, o forse no.

Anche per la lettera C, stesso dilemma. Non è affatto semplice scegliere una sola parola.

Per esempio come potrei sorvolare su C come Cinzia? È la donna della mia vita, il mio tutto, ma proprio per questo motivo ritengo che un post, per lei, sia troppo riduttivo.

Potrei allora andare su C come Chiusura del Cerchio, ma se non è bastato quell’ebook per far Capire cosa intendevo dire con quelle pagine, Cosa potrei aggiungere in un post di poche righe, a distanza di Cinque anni, per dare qualche informazione in più. Come dicono i Cantanti: le Canzoni non vanno spiegate.

C come Canzone. Ognuno di noi ha una Canzone del Cuore, ma di canzoni ho già parlato qualche post fa.

Hai notato quante C?

Però, pensando, mi sono avvicinato ed ho trovato la C di oggi.

C come Concerto.

Per la verità sarebbe più appropriato scrivere C come Concerti, perché due in particolare sono stati importanti per me. Il primo, mancato, ha cambiato la mia vita.

Era il lontano 1985 ed io ero in attesa di partire per il servizio di leva. Frequentavo Cinzia ed aspettavo il momento buono per dichiararmi. Avevo pensato che quel momento avrebbe potuto essere il concerto...

venerdì 23 aprile 2021

B come Batteria

B come blog? Meglio di no, mi verrebbe di parlare di tutte le volte che penso di chiuderlo.

B come Ben? No, può sembrare troppo autoreferenziale.

B come Bello, Bene Buono? No, un grande rammarico, se tutte e tre insieme.

B come Benassi? No, ce ne sarebbero troppe da raccontare.

B come Boh? No, speriamo di no.

Allora mi butto su uno dei primi sogni, se non il primo, di quando ero bambino: la Batteria.

Ecco, B come Batteria.

Quando ero piccolo sognavo di suonare questo strumento. Quando ascoltavo la musica riuscivo a concentrarmi solo sulle percussioni, il resto era come se non ci fosse più, e agitavo le braccia come se stessi suonando l’aria.

giovedì 22 aprile 2021

Giornata mondiale della terra

Mi sono venute in mente le parole di Papa Francesco.

Nella sua enciclica «Laudato si'» del 2015, iniziava così.

 1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».

2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla […] Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.


Ne parliamo, ne riparliamo, ma in concreto cosa facciamo?


martedì 20 aprile 2021

Sembra facile

Scegliere una sola parola per lettera non è facile! 

Me ne sto rendendo conto, ancora di più, pensando alla "B".

Con la "A" ho scelto la parola Amore, ma altre potevano essere prese in considerazione. Nel post precedente ho già scritto che Amicizia e Abbraccio erano altrettanto invitanti. 

Ma anche Abetone evoca in me ricordi bellissimi, per esperienze vissute lì, insieme a gruppi di ragazzi, di cui avevo già avuto modo di parlare. Leggi qui.

E se fossi tu a scegliere, quale sarebbe la tua parola che inizia con la "A"?

Non siate timidi, inserite i commenti.

A... presto.

domenica 18 aprile 2021

A come Amore

Oggi desidero aprire una nuova rubrica, dal titolo "Alfabetario".

Per ogni lettera dell'alfabeto sceglierò una parola su cui fare una riflessione o che mi ha destato curiosità o di cui parlare, a prescindere dall'importanza che quella parola può avere o assumere. Spero di poter coprire tutte le lettere! 😄

Si parte subito con una parola alquanto difficile: Amore. 

Sono stato un po' indeciso. Con la "A" ci sono altre parole che per me hanno un'importanza particolare. Due su tutte: amicizia e abbraccio.

L'amore è stato dibattuto fin dai tempi dei tempi, cosa posso aggiungere io? Niente. 

Ne ho già parlato in passato, qui al Rifugio o nei miei libri, o durante lo svolgimento di altre attività "in presenza".

Pertanto, oggi, desidero solo copiare un brano di un libro che ho appena terminato di leggere, "Io amo, piccola filosofia dell'amore" di Vito Mancuso.

domenica 4 aprile 2021

Auguri da Ben & Ben

Si fa quel che si può. 

Siamo stati insieme, abbiamo mangiato, non abbiamo bevuto vini (lo giuro), e abbiamo cantato. Perché in zona rossa, anche le maglie sono rosse, figuriamoci le rose!

martedì 23 marzo 2021

C'è una canzone, per me la più bella

Ho scritto più volte che non ho un genere musicale che preferisco, né un cantante o un autore che apprezzo totalmente, a prescindere.

Le musiche dei Nomadi mi hanno accompagnato per parecchio tempo, così come tante canzoni di Renga, tanto da inserirle, rivisitate, in alcuni adattamenti teatrali che ho curato.

Ma la canzone, per me più bella, non è né rock, né pop, né latino americano o altro genere che si possa trovare nelle classifiche.

Le parole le tengo appese nel mio studio, in un quadretto come quello della foto, pronte ad essere rilette qualora me le dimenticassi.

sabato 20 marzo 2021

La musica evoca ricordi

La musica evoca ricordi.

La morte di Raoul Casadei, incontrastato fuoriclasse del liscio, mi ha fatto ricordare un periodo preciso della mia infanzia. Mi ha fatto ricordare anche che, con la sua musica, ha fatto trascorrere infinite ore felici a milioni di persone, e fra quelle persone ci sarà stato sicuramente una persona a noi cara.

Ricordo quando mia madre cercava di insegnarmi i passi base del valzer e del tango, spostando le sedie e il tavolo di cucina per fare spazio. La musica che girava nel mangianastri, affinché io imparassi, era quella di Casadei.

Qualche anno fa, guardando la gente che ballava durante una festa di paese, pensai di scrivere un raccontino. Lo intitolai "I ragazzi della terza età", proprio come una delle ultime canzoni di quella serata, di un'altra celeberrima orchestra del liscio.

mercoledì 17 marzo 2021

Un anno fa

È trascorso un anno da quando abbiamo fatto conoscenza con il Covid.

Ci ritrovammo, di colpo, in una vita diversa, sconosciuta. La paura ci unì e ci fece provare sentimenti nuovi. Era il periodo in cui ci ripetevamo “Andrà tutto bene” e la gente cantava dai balconi.

In quel periodo anch’io provai a cantare qualcosa, non dal balcone. Lo feci da casa, cantando un frammento di una canzone che volli dedicare a quei ragazzi che mi hanno accompagnato durante un tratto della mia vita, arricchendolo e rendendolo prezioso.

Era il mio modo per dire che non dovevamo sentirci soli, ma momentaneamente distanti, e quella distanza non avrebbe cambiato i nostri sentimenti.

lunedì 8 marzo 2021

Per tutte le donne

  

«La donna racchiude in sé la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto. Da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità.»                                                                

                                                                                        (Papa Francesco)


Evviva le donne!