domenica 18 luglio 2021

L come Lacrime

Una delle immagini più belle dei Campionati Europei di calcio è l’abbraccio tra Mancini e Vialli dopo la fine della vittoriosa finale.

Si abbracciano e piangono. Abbraccio e lacrime.

Tanti sono gli stati d’animo che fanno fuoriuscire le lacrime: dolore, sofferenza, rabbia ed ogni altra sorta di emozione, ma io vorrei soffermarmi sulle lacrime di gioia.

Spesso mi sono chiesto: ma non potremmo ridere quando si sprizza gioia da tutti i pori? E invece, il più delle volte, si piange e le lacrime diventano irrefrenabili.

Lacrime che assumono tanti significati.

Nella mia vita ho piante rare volte, per lo più per momenti dolorosi, ma ho anche assaporato il gusto delle lacrime di gioia.

Altre volte l’ho fatto di nascosto, perché mi vergognavo un po’, per motivi molto più leggeri ma che assumevano un significato importante in quel determinato contesto.

Mi commuovo spesso davanti all’emozione e alle lacrime di uno sportivo o di una squadra che mi stanno a cuore. Capisco anche le lacrime di chi non ce l’ha fatta.

E queste ultime le capisco bene, perché nelle mie brevi esperienze sportive, ho vissuto vari secondi posti.

L’abbraccio e le lacrime di Mancini e Vialli, viste in Tv la sera della finale, hanno risvegliato in me tante emozioni, facendomele ricordare e, in parte, rivivere.

L’abbraccio per me ha tanti significati importanti (quanto mi mancano gli abbracci!), e quelle lacrime mi hanno fatto immedesimare in loro.

L’abbraccio di un amico, il risultato di un lavoro svolto guidando altre persone, non senza aver trovato ostacoli lungo il cammino.

Sì, comprendo bene il valore di quelle lacrime.

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