Una delle immagini più belle dei Campionati Europei di calcio è l’abbraccio tra Mancini e Vialli dopo la fine della vittoriosa finale.
Si abbracciano e piangono. Abbraccio e lacrime.
Tanti sono gli stati d’animo che fanno fuoriuscire le lacrime: dolore, sofferenza, rabbia ed ogni altra sorta di emozione, ma io vorrei soffermarmi sulle lacrime di gioia.
Spesso
mi sono chiesto: ma non potremmo ridere quando si sprizza gioia da tutti i pori?
E invece, il più delle volte, si piange e le lacrime diventano irrefrenabili.
Lacrime
che assumono tanti significati.
Nella
mia vita ho piante rare volte, per lo più per momenti dolorosi, ma ho anche assaporato
il gusto delle lacrime di gioia.
Mi
commuovo spesso davanti all’emozione e alle lacrime di uno sportivo o di una
squadra che mi stanno a cuore. Capisco anche le lacrime di chi non ce l’ha
fatta.
E queste ultime le capisco bene, perché nelle mie brevi esperienze sportive, ho vissuto vari secondi posti.
L’abbraccio
e le lacrime di Mancini e Vialli, viste in Tv la sera della finale, hanno
risvegliato in me tante emozioni, facendomele ricordare e, in parte, rivivere.
L’abbraccio
di un amico, il risultato di un lavoro svolto guidando altre persone, non senza
aver trovato ostacoli lungo il cammino.
Sì, comprendo bene il valore di quelle lacrime.
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