venerdì 23 aprile 2021

B come Batteria

B come blog? Meglio di no, mi verrebbe di parlare di tutte le volte che penso di chiuderlo.

B come Ben? No, può sembrare troppo autoreferenziale.

B come Bello, Bene Buono? No, un grande rammarico, se tutte e tre insieme.

B come Benassi? No, ce ne sarebbero troppe da raccontare.

B come Boh? No, speriamo di no.

Allora mi butto su uno dei primi sogni, se non il primo, di quando ero bambino: la Batteria.

Ecco, B come Batteria.

Quando ero piccolo sognavo di suonare questo strumento. Quando ascoltavo la musica riuscivo a concentrarmi solo sulle percussioni, il resto era come se non ci fosse più, e agitavo le braccia come se stessi suonando l’aria.

Immaginavo di essere al centro di una batteria enorme, fatta di tanti tamburi e tanti piatti, come poi vedevo nelle foto e nei video delle band famose dell’epoca. E immaginando di suonare mi sentivo al comando di una specialissima navicella… musicale.

Ma quando il sogno finiva, la realtà incombeva: soldi per studiarla non c’erano, e per questo non azzardai mai di porre la domanda ai miei genitori. Non c’era nemmeno lo spazio in casa, e anche se ci fosse stato, sarebbe stato uno strumento troppo rumoroso.

Insomma, un sogno irrealizzabile.

Ma la voglia era talmente tanta che durante il servizio di leva riuscii a suonarla, avvalendomi soltanto del mio senso del ritmo.


Lì quel sogno si avverò.

In seguito la tecnologia mi è venuta incontro, ed oggi ho ripreso in mano le bacchette per inseguire quel sogno.


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