Qualche anno fa mi divertivo a scrivere testi che poi adattavo a musiche di canzoni già note e che mi piacevano particolarmente. In sostanza sostituivo il testo originale con quello che avevo scritto io. Poi le cantavo per sentire che effetto faceva. Vivi, di cui parlo in questo post, l'adattai sulla musica di una canzone dei Nomadi (cari Nomadi, lo so che non si fa, ma perdonatemi se potete, non avete nulla da temere). Lo spunto mi venne guardando ballare gente della seconda età ad una festa locale. Mi colpì la loro voglia di vivere, di divertirsi, al di là degli acciacchi e dei problemi quotidiani. Inizialmente ne scrissi un breve racconto e da quello ne ricavai una canzone, un invito ad amare la vita e chi di questa vita fa parte, in una dimensione in cui questi due amori si fondono, dando origine ad una sola realtà.
(È un video, ma non ci sono immagini.)
Buon ascolto.
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