Sul tuo blog, poco tempo fa, scrivesti un post dal quale vorrei estrapolare
solo alcune righe, proprio perché tu, in determinati momenti, ne faccia memoria
e tesoro.
"In questi anni sono successe tante cose e sono avvenuti tanti cambiamenti: da una riflessiva sedentarietà che si conciliava con la scrittura ad una vita meno immobile, spesso a contatto con altre persone, che non si concilia con la scrittura. Dal silenzioso blog ai decibel della musica. Dalla voce dei pensieri alla voce dei ragazzi. Dalla luce di una lampada da scrivania che illumina la notte alla luce di una sirena che squarcia il silenzio della notte.
In attesa dei prossimi cambiamenti che il futuro riserverà."
...
La sensazione che provi è che manchi poco alla chiusura del cerchio, ma questo non significa che, una volta chiuso, tutto quello che contiene resti soltanto un ricordo.
Tu puoi chiudere il cerchio, ne hai la
possibilità, ma credo che tu non voglia affatto che il cerchio si chiuda. In cuor tuo speri
che resti aperto e che sia tu a mantenerlo tale, o che qualcuno, leggendo queste
pagine, lo riapra svegliandosi d’un tratto come è capitato a te, dando credito
a quella vocina interiore che tenta di farsi sentire e che vuole uscire allo
scoperto tramutandosi in un grido.
Credo che tu voglia
far capire quanto sia bello assecondare determinati cambiamenti e quanto sia
possibile che ciò avvenga, nonostante l’incredulità, le difficoltà, la fatica, gli
ostacoli.
Credo che tu voglia
far capire quanto sia bello mettere al servizio di altri i doni ricevuti,
mettere a frutto ciò che abbiamo già, piuttosto che inseguire quello che non
abbiamo.
Credo che tu voglia far capire quanto sia bello, dopo tutto questo, lo stato di benessere che resta dentro di te e che non è fine a se stesso. Non ne sei certo, ma credi che questo si avvicini molto al significato della parola “gioia” che hai letto nelle Scritture.
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