martedì 31 agosto 2021

U come Uomo no

Con la lettera U torno alla musica, con una canzone di Renato Zero, Uomo no, una di quelle canzoni che mi piacerebbe cantare durante le serate, ma che alla fine non farò mai, perché non ha i ritmi giusti del divertimento. Allora me la canto quando sono da solo e me la ascolto ogni tanto.
Copio e incollo il testo: poche parole, tanto contenuto. 
Leggetelo durante l'ascolto.

Spirali, di fumo
Nell'ombra di una stanza
L'insegui con gli occhi
Fiutando la speranza
L'anno del mai
Comincia per te
Fuggi dal mondo
Che mondo non è
La strada, più breve
Dimenticare chi sei tu!
Dormire
Per un po'
E sognare di esistere
Se non hai
Non hai più
Un motivo per vivere
Uomo, no!
Il buio, no!
Perché, figlio della luce sei!
Perché ali per volare hai
Perché ritrovarti un giorno puoi
Lascia ai mercanti, senza Dio
Quell'oncia in più d'oblio
Sicari
Vampiri
Di cui, non puoi far senza
Si vende
La morte
A un grammo la coscienza!
L'anno del mai
Sta certo, verrà!
E una manciata
Di terra cadrà
Uomo, no!
Il buio, no!
Perché, tu non guardi intorno a te?
Perché, una mano tesa ancora c'è
Perché, muori schiavo, ed eri un re?
Anima, non gettarti via
Vivi la tua poesia!

                    

venerdì 27 agosto 2021

T come Teatro

Quella del teatro è stata un’esperienza che ha dell’incredibile.

Non posso dire di essere un amante del teatro. Ho visto poche rappresentazioni e, fra queste, ancora meno recitate da professionisti. Potrei affermare con certezza di essere al di fuori di quel mondo.

Eppure quando fui chiamato per occuparmi di questa attività, si parla comunque di ambito parrocchiale, niente di più, mi ci buttai a capofitto.

Era una bella sfida, perché mi sentivo come una persona che non ha mai giocato a calcio chiamata ad allenare una squadra di calcio, per di più chiamata a sostituire un allenatore che aveva vinto, con la sua squadra, tutto quello che c’era da vincere.

Non ricordo nemmeno più il motivo per cui fui interpellato, ma accettai di buon grado, consapevole del fatto che ci sarebbero stati inevitabili confronti col passato, ma anche che ogni partita fa storia a sé.

Fu bello coinvolgere in quel progetto altre persone e, con quelle persone, vedere crescere una vera squadra, di prova in prova, tanto che alla fine, a prescindere dall’esito dello spettacolo, dispiaceva a tutti che quella prima avventura fosse finita.

Quella prima esperienza fu una vera e propria cavalcata. Scrivendo, insieme ad altri, quello spettacolo, cercammo di portare quello che ognuno di noi aveva dentro. Così rappresentammo prosa, poesia, canto e balli con una particolarità: non c’erano primi attori e comparse, ma tutti erano protagonisti.

Provai ogni sorta di emozione e, forse per la prima volta, mi accorsi di quanto fosse bello cercare di mettere gli altri nella condizione di esprimersi al meglio, piuttosto che cercare di essere al centro di una scena. Un lavoro proprio dietro le quinte, con la scrittura, l’adattamento, l’organizzazione, la ricerca di persone di buona volontà per mettere in piedi e costruire, anche materialmente, tutto quello che c’era da fare.

Non mancarono certo le arrabbiature, perché, non essendo una compagnia teatrale, alle

martedì 24 agosto 2021

S come Sogni


La lettera S è l'iniziale di varie parole molto belle. Fra le altre, a mio parere, tre su tutte: 

Speranza, Silenzio, Sogni.   


E' difficile sceglierne una sola. 
La speranza si dice che sia l'ultima a morire. Sono portato a pensare che l'ultima a morire, spesso, sia l'illusione.             
Ho finito per scegliere una frase di Gibran, che raccoglie le altre due:
"La notte è silenziosa e nel suo silenzio si nascondono i sogni."
La trovai in uno di quei famosi cioccolatini e mi dette uno spunto per la storia narrata nel romanzo Nel mezzo della notte .
Nel silenzio spesso riusciamo a capire qualcosa in più di noi stessi, i sogni sono quelli che ci permettono di andare avanti.                                             




 

venerdì 20 agosto 2021

R come Ridere

Una risata è terapeutica.

Ci sono giornate in cui sembra che tutto vada storto, quelle in cui si dice che ci si alza con il piede sbagliato.

Ma basta poco, una battuta con un collega, una situazione comica inaspettata, una parola fraintesa che dà il via a equivoci a catena, ecc., e tutto cambia.

Si comincia a ridere a crepapelle, e più si cerca di trattenersi, perché ci si trova in un luogo dove non si può lasciarsi andare totalmente, più viene da ridere.

A volte viene da ridere soltanto vedendo ridere qualcun altro, così, senza un vero motivo.

Gli occhi cominciano a lacrimare, la faccia si deforma, gli addominali cominciano a lavorare, il suono strano della risata esce dal nostro corpo, per terminare con un “ohi, ohi, ohi!” che non è dolore, ma soddisfazione piena.

Che faticaccia, che sudata!

E se tenti di raccontare quello che è successo? È inutile, non fa ridere nessuno!

Perché quel momento è unico e irripetibile.

Ma quant’è bello ridere!

 

 

 

sabato 7 agosto 2021

Q come Quattro passi

Beh, perdonatemi, ma non poteva che essere così!

Da lì è partita un'avventura incredibile, che mi ha fatto domandare Ma davvero?, che mi ha sorpreso ma che mi ha fatto scoprire qualcosa di inaspettato e di bello che era dentro di me. 

Bastava portarlo alla luce del sole, ma non era né facile né scontato.


Quel libro, regalato a mia figlia per il suo undicesimo compleanno, è stato la chiave per aprirmi. Quello che è avvenuto dopo, nel corso degli anni, lo devo a quei Quattro passi iniziali.


 

martedì 3 agosto 2021

P come Preghiera

La preghiera

(Tratto da il Profeta, Kahlil Gibran)

Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della preghiera.
Ed egli rispose, dicendo:

Voi pregate nelle angustie e nel bisogno; ma io vorrei che voi pregaste anche nella gioia piena e nei giorni dell'abbondanza.
Poiché che altro è la preghiera se non l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
Ed è a voi di conforto versare nello spazio la vostra oscurità, ed è anche per voi di diletto versare nell'esterno la gioia mattinale del vostro cuore.
E se non potete fare a meno di piangere quando l'anima vi spinge alla preghiera, essa dovrebbe spingervi, comunque, fino al punto che attraverso le lacrime spunti il sorriso.
Quando pregate voi vi innalzate a incontrare nell'aria tutti coloro che in quel medesimo istante sono in preghiera, che mai, se non nella preghiera, potreste incontrare.
Perciò non sia questa vostra visita a quell'invisibile tempio che estasi e dolce comunione.
Poiché se intendeste entrare nel tempio non per altro che per chiedere, non ricevereste nulla.
E se entrate per umiliarvi, non sareste innalzati.
E se anche voleste entrare per intercedere per il bene di qualcun'altra non sarete esauditi.
Basta già che voi entriate nell'invisibile tempio.
Io non posso insegnarvi parole di preghiere.
Dio non ascolta le vostre parole, a meno che non le pronunci attraverso le vostre labbra.
Ed io non posso insegnarvi la preghiera dei mari, delle foreste, delle montagne.
Ma voi, nati dai monti, dalle foreste e dal mare potete ritrovare nei vostri cuori la loro preghiera.
E se solo state in ascolto nella quiete delle notti udrete mormorare:
"Dio nostro, che sei la nostra ala, è la tua volontà che vuole in noi,
è il tuo desiderio che desidera in noi,
è il tuo impulso in noi che può trasformare le nostre notti, che sono anche le tue notti, in giorni che siano anche i tuoi giorni.
Nulla possiamo noi chiederti, poiché tu conosci le nostre necessità prima ancora che nascano in noi:
Sei tu la nostra necessità; e nel darci più di te stesso, tu ci dai tutto".