domenica 28 ottobre 2018

Riparliamo di scrittura

Nel sottotitolo di questo blog c'è scritto: per parlare di scrittura, lettura, musica e... altro.
Oggi vorrei riprendere a parlare di scrittura, attraverso un episodio bello che mi è capitato.
Tempo fa, un po' sfiduciato, provai a scrivere un racconto per mandarlo ad un concorso letterario organizzato nel comune in cui abito. Avevo bisogno di ritrovare antichi stimoli, per vedere se ero ancora capace di scrivere qualcosa che non fosse la rielaborazione di una sceneggiatura o un testo da riadattare su musica.
Questo concorso venne prorogato e non ne seppi più niente fino a pochi giorni fa.
Ieri c'è stata la giornata conclusiva.


E' poca cosa, lo so, ma voglio condividere con voi anche questo momento.
Prossimamente inserirò sul Rifugio il racconto in questione.

domenica 7 ottobre 2018

E tu da grande cosa vuoi fare?

Questa domanda era un tormento!
Quando mi veniva fatta, perché mi veniva fatta dagli allora adulti, non sapevo mai cosa rispondere. Ma come potevo saperlo? Ero ancora un bambino e non sapevo cosa c'era oltre quel poco che avevo visto e vissuto. 
Oggi potrei pormi una domanda al contrario: hai fatto quello che volevi fare quando eri piccolo?
La risposta è no, perché qualcosa alla fine ho fatto, mentre allora non sapevo cosa fare.
Allora vorrei cambiare leggermente il senso delle domande.
Da piccolo, ad esempio, sognavo di diventare un grande batterista.   
Non lo sono diventato, e se mi chiedessero se si è avverato il sogno di quando ero piccolo, risponderei ancora no, ma aggiungerei: "Molto di più!"


venerdì 5 ottobre 2018

I dieci anni del Rifugio - Il tavolo e il libro


Dieci anni fa cominciai l’avventura del Rifugio parlando di David Grossman.
Oggi, nel giorno del decimo compleanno, vorrei raccontare un aneddoto che, in qualche modo, vede coinvolto Grossman.
Tempo fa mi stavo aggirando in un negozio di mobili d’epoca. Stavo curiosando per vedere se c’era qualche pezzo che faceva al caso mio. C’erano delle madie, delle credenze, dei tavoli. Proprio uno di quelli stavo cercando. Mi avvicinai, poi frugai nel mio borsello per prendere il metro per misurarlo. Ma la mia mano non trovò il metro. Lo avevo dimenticato a casa. Così mi voltai per andare a chiederne uno al titolare del negozio.
Fu in quel momento che vidi un libro su una libreria. La sua copertina mi colpì. Ebbi come una visione che mi fece tornare alla mente una foto in bianco e nero di mia madre, quando era ancora giovane.
Era incredibile la somiglianza che c’era fra la ragazza raffigurata in copertina e mia madre! Mi avvicinai, perché i miei occhi vedono meglio dalla giusta distanza. Così riuscii a leggere anche autore e titolo del libro:
David Grossman, “Col corpo capisco”.
Il negoziante mi venne incontro: “Posso aiutarla?”
“Sì, grazie” risposi. “Sarei interessato a quel…”
Indicai il tavolo, ma non terminai la frase, perché mi uscirono dalla bocca altre parole.
“Questo libro… anche a lei piace Grossman?”
“Chi?” domandò.
“Grossman, questo libro” dissi indicandolo.
“Ah! No, non lo conosco. La persona che mi ha dato la libreria in conto vendita mi ha dato anche i libri.”
“Ecco, a me interesserebbe quel tavolo, ma non ho le misure con me. Ripasserò. Ma posso chiederle un piacere?”
“Dica” rispose pazientemente il negoziante.
“Mi interesserebbe acquistare quel libro. È in vendita?”
“No, non è in vendita, ma lo prenda pure” rispose.
“Grazie, lei è molto gentile.”
Oggi il tavolo e il libro hanno trovato la loro collocazione in casa: il primo in taverna, il secondo nella libreria del mio studio, che io amo chiamare, più confidenzialmente, “stanza della pace”.