sabato 25 settembre 2010

Quattro passi... con Ben - Quinta puntata

Di quell’anno ricordo molto bene la prima gita della mia vita.
Era una bella mattina di maggio e la meta del nostro viaggio era Firenze. Ci ritrovammo presto davanti alla scuola dove ci stava aspettando un grande pullman. La maestra fece l’appello e poi salimmo. Io mi accomodai al centro, mentre molti corsero per prendere i posti in fondo. Con mia sorpresa Elena si sedette accanto a me, mollando le sue amiche inseparabili, fatto, questo, che attirò su di me l’invidia dei miei compagni. Cercai di capitalizzare al massimo quella inaspettata fortuna.
Il viaggio da Pistoia a Firenze fu breve. In circa quarantacinque minuti eravamo già davanti al Duomo. Lì la maestra ci mise in colonna, due a due, io ancora con Elena, ed iniziammo la visita.
Era tutto bellissimo ed io, dalla contentezza, viaggiavo come se fossi staccato da terra.
Dopo aver visitato il Duomo, andammo al Museo Archeologico e, infine, al Piazzale Michelangelo. Il panorama da lassù era stupendo: Firenze era ai nostri piedi e quella visione ci fece restare a bocca aperta.
Noi, ragazzi di campagna, non avevamo mai visto niente del genere. Per molti di noi, me compreso, quella gita rappresentò la prima volta fuori dalla nostra città.
A mezzogiorno eravamo di nuovo a Pistoia. Riprendemmo la strada di casa consapevoli di avere visto bellezze che il giorno prima non potevamo nemmeno immaginare.
Quella gita mi segnò in modo particolare. Molte volte chiesi ai miei genitori di portarmi di nuovo a visitare quella città e ciò avvenne molti anni dopo. Non avevamo l’automobile a quei tempi, per cui iniziammo un viaggio lunghissimo con l’autobus: da Pistoia a Prato e poi da Prato a Firenze. Finalmente arrivammo e quel giorno ci fu il definitivo innamoramento per quella città.
Il giorno della gita di quinta era il 6 maggio 1976. Me lo ricordo ancora perché legai quella data ad un altro fatto importante di quel tempo: il terremoto che colpì il Friuli.
Con il senno di poi, posso dire che in quel giorno confluirono su di me due strane coincidenze: la prima era Firenze, che avrebbe avuto un peso importante nel mio futuro, perché lì finii i miei studi e lì conobbi la ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La seconda era il Friuli, di cui la mia dolce metà è originaria, da parte di padre.
In un certo senso, durante quel giorno, venne scritta una parte del mio futuro, ma allora chi lo avrebbe immaginato?

27 commenti:

  1. Con questa puntata termina quello che in origine era il primo capitolo.
    Facendo due calcoli, e considerando che i capitoli sono diciotto, beh, forse è meglio che cominci a stringere un po'.

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  2. Condivido pienamente il suo punto di vista. Ritengo che questa sia un'ottima idea. Sono d'accordo con te.
    Condivido pienamente il suo punto di vista. In questo nulla in vi e credo che questa sia una buona idea. Pienamente d'accordo con lei.

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  3. E sbalordisce un po', caro Ben, quando - dopo molti anni - si ripercorrono alcune tappe puramente casuali del passato, se vi ritroviamo segni di una casualità forse soltanto apparente.
    Firenze, ah! Un concentrato di arte.

    (Ma cos'è? Gli/le si è incantato il disco?)

    I dischi, i mitici 44 giri, li ricordi? (Dimmi di sì altrimenti mi sento vecchia)... :-)
    Si mettevano sul giradischi e con cautela si posava la puntina sul solco, attenti a non graffiarli, altrimenti "si incantavano": così usavamo dire a Roma, quando il disco balbettava sempre le stesse parole della canzone.

    Quando si diventa "vecchi"?
    Vabbè ... lasciamo stare. :-)
    Ciao

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  4. Ricordo i 45, i 33, e anche i 78 giri. Pensa che un tempo, intorno al 1984-1985, ho avuto l'ardire di andare a metterli registrando trasmissioni in una radio di Pistoia. E si incantavano, eccome!

    A volte viene proprio da pensare che niente avvenga per caso. Negli ultimi tempi, ad esempio, mi sono messo a pensare su alcuni eventi recenti, e su scelte, prese in precedenza, che su quegli eventi hanno avuto un peso.

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  5. Ma sì, Ben, ho sbagliato: erano i 45 giri.
    44 erano in gatti, in fila per 6 col resto di 2... :-)

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  6. Che sfiga !
    Noi che non abbiamo conosciuto i 44 g/min !
    Noi che abbiamo conosciuto prima i 78 g/min: quelli rigidi che giravano follemente veloci, suonavano sotto una puntina grossa come un Kiodo, che durava per una dozzina di esecuzioni, e poi si doveva buttarla ed attingere alla scatola.
    Noi che ci siamo stupiti quando sono comparsi all’orizzonte i 45 g/m che portavano Paul Anka ( Diana, You are my destiny,Crazy love, It’s time to cry ) I Platters ( Only you, The great pretender, My prayer, You’ll never never know, Smoke gets in your eyes ! ) e tutta una generazione di nuovo: ritmi voci linguaggi ecc.., a stupire ed entusiasmare :-)
    Noi, che se il disco andava a 44 g/min ci rifiutavamo di ballare ed anche solo ascoltare ! :-)
    Noi che non sospettavamo che la musica e le canzoni ci sarebbero arrivate direttamente nelle orecchie, solo per le nostre orecchie; in tutti i momenti della giornata, al lavoro ed in corsa, sulla spiaggia e sotto la pioggia, nel deserto ed in cima ad una montagna, durante una dottissima e pallosissima conferenza ed anche alla lezione in classe !
    Noi, più vecchi di Voi, che vi vogliamo un sacco bene ! :-)
    ‘Notte :-)

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  7. Caro duccio,
    hai nominato alcune delle canzoni che amo di più (riferendoci al passato): Only you, Diana, You are my destiny ...
    Grazie.
    Poi non ricordo quale fosse il sistema per accelerare o rallentare il ritmo delle canzoni.
    Nel primo caso ne uscivano squittii incomprensibili, nel secondo dei vocioni lenti che sembravano uscire da una caverna.
    Ne ridevamo senza sapere che così i dischi si rovinavano.

    Dai, duccio, ho sba-glia-to: erano 45 giri! :-)
    'Notte

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  8. Più vecchi di noi?! Ma dai!

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  9. AMORE A PRIMA VISTA

    Sono entrambi convinti
    che un sentimento improvviso li unì.
    È bella una tale certezza
    ma l'incertezza è più bella.

    Non conoscendosi prima, credono
    che non sia mai successo nulla fra loro.
    Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
    dove da tempo potevano incrociarsi?

    Vorrei chiedere loro
    se non ricordano -
    una volta un faccia a faccia
    forse in una porta girevole?
    Uno "scusi" nella ressa?
    Un 'ha sbagliato numerò nella cornetta?
    - ma conosco la risposta.
    No, non ricordano.

    Li stupirebbe molto sapere
    che già da parecchio
    il caso stava giocando con loro.

    Non ancora del tutto pronto
    a mutarsi per loro in destino,
    li avvicinava, li allontanava,
    gli tagliava la strada
    e soffocando un risolino
    si scansava con un salto.

    Vi furono segni, segnali,
    che importa se indecifrabili.
    Forse tre anni fa
    o il martedì scorso
    una fogliolina volò via
    da una spalla all'altra?
    Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
    Chissà, era forse la palla
    tra i cespugli dell'infanzia?

    Vi furono maniglie e campanelli
    in cui anzitempo
    un tocco si posava sopra un tocco.
    Valigie accostate nel deposito bagagli.
    Una notte, forse, lo stesso sogno,
    subito confuso al risveglio.

    Ogni inizio infatti
    è solo un seguito
    e il libro degli eventi
    è sempre aperto a metà.
    -- Wislawa Szymborska

    Che poetessa !
    Con riconoscenza per l'eternità a Lei che me l'ha presentata:
    Vedi duccio, questa è Wislawa Szymborska...
    GRAZIE, my personal trainer :-)

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  10. Wow, che canzoni!
    Dopo la fine del vinile, il primo CD che comprai fu una raccolta dei Platters. Oltre a quelle citate da te, Duccio, ce n'era un'altra che mi piaceva molto per la sua atmosfera particolare: Harbor lights, con quei rumori e suoni che sembravano registrati in "presa diretta".
    Sai cosa faccio? Vado a metterla in alto a destra.

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  11. GRAZIE di musica e video :-)

    Postare o (s)postare ?
    Vabbe', siamo in famiglia, lo (s)posto qui.

    Dal soggettivo all’oggettivo, cercando di “seminare” la ‘s’ :-)
    Soffro non poco quando leggo giudizi positivi su scrittori e la loro produzione e “non mi riesce “
    di condividerli.
    Parliamo ad esempio di David Grossman .
    CHE TU SIA PER ME IL COLTELLO
    COL CORPO CAPISCO
    QUALCUNO CON CUI CORRERE
    Non ne ho terminato neanche uno !
    Mi è impossibile andare avanti. Come lettore mi sento usato e non coinvolto, costretto e non acchiappato, piegato e non affascinato; violentato nelle circonvoluzioni cerebrali, sede di importanti attività fisiologiche ed il cui numero è in diretto rapporto con le capacità intellettive dell'individuo. Ma forse le mie sono corte, rettiline parallele e non aiutano :-)
    Neanche la “verve” narrativa mi emoziona, né i luoghi e le ambientazioni.
    Però, sentire che ai cari amici di forum ha dato emozioni mi muove a riprovare.
    Ripartirò da pag. 62 di QUALCUNO CON CUI CORRERE e spero di non dover, troppo, stringere i denti per avanzare.
    Trincerarsi nelle mie posizioni non se ne parla; ho anche acquistato VEDI ALLA VOCE AMORE.
    Sarà la busta di riserva per l’ultimo approccio a David.
    Che Holy.Mary m’accompagni e S.Ben’detto mi sostenga :-)

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  12. Ciao, ragazzi!
    V'ho beccati! :-)
    Ben, mi è piaciuta assai la canzone (che forse non conoscevo) e mi sono piaciute le immagini. Grazie.
    Il mare
    è la voce del mio cuore....
    Adoro il mare. Pochi luoghi riescono a emozionarmi quanto il mare...L'Irlanda, forse: sì l'Irlanda del Connemara e delle Isole Aran.

    Ehm ...dunque ...vabbè: non ho mai letto Grossman.
    Sono grave? Da ricovero? Da internare? :-)
    Però, caro duccio, torniamo al discorso già fatto: perché soffrire - come dici tu - se non ti ritrovi con i giudizi di altri lettori?
    Resta una questione di "sentire" che quell'autore, quel libro e i suoi libri ti trasmettono qualcosa. Anzi molto, altrimenti il "giudizio" resta tiepido.
    Ognuno ha un proprio modo di "sentire" che non perde il proprio valore neanche se confrontato con altri 100 modi diversi, opposti anche, di "sentire".
    Deve crearsi un feeling tra autore e lettore, altrimenti QUEL romanzo per QUEL lettore non è fortemente significativo.
    Se un libro non resta "attaccato alla pelle" per un bel po' dopo averlo letto non funziona: può essere un grandissimo romanzo, ma non lo è per te. Dov'è il problema?
    Ed ecco il discorso del gridare ai capolavori, al talento, e quanto già detto.

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  13. Maria ama particolarmente Grossman; io per ora ho letto due suoi libri ed ho sul comodino, in rampa di lancio Vedi alla voce amore. Prima però devo terminare Otto più uno di Max Burioni e poi il PdS finalista del Campiello.

    Capita di trovarsi in difficoltà di... avanzamento con alcuni libri. Io ho mollato varie volte il dottor Zivago, poi però sono riuscito a terminarlo, grazie anche ad un'amica forumista che mi invitò ad insistere.
    Per la verità quel libro non mi ha entusiasmato molto, e questo penso che sia dovuto anche ai molteplici tentativi fatti.
    Qualcuno con cui correre mi è molto piaciuto, per cui mi sento di dirti di dare a quel libro un'altra possibilità.
    Vedo che con Grossman non ci sono vie di mezzo: o piace o si rifiuta.

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  14. Ciao Ines,
    anche per il mare e l'Irlanda ci sarebbero buone canzoni da mettere.
    Ma guarda un po': il dj che è in me sta tornando fuori! Meglio di no, non c'ero molto portato.
    C'è anche da dire che nessuno obbliga a portare a termine un libro: o va o non va, per questione di... feeling (arridaje!)
    Io non ha mai letto un sacco di autori, pertanto dovrei essere gravissimo. D'altronde sono partito in ritardo, come in molte altre cose, e si fa quel che si può.
    Accontentiamoci di quello che facciamo e facciamolo senza sentire obblighi, di nessun tipo, liberi di avere sensazioni ed emozioni diverse da quelle degli altri.

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  15. Sono d'accordo, Ben.
    Quanto all'Irlanda ti consiglio di ascoltare "Il cielo d'Irlanda" cantata dalla Mannoia (ma quanto m'annoia! Scherzo! E' una cantante che mi piace molto).
    La consiglio anche a te, caro duccio. Ti farà venir voglia di ballare. :-)

    Ma tornando ad Elena - detto in camera caritatis, senza che tua moglie ci senta - sei riuscito a ballare un lento con lei, Ben?

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  16. Ines, per favore, non farmi ricordare quell'episodio.
    Con Elena ci ballai qualche tempo dopo, un lento.
    Eravamo nel 78/79 e avevamo messo su una specie di discoteca. Ancora usavano i lenti e misero Dimentica dimentica di U. Tozzi, che poi non era altro che il rifacimento di una canzone degli Eagles, se ben ricordo.
    Fu la canzone più lunga della storia della musica, me lo ricordo come se fosse... trent'anni fa.
    Io invitai Elena a ballare, ma lei si rifiutò. Poi, dopo vari tentativi, accettò e ballammo quel lento.
    Ma lei era molto più alta di me.
    :-(
    Mentre stavamo ballando capii tutto, e non vedevo l'ora che finisse quel brano, che invece non finiva MAI!
    Anche il titolo sembrava volermi indicare qualcosa: dimentica, dimentica!

    Ma non farmi dire tutto adesso, perché di Elena si parlerà ancora più avanti.

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  17. Buonasera a tutti!
    Scusate se torno a qualche post più su...
    Riguardo a Grossman la penso come Ines: perché soffrire se non si riesce a preseguire una lettura? Se un autore non ci è congeniale, se non riesce ad arrivare a noi non è necessario soffrire. Si guarda altrove. Caro Duccio, perché ostinarti? Lo so, sono stata molto insistente, come sempre quando un autore mi arriva al cuore. Quando mi capita vorrei, infatti, che tutti lo leggessero perchè vorrei che provassero le belle emozioni che provo io. Ma è un errore in partenza: le parole, così come gli eventi, hanno effetti differenti su ciascuno di noi.
    Nella lettura, come ho sempre detto e sostenuto, non dovrebbero esserci obblighi. E' fantastico trovare un libro che ci fa stare bene, che ci fa venire voglia di tornare alle sue pagine anche nei momenti della giornata in cui non ci è possibile. Un libro che ci fa innamorare dei suoi personaggi, o dei concetti che sviluppa. Perchè rovinarsi il piacere?
    Tornando a Grossman, la sua scrittura ha toccato la mia sensibilità da subito, confermando ad ogni suo romanzo la sintonia che c'è fra me e i pensieri che fa esprimere ai suoi protagonisti.
    Non succede solo con Grossman, ovviamente. Così come credo che accada anche a voi: Duccio, Ines Ben, Bianca con altri autori. E' una forma di innamoramento e non necessariamente va condiviso.
    Forse proprio per questa ragione non ho mai amato troppo parlare intorno ai libri, scavando, cercando, spiegando. O ti arriva o non ti arriva. Mi considero una lettrice: nessun tecnicismo. Solo il piacere di trovare, spesso con sorpresa, qualcosa che mi arriva come e dove ne sento il bisogno.

    Ho finito...state tranquilli.

    Buona serata e buona lettura!

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  18. Ciao Mariaaa!
    Già finito?
    Concordo, anche se, a volte, bisogna dare la possibilità di arrivare, perchè è solo arrivando in fondo al libro che possiamo stabilirlo.
    E' vero, anch'io, come ho detto più su, ho dovuto cominciare varie volte e l'innamoramento non è arrivato, ma se dopo quelle pagine indigeste, che ci fanno mollare, arrivassero quelle che ci fanno innamorare?

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  19. Vabbe’…..
    …..grazie….
    ……grazie
    :-)
    Qualcuno con cui correre – pag. 75 , in souplesse.

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  20. Ma certo Ben, non si deve mollare al primo tentativo. Soprattutto non credo nella tecnica delle prime 20 pagine che molti utilizzano. Quello che intendevo dire è che non deve essere una sofferenza e se un autore proprio non è nelle nostre corde... si passa oltre. Forse riprendendolo dopo qualche tempo si può scoprire che non era il momento giusto per leggerlo.
    Vedo per esempio che Duccio sta ritentando ed è arrivato a pag. 75 di Qualcuno con cui correre.
    Chissà con quale risultato? Sono molto curiosa.
    Forse l'ho già detto che ho ADORATO quel libro?? No???? Strano...mi era parso :-)

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  21. Maria, non so, non mi pare, non ricordo... ben.

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  22. A domanda …. rispondo.
    Pag. 83
    “ ….
    Ma si ricordò che stava interpretando….
    Dinka le appoggiò sulle ginocchia la grossa testa di cagna, materna, e la guardò negli occhi. Oh, Dinka, gemette Tamar, non ho il coraggio di fare una cosa simile. Non sono capace di esibirmi così, davanti a degli sconosciuti. Non dire stupidaggini, sbuffò la cagna nel palmo della sua mano. (…stavo per cadere dalla spiaggina….).Innanzitutto non c’è niente che tu non possa fare. In secondo luogo ricordami chi è stata l’unica di tutta la scuola a togliersi la maglietta al termine di Hair al saggio di fine d’anno, davanti al pubblico. Ma quella era un’altra cosa, Tamar si sentiva imbarazzata, lì…..Come spiegarti ? Dinka inarcò leggermente le sopracciglia assumendo un’espressione tra il sorpreso e l’ironico. ( ….qui mi sono alzato dalla spiaggina e mi sono buttato a mare, anticipando la nuotata per chiedermi, in costume da bagno, s’ero preda d’insolazione….I gradi Celsius / Fahrenheit…m’hanno riportato …tra le pagine ). Tamar s’indispettì: nemmeno tu capisci ? Quello era un coraggio da fifoni, un esibizionismo da timidi, il gesto di sfida di quelli che hanno paura della propria ombra. Non ho più la forza di sopportarti…. Però devi fare lo stesso qui, sentenziò Dinka liberandosi dalla stretta di Tamar. Mostra a tutti cos’è l’esibizionismo dei timidi. Fai un bello slalom. E se ridessero del mio modo di cantare ?....”
    ____
    Queste invenzioni narrative le trovo ….”cerebrali” ma sicuramente sono uno “stupido sciocco conformista “. Sento già “quella” che va in brodo di giuggiole, “Ma duccio, se è un dialogo dolce e adorabile, che scende dritto al cuore ! :-) “
    Sarà, ma con David non ci prendiamo: io non lo prenderei mai a curarmi le PR e lui non mi prenderebbe mai come suo Editor !
    ‘Notte :-)

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  23. Quello delle 20 pagine sembra più una tecnica da addetti ai lavori che una pratica dei lettori.

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  24. Ciao Duccio, abbiamo cliccato quasi contemporaneamente.

    Dobbiamo tener conto anche della fantasia.

    Io, ad esempio, ho adottato un dialogo fra un personaggio ed un suo caro estinto per far parlare la sua coscienza.
    In un altro caso, per palesare un groviglio di pensieri e di dubbi a seguito di una conversazione fra due personaggi, ho fatto prendere posizione ad alcuni animali della notte e perfino ad un insetto gladiatore.

    Il bello è anche questo, altrimenti la scrittura sarebbe solo per giornalisti.
    'notte Duccio.

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  25. Cari ragazzi, buongiorno.
    Mettiamola così: Duccio incontra una donna bellissima e osserva:
    "Riconosco che è bellissima ma non è il mio tipo".
    Deve necessariamente sentirsi uno "stupido sciocco conformista" per questo? Ma non credo proprio.
    Quella donna (ma è soltanto un esempio: può essere applicato a tutti e a tutto) potrà essere anche Miss Universo e non trasmettergli un bel nulla.
    Poi: si legge per il piacere di leggere, per il gusto di assaporare parole, frasi, pagine...
    Leggere non è una "sfida", un impegno irrevocabile, una presa di posizione, un porsi con ostinazione davanti a un testo.
    Se un libro non passa non passa.
    Allora passiamo ad altro.
    Le 20 pagine? Gli editori partono dalla sinossi. Se non li convince cestinano il libro.
    Se li convince cominciano a leggerlo. Se arrivano a pagina 20 senza averlo cestinato significa che FORSE - sottolineo forse - qualcosa che ha un senso (per loro) c'è. Non accade con tutti i manoscritti, che arrivi a pagina 20: i più vengono cestinati prima.
    Raramente leggono un libro fino all'ultima pagina e il fatto che l'abbiano letto tutto non significherà che il libro sarà pubblicato.
    Potrà sempre esserci qualcosa che non li convince pienamente (non escluso il fattore "presa" sul pubblico) e resta molto probabile che venga cestinato.
    Ma i lettori sono lettori o responsabili editoriali di una casa editrice? :-)
    Buona giornata

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  26. Parole sante, chiunque le abbia espresse!

    Per Duccio: “quella” non va in brodo di giuggiole. Semplicemente registro che non siamo sullo stesso livello di sensibilità. Ma nessuno è meglio o peggio dell'altro. Solo che quando io non gradisco una lettura non penso che lo scrittore mi stia prendendo in giro. Come scrivevo qualche post fa, rispetto troppo chi scrive e so che quasi sempre c'è fatica ad esprimere i propri pensieri sulla carta.
    Poi riconosco che ci sono anche molti "scrittori a tavolino", che forse non scrivono nemmeno direttamente loro...ma di sicuro Grossman non è fra questi.

    Sull'argomento ho proprio concluso.
    Vi auguro una splendida giornata.

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  27. Ciao Maria, Ben, Duccio e quanti siano sintonizzati.
    Chiedo scusa: il post "anonimo" è mio... :-)
    Poiché ho notato che se non imposto "anteprima" poi l'intervento non viene registrato ho dimenticato di firmarmi.
    Infatti, cara Maria, credo si tratti di sensibilità diverse.
    Questo non significa che una è maggiore o migliore dell'altra: semplicemente sono diverse, considerato che - neanche in quanto a "sensibilità" - esistono criteri fissi per stabilirne lo spessore.
    Non mi permetto di esprimermi su Grossman perché non ho mai letto nulla di suo. Il mio intervento precedente (come questo) esula dallo specifico: è una considerazione generale e ... personale (tranne quanto ho scritto degli editori: quello è un dato oggettivo, discutibile - forse - ma oggettivo).
    Buon proseguimento a tutti. :-)

    Firma subito, Ines!!!

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