Ah, sì, ora ricordo!
A luglio vi salutai augurandovi buone vacanze e annunciando alcune novità che mi ronzavano per la testa.
La prima riguardava il look del blog e, in parte, qualcosa è cambiato, anche se accetto sempre volentieri suggerimenti per apportare migliorie, come Ben sapete.
Alla seconda novità invece sto lavorando e potrei cominciare nel breve volgere di pochi giorni o addirittura di poche ore. Si tratterà di adattare al web qualcosa che ho scritto in passato, inserendolo a... puntate.
Avete capito?
4 passi...per caso?
RispondiEliminaBene, attendiamo la pubblicazione a puntate, come i romanzi di appendice di una volta (ma io non ero ancora nata, eh!)
Un saluto a tutti.
Secondo l’ Ipotesi di Castrizio, i Bronzi di Riace sarebbero l’originale del gruppo statuario di Eteocle e Polinice, opera di Pitagora di Reggio, scultore celebrato nell'antichità:
RispondiElimina« capace di rendere come nessun altro i riccioli di barba e capelli, e per fare "respirare" le statue, cioè rendere perfetta l’anatomia dei vasi sanguigni » (Plinio il Vecchio)
il Bronzo A (il giovane) raffigurerebbe Polinice.
Cornelia, madre dei Gracchi, di decantate virtù, aveva una sorella minore SQUINZIA tenuta nella bambagia e pertanto, ai più sconosciuta.
Come Polinice e SQUINZIA si siano conosciuti, adolescenti, saranno archeologi e storici a spiegarlo.
Noi li ritroviamo adulti in una casa di ringhiera. La ringhiera è lunga; se è lunga !
Dialogo tra case di ringhiera:
- A SQUINZIA, date ‘na mossa: sto annando ar Mare; preparate. Portate ‘a pinna !
- A POLINICE, nun sta a rompe’ . Sai che con te i miei, nu me mannano ; prova con la Desy, prova …
Vabbe’ ….. allora prenni la LIRA e suoname quarcosa ……
- MA CHE STAI A DI'? CHE TE SEI BEVUTO? POSSO STA' TRANQUILLA O ME DEVO ALLERTA'?
AHO, VOI NUN CE CREDERETE MA NUN ME POSSO DISTRAE 'N ATTIMO CHE LE COMBINA TUTTE LUI, 'ANNAGGIA! SPERIAMO BBENE, SPERIAMO... :-)
- A SQUINZIA, nun te fa’ prega’, la LIRA, che quanno te sentì suona’ pianse Fazio, er Governatore e pure Prodi, er traghettatore !
Da testo, in vernacolo, di nota poetessa romanaccia e, ahimè, romanista !
RispondiEliminaLA LIRA ‘N PENZIONE
Oggi la Lira, io, me la figuro
come ‘na vecchierella ormai in penzione
seduta a ‘na panchina, alla stazzione,
a aspettà ‘n treno che nun cià futuro.
E mentre aspetta je ritorna ‘n mente
quann’era vista come ‘na Signora
quanno che je bastava uscì de fòra
pe’ fa contenta, de bòtto, tanta gente.
Pe’ lei era ‘n giochetto conquistà:
li ricchi, perché nun so’ mai sazzi
e pe’ li sòrdi ne fanno de ‘ntrallazzi,
e li porelli, ma pe’ necessità.
Pe’ lei hanno combinato matrimoni,
che dietro ar paravento dell’amore
ciavevano anniscosto sì l’ardore
ma pe’ l’affari e pe’ li patrimoni.
Pe’ lei s’è risvejato er sentimento
C’ha fatto core tutti ar capezzale
E piagne come matti ar funerale
Della “bonanima” ch’ha fatto testamento.
In nome suo so’ nati li farzari,
li veri artisti delle clonazioni,
che a forza de stampà l’imitazioni
so’ diventati pure mijardari.
Pe’ corpa sua quarcuno s’è ammazzato.
Aveva preso a strozzo er necessario,
quanto bastava pe’ sbarca el lunario,
e fino ar collo s’era ‘ndebbitato.
N’ha conosciuto de gente strampalata !
Quello che pe’ la grana fa ‘n casino
e pe’ nun mette mano ar borsellino
sarebbe pronto a buscà ‘na cortellata.
N’artro, ‘nvece, pare che ce gode
a spenne tutto quello che guadagna:
basta che cià ‘na lira se la magna;
sta sempre ar verde, eppure nun je rode.
Lei, l’òmo l’ha servito con rispetto.
Se lasciata ‘nfilà sotto ar materasso,
e poi la notte ‘n te dico che fracasso,
o s’è scallata dentr’ar reggipetto
color carne de quarche vecchierella,
ch’era annata a riscote’ la penzione
- giusta giusta pe’ pagà piggione –
e l’infilava lì, alla chetichella.
L’hanno anniscosta nelle bustarelle,
pe’ comprasse i favori dei potenti,
che, sotto sotto, so’ bei delinquenti
e nun mòvono paja, senza quelle.
Dentr’a li dindaroli i regazzini
A quei quattro baiocchi de mancette
Jen’hanno fatte fa’ de piroette,
davanti a li parenti e a li vicini.
“Se dovessero mòve’ a compassione
E mollà quarche artro spiccioletto…
Mica male ! “ pensava er pischelletto
Co’ ‘na facetta furba da marpione.
L’hanno buttata pure come pegno
In fonno a quarche vasca de fontana,
perché se tratta de ‘n ‘usanza strana:
si vòi tornà, bisogna lascià er segno.
Ma ormai la mezzanotte s’avvicina,
quanno vede passà ‘n giovanottone,
bello, distinto, ‘no sguardo da furbone,
che co’ ‘na smorfia je lancia ‘n ‘occhiatina.
“Dev’èsse proprio lui” penza la Lira
“ Lo vedo circolà da ‘n par de mesi
E ha messo già ‘n subbujo li Paesi.”
Poi co’ ‘na smorfia lei se lo rismira.
“Se damo er cambio, ma er monno resta quello,
perciò tu nun te fa troppe illusioni,
perché, pure si ciài bòne intenzioni,
è l’òmo che commanna, e questo è er bello ! “
Er treno è fermo lì che sta aspettà.
Lei sale sopra all’urtimo vagone,
se siede e mentre fa ‘n ber sospirone
saluta l’Euro che la sta a guardà.
Je vanno l’occhi s’un pezzo de giornale.
“Ormai la Lira, se sa, nun vale gnente,
perciò ‘na bòna idea ciavemo ‘n mente:
famoce le stelle filanti a Carnevale”.
Dentr’a quer treno rimbomba ‘na risata.
“Te ‘mmaggini la faccia der tirchione,
che nello sparagnà era ‘n campione ?”
Ride de còre, la vecchia penzionata.
‘N mezzo alle mascherine e alle trombette,
e datosi ch’è proprio Carnevale,
come scherzetto nun sarebbe male:
ricoprirlo de lire, si, però … a striscette ! “
( 28 febbraio 2002- Ines Desideri )
A SQUINZIA, grazie : ti meriti “ un cinque ! “ …. anzi “ un DECA ! “
Polinice :-)
Eppure... questa mi sembra di averla sentita in TV. E' possibile?
RispondiEliminaI PASTORI
RispondiEliminaSettembre, andiamo. E’ tempo di nuotar.
Ora in terra Ichnusa i miei pastori
lascian gli stazzi ascensorati e vanno verso il mare:
scendono al Poetto liberato
come i pascoli dei monti.
Han bevuto il caffè a casa e al bar
E qualche dolcettino
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor fame in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano
( questa me la devono ancora spiegare … sperando che non sia una cosa brutta !)
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
(ora l’hanno asfaltato, ha quattro corsie).
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia ( fortunatamente a settembre la greggia è decimata; sta comoda e distanziata) Leggera e frizzantina è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana ( vabbe’ non tutti abbiamo il vello sull’abbronzato doc )
che quasi dalla sabbia non divaria ( vale solo per i ritardatari ).
Sciacquío, surf filanti, vele tese ed allegre, dolci romori.
Ah perché non siete voi co’ noi pastori?
Ho letto, compiaciuto, del Vs entusiasmo per la trasumanza vs questi luoghi.
RispondiElimina‘ Non spingere. Piano. La precedenza a DONNE&BAMBINI. Avanti c’è posto per tutti: a sedere, in piedi e sdraiati ! Non è necessario prenotarsi per stendere il telo.mare ! Vista panoramica assicurata ! Immagini a colori ! Immagini digitali e analogiche ! ‘
Nell’attesa ho ingannato il tempo ascoltando l’entusiasmo di JACK, e facendomene contagiare. Sono in viaggio con lui per Denver, Colorado ! Si sosta alla periferia di Cheyenne ed io ne approfitto per la nuotata a mare. Dopo due giorni di Maestrale l’acqua è deliziosamente fredda ed il crono si ferma alla mezz’ora; mannaggia ! Domani sicuramente troverete meglio ! :-)
Che caldo sole !
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Socchiudo gli occhi e mi appaiono, sotto il buio delle palpebre “Los 33 “; i minatori cileni, intrappolati da un mese a circa 700 metri di profondità nelle viscere della terra. Sono lì sotto da un mese. Metà di questo tempo l’hanno passato a spartirsi l’ultimo cibo, aspettare il rumore della sonda che li cercava e immaginare la peggior morte possibile; l’altra metà a ricevere cose e rispedire emozioni. Ha un diametro di 12 centimetri l’unico contatto, ora stabilito, con “Los 33 “ intrappolati sotto il deserto di Atacama. Giù per il buco scavato scendono cibo, aria, medicine, passatempi (compresa una Playstation), i rosari inviati dal Papa, lettere d’amore e consigli. E risalgono sogni, poesie, promesse di matrimonio e messaggi.
«Los 33» Hanno diviso gli spazi per il giorno, la notte, i pasti, l’igiene personale… Leggono, giocano con i videogame (e non solo) e ascoltano musica. Orari da caserma. Si preparano ai compiti dei prossimi giorni, come rimuovere le macerie che cadranno lungo le perforazioni. Fanno ginnastica e mangiano seguendo diete rigorose, perché il loro addome non potrà superare i 65-70 centimetri quando saranno issati su per il cunicolo della salvezza.
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Riapro gli occhi e penso sgomento se io meriti tanto sole e beatitudine.
Mi rimetto SULLA STRADA, con Kerouac a godere delle sue emozioni nel viaggio notturno verso Denver , sotto un cielo terso e stellato ed un mitico West che scorre sotto i nostri increduli occhi.
Sulla strada.
RispondiEliminaSeptember song and I go to run….
…. è una fresca giovane mattina. Passo anche sotto la finestra della mia amica PULSATILLA ; chissà salutarla. Né lei né la sua cagnetta ! Dietro i vetri della sua finestra 3 scimmiette e nello sfondo UNA POLTRONA SURREALE; la mia amica che dorme.
Proseguo il mio correre dietro l’equilibrio interiore e catturando quanto l’ambiente circostante regala generosamente. Uno splendido inizio di mattinata.
Buona giornata a mattinieri e dormiglioni. September song.
Le tre scimmiette sagge si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca. I loro nomi sono “mizaru”, “kikazaru” e “iwazaru” e significano “non vedere il male”, “non sentire il male” e “non parlare del male”. Le tre scimmiette erano le tre guardiane simboliche del mausoleo (blog ) del BEN ( e).
RispondiEliminaPossibile che quanto sopra sia tutto “male” ?
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Cambiando discorso.
Alessandro Piperno pone e sviluppa un tema.
Scrittori ? Meglio non conoscerli ( di persona ). E attraversa mezza letteratura : Proust Vs Sainte.Beuve. Kafka, Flaubert ( L’artista deve far credere ai posteri di non aver mai vissuto ), J.J. Rousseau ( M’inoltro in un’impresa senza precedenti, l’esecuzione della quale non troverà imitatori. Intendo mostrare ai miei simili un uomo in tutta la verità della sua natura, e quest’uomo sarò io….da - Le confessioni.), Kundera, Salinger etcì … etcì..
Ma nello sviluppo del tema mi pare si parta da “delusioni” sorprendenti, e quindi “evitabili” ignorando certi insopportabili scrittori nel loro mondo “lirico” (reale), per sviluppare il tema del diritto alla privacy ( Salinger , Kafka ) o del diritto ardente degli scrittori di confessarsi .
Se ho BEN inteso, il tema potrebbe fare sua la metafora:
Il lettore ( potenziale lettore) ha diritto / non ha diritto a sbirciare nel CANALE AVALLONE ?
Chissà che ne pensano Mizaru, Kikazaru, Iwazaru ?
Vespa ha detto la sua e Michela ha risposto; anche Gad ( Lerner ) e Mughini l’ha bacchettato di brutto.
Ciao Pastore,
RispondiEliminaconfesso che stento a starti dietro, per mio difetto, e non afferro tutto quello che vuoi dire, per cui non sono in grado di rispondere adeguatamente ai tuoi commenti.
Per quanto riguarda la conoscenza diretta di scrittori, posso dire di averne conosciuti alcuni che non lo fanno di mestiere, ma come attività, diciamo così, di contorno.
Anche con loro, ho cercato di capire più chi sono che non quello che fanno.
C'è chi fa lo scrittore e c'è chi fa il ragioniere, come me, ma credo che alla fine sia sempre la persona che conta di più.
Così ci può essere il luminare che nella vita è uno stro... e ci può essere chi nella vita non è riuscito a realizzare i suoi sogni pur essendo una bravissima persona.
E questo vale anche per gli scrittori, credo, che hanno la tendenza, non a confessarsi, quello magari si fa in chiesa, per chi ci crede, ma a descrivere ciò che vedono e che sentono dentro.
Grazie Ben dell’attenzione :-)
RispondiEliminaA proposito ….di chiesa.
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Ho assistito al rito religioso cattolico, domenicale; la Festa Comandata.
Oggi era di turno “ lo smarrimento”. Il pastore che lascia le 99 pecore e si pone alla ricerca della “ pecorella smarrita”. La donna di casa che possedendo 10 monete d’oro ne smarrisce una e festeggia con le amiche al ritrovamento. Il “figliol prodigo” che si smarrisce.
Mi distraggo su “lo smarrimento”. Il mio pensiero corre ad una nostra.cara.amica che possedendo due paia di occhiali per “Leggere&Scrivere”, ne smarrisce per casa un paio. Ben sapendo che “ CASA NASCONDE MA NON RUBA “, si pone alla ricerca; pregusta già di festeggiare. Correndo da una stanza all’altra del suo super.superattico, la nostra.amica è altolocata e per ribadire il concetto viaggia su T12, s’imbatte nel suo cucciolone.collaboratore e l’interpella: “ Hai visto per caso….mi pare d’averli lasciati sul tavolo…sopra la tovaglia…”. Il cucciolone.collaboratore ha sparecchiato le briciole pensando agli uccellini…ma vide alzarsi in volo dalla terrazza La Gazza Ladra.
Lo smarrimento della nostra. Amica.Altolocata che abbraccia il cucciolone.collaboratore.
Dai, carissima: se non sorridiamo per queste cose.
?
Dici che tu “non ci vedi niente”…. da ridere ? Prova a vedere le cose con l’altro paio d’occhiali: quelli rosa, “all’arisa” :-)
Mannaggia !
Ieri Vangelo ricco, lettura culminante con la parabola del padre misericordioso.
RispondiEliminaUn padre che riaccoglie un figlio incondizionatamente, senza nemmeno dargli il tempo di esprimere il suo pentimento. Un padre che va fuori, incontro al figlio, per evitargli l’umiliazione di bussare alla porta per essere riaccolto in casa.
Torno al tuo commento e alla tua storiella sullo smarrimento.
Al fine di evitare equivoci, al Rifugio si parla degli argomenti proposti, di noi stessi, senza far riferimenti o alludere a terze persone, per motivi che reputo ovvi.
In un blog si è liberi di entrare, di uscire, di restare o di andarsene, ma il rispetto per tutti è un atto dovuto.
Buon inizio settimana.