Scorrendo la lista dei libri letti e inseriti ne "Le pagelle", mi sono accorto che alcuni appartengono a persone che ho conosciuto.
E allora mi sono domandato: la loro conoscenza può influenzare il mio parere sui loro libri?
E ALLORA MI SONO DOMANDATO: LA LORO CONOSCENZA PUÒ INFLUENZARE IL MIO PARERE SUI LORO LIBRI? ------- A questo interrogativo puoi dare risposta solo tu. Fin troppo ovvio. Sicuramente non esiste possibilità di generalizzare, uniformità di comportamento, obbiettività a prova di futura memoria. Ho letto da PdS un tale che per mesi e mesi, post e post, sponsorizzava la scrittrice di Noi due come un romanzo, definendo questo un capolavoro ecc…ecc.. Che ci fosse solo serenità di giudizio e metro comune….mi piace escluderlo. Ho letto altri che hanno messo al rogo la Mazzantini per Non ti muovere ed a seguire un altro rogo per Venuto al mondo. L’obbiettività è un optional. Ho letto romanzi di persone a noi tutti vicine: quasi sufficienti. Ho letto che La Lupa di Roma sta per uscire con un nuovo romanzo. Credo si sia tutti noi fin troppo pazienti di leggerlo ! Lo leggeremo, speriamo di dire: lo gusteremo e poi….mica è detto che si debba dare un voto ! Non facciamoci prendere la mano da GdR che per necessità di “presa” vota i libri che legge. Ho letto SCINTILLE di Gad Lerner. Libro che mi ha fatto un piacere cane leggere, libro che mi ha fatto conoscere, con sommo interesse, storie e luoghi; libro che mi sento di consigliare a chi ama le Saghe Familiari. Libro che non mi sogno di votare. Ho letto di Alessandro Piperno, Con le peggiori intenzioni. Libro per certi versi molto simile a Scintille: stessi ambienti, storie di tragiche vicissitudine ebree, raccontate da rampolli che non hanno avuto in eredità la tragedia ecc… ecc…Il lavoro lo trovo molto più romanzo e per “il suo stile”, personalissimo, un voto sopra ci va bene. 8 ( otto ) a Piperno. Per dire.
Intendevo dire conoscenza diretta, per aver avuto contatti, per un qualsiasi motivo, che si sono protratti per qualche tempo, oppure iniziati e non ancora terminati. Duccio, quelli che hai menzionato li conosci tutti? Nella mia lista ce ne sono alcuni e credo di poter dire che se influenza c'è stata, è stata a livello inconscio, perchè ho scritto ciò che pensavo in quel momento. Una ulteriore lettura forse cambierebbe le cose, ma di questo non ne ho ancora la riprova. Quello del voto è un gioco che spiegai quando cominciai a "votare". Credo anche di poter dire che, se non avessi avuto modo di allacciare contatti con loro, probabilmente non avrei acquistato i loro libri, per il semplice motivo che non li avrei visti nella libreria di mia fiducia, che, come molte, espone sempre e soltanto i soliti noti. Ma questo è un altro discorso.
Si può parlare anche delle amicizie "In corso d'opera?" Io qualche anno fa lessi una bella recensione sul Corriere per Le Variazioni Reinach di Filippo Tuena; all'inzio il libro mi sembrava scritto con la mano sinistra cosicché presi l'indirizzo mail dello scrittore sul libro e scrissi a Tuena che mi accompagnò nella lettura. Senza il suo aiuto non avrei letto il romanzo che poi nel ricordo è uno dei più belli che ho letto. Con uno scrittore invece: l'ho conosciuto a una presentazione e mi è sembrato così pieno di sè e così montato che, anche se il primo e secondo romanzo mi erano sembrati buoni... dopo la presentazione ho smesso di leggerlo. Nome? No. E' un segreto. CIao Marco Sostegni
Ciao Marco. Beh, sì, a volte a sentirli parlare cascano dalle grazie. Non ho assistito a molte presentazioni, dalle mie parti non ce ne sono molte, e quando ci sono sono quasi sempre a orari impossibili per poter partecipare. Tuttavia, ho ascoltato interviste in TV: alcuni mi hanno convinto ad acquistare, altri invece mi hanno completamente "smontato". Niente nomi, però.
Ma perchè niente nomi, scusate? A me non sembra ci sia niente di male ad esprimere un parere esplicito. Scusate l'intromissione ma la vostra posizione mi incuriosisce.
Riguardo all'essere influenzati dalla conoscenza diretta con uno scrittore, a me è capitato di avere un approccio "indulgente" alla lettura. Ma poi subentra il senso critico che credo sia d'aiuto anche a chi scrive. Chi meglio di un amico può dirti sinceramente cosa pensa di te o del tuo lavoro?
E' vero, un amico è molto utile, molto più quando è in grado di fare una critica costruttiva.
Dopo averli ascoltati non comprerei Baricco, Grisham e, nel suo genere, Vespa. Comprerei Grossman, Auster, oltre ad un religioso di cui ora mi sfugge il nome
Caro Ben, vai sui grandi: ma Grossman te lo devi contendere con me :-) Lui l'ho prima letto e solo dopo molti anni l'ho sentito parlare. Parole e idee coincidono e lo compro a scatola chiusa. Lo stesso vale per Amos Oz. Una scrittrice di cui ho letto molto e che non ho mai sentito parlare ma che, ne sono certa, non potrebbe deludermi? Alice Munro. Scrive dell'animo proprio come una che lo conosce bene. E quando lo si conosce così bene da poterlo raccontare non si può che essere persone sensibili.
Scusa se mi permetto di essere molto franca ma Vespa e quelli come lui cosa c'entrano con gli scrittori? Non mischiamo il sacro col profano: quelli sono scribacchini che copiano appunti. Chiedo scusa agli estimatori del genere ma rispetto troppo il mestiere dello scrittore vero per sopportare di vederli accostare a certi nomi.
Enzo Bianchi aveva affascinato anche me in un'intervista televisiva. Ho poi regalato il libro ad una mia parente ma io non l'ho mai letto.
Era il 5 ottobre 2008 quando, in uno dei primi post del Rifugio, dissi di aver ascoltato in tv un'intervista di un certo Grossman. Chiesi se qualcuno poteva darmi notizie di questo scrittore e ne ricevetti da una certa Maria, la quale in seguito seppe indirizzarmi anche verso altri autori.
Vespa c'entra, perché sforna libri che, nelle librerie, non vengono nemmeno scaricati dai pallets.
Oh, Ben, ti sei arrabbiato per Vespa? Vuoi che per farmi perdonare ti invii uno scatolone con tutti i libri che "ha scritto"? Lo so, ora mi toglierai il saluto per sempre... :-)) Buon pomeriggio a tutti!
Son già passati due anni? Incredibile! Ricordo molto bene quando parlammo di Grossman e la grande soddisfazione che provai quando mi dicesti che "Qualcuno con cui correre" ti era piaciuto moltissimo.
Mi sono arrabbiato per Vespa? Chi? Vespa? Poooohhh! Ma chi? Vespa? Poohhhh! direbbe Gigi Proietti formato Toto. Ma perché hai pensato che mi fossi arrabbiato? Mi arrabbierei se mi inviassi i suoi libri, quello sì. :-))
Davvero, quasi due anni, il Rifugio aveva appena aperto.
Buongiorno a tutti: presenti, assenti e così-così. Dovete scusarmi, ma ho capito che con quel monumento in testa i pensieri si erano inceppati. L'ho dovuto togliere e mi ci sono voluti tre giorni! Poi dicono (qualcuno dice) che se non ti monti la testa non vai molto lontano ...Mah. Comunque, cara Maria, grazie per i complimenti. :-) Dunque, concordo con Duccio sul discorso della soggettività dell'obiettività. Mente ancora inceppata? Spero di no. Voglio dire, caro Ben, che - per quanto riguarda te - soltanto tu puoi sapere quale sia il tuo personale confine tra il soggettivo (il rapporto creato con uno scrittore) e l'oggettivo (il valore delle opere di quello scrittore). Sarei comunque curiosa di sapere cosa significa per te "conoscere" una persona. Se hai voglia di rispondere, naturalmente. Se no BEN mi sta, visto che sono arrivata con mooolto ritardo. :-) Ora mi fermo qui, ma avrei altre riflessioni da condividere su questo argomento, se mi è consentito. Un salutone.
E del montarsi la testa? Eh? Quante, ma quante me ne hanno sparate contro sul montarsi la testa... Sparati, esattamente: erano pallettoni, mica scherzi! :-)
Ciao Ines, per "conoscere" intendevo, in questo caso, quello che ho scritto qualche commento più su. Lo so, è un significato riduttivo, la parola "conoscere" può arrivare ad altre... profondità. All'uopo, faccio un esempio: ne "Le pagelle" c'è Pia Fantoni, che ho avuto modo di incontrare,con la quale ho avuto modo di trascorrere alcune ore, e con la quale ci leggiamo in rete.
Come ben sai (e non è la forma contratta di un certo cognome), ti è consentito fare ulteriori riflessioni.
Grazie della risposta e del permesso di continuare, caro Ben. Come ben dici esistono vari gradi di amicizia: da quelle "leggere", chiamiamole così, a quelle "forti", piene, intense, condivise. Per giungere a queste ultime occorrono gli ingredienti giusti (persone, modi di pensare, emozioni...) e anche tempo, spesso molto tempo. L'obiettività, intesa come un metro di valutazione assolutamente scevro di coinvolgimento personale credo non esista o sia comunque difficilmente raggiungibile. Come nelle amicizie anche nel "giudicare" uno scritto non riusciamo facilmente a distaccarci in modo tale da raggiungere un soddisfacente livello di obiettività. Questo a prescindere dal fatto che noi conosciamo o no l'autore: sono i nostri sentimenti, le aspettative che nutriamo rispetto a quel lavoro, il nostro modo di interpretare ciò che è stato scritto a filtrare il contenuto. Per questo non credo nell'universalità del valore oggettivo e mi tengo a debita distanza da dichiarazioni del tipo "E' un capolavoro", "E' un lavoro perfetto" (?!)... Posso dirlo, certo, ma dovrei aggiungere "per me", poiché per te - ipoteticamente - potrebbe non esserlo. Nessuno potrà mai stabilire, per giunta, chi dei due ha ragione. Entrano inevitabilmente in gioco fattori personali indiscutibili. Per tornare all'obiettività resta un traguardo cui dovremmo ambire, con qualsiasi autore. Ma resterà la "nostra obiettività". Buon proseguimento.
Credo, Ben, che tutto ciò che è sottoponibile a una "interpretazione" (da un romanzo a un dipinto, da un discorso a un genere musicale e l'elenco potrebbe continuare) viene interpretato secondo i gusti e le preferenze del "fruitore", chiamiamolo così. Certo, perché la sua valutazione sia quanto più possibile "obiettiva" dovrebbe riuscire a liberarsi - almeno in parte - da posizioni, schemi mentali, pregiudizi talvolta, altre volte da quella forma di "immaturità" che genera sentimenti negativi(che purtroppo non mancano, in alcune situazioni)quali l'invidia, il senso di inadeguatezza, il desiderio di primeggiare ... Non è semplice, diciamolo senza nutrire facili illusioni: la strada verso un'adeguata obiettività sarebbe da perseguire, ma non è semplice. Le persone per le quali tutto è soggettivo: e dunque assoluto e assolutamente indiscutibile, Ben? Quelle per le quali soltanto il loro personale giudizio ha significato e valore? E' a questo che ti riferisci? Se sì le considero persone poco aperte al confronto, al mettersi in gioco e - se occorre - in discussione, fattori che aiutano a migliorare e a crescere, ad arricchirsi. Sono persone interiormente povere, secondo il mio modesto parere. Se no, scusami ma non ho capito. :-)Allora mi farebbe piacere se mi aiutassi a capire meglio. Grazie. Un saluto
Ines, sei in forma smagliante! Quello che intendevo era proprio quello. Nascondendosi dietro ad un "è soggettivo", si esclude ogni sorta di approfondimento e, se vogliamo, di arricchimento, a prescindere dalla collocazione della verità o della ragione, qualora vi fossero.
Tempo fa mi ritrovai a dare un suggerimento, o meglio, a mettere al servizio una mia esperienza, che era comune anche ad altri, ad una persona che ritenevo persona di grande spessore, e che senza dubbio lo è. Non volevo, per questo, insegnare niente a nessuno, ma semplicemente dire che io mi ero trovato bene agendo in un certo modo. La risposta fu "dipende, è soggettivo". Che risposta deludente! E' chiaro che è soggettivo, ma tutto può essere soggettivo, e se tutto è soggettivo allora si può smettere di parlare di qualsiasi cosa.
P.s. Per Maria se ci legge: questa volta non chiedere nomi e cognomi, sarebbe del tutto ininfluente.
Caro Ben e cari "rifugiati" presenti o di passaggio, nessuno è depositario della "verità" e della "ragione" in senso pieno, scherziamo? Ogni persona ha il diritto di difendere le proprie opinioni, i propri ideali e principi anche con determinazione, ma ha anche il dovere di rispettare quelli altrui: di ascoltarli, valutarli con ponderazione e soprattutto, dunque, rispettarli. Questo "dipende, è soggettivo" mi dà l'impressione - ma potrei sbagliare, sia chiaro - di un trincerarsi nelle proprie posizioni che non lascia spazio agli altri. Ritengo sia, appunto, una forma di immaturità relazionale. Quanto al fare i nomi, cara Maria, scusami ma non concordo con te: rientra nelle libere scelte personali decidere se, quando e con chi fare i nomi. All'inizio di questa ricca conversazione virtuale chiedevo cosa significa "conoscere". A questo proposito vorrei concludere (per tua, Ben/vostra fortuna) con una mia considerazione. Significa "conoscere" uno scrittore (per restare in tema, ma il discorso si potrebbe estendere ben oltre) se lo sentiamo parlare in televisione? Quando si è preparato per dire, dare e offrire al pubblico il "meglio di sé", spesso inteso non come qualcosa che esiste veramente nella sua personalità, ma come una maschera accuratamente costruita per conquistare i lettori? Personalmente diffido di tante belle parole se non sono accompagnate da comportamenti altrettanto "belli". Apparire è una cosa. Essere è altro. Oggi conta molto l'apparire, purtroppo: viviamo in una società fortemente narcisista. Grazie per lo spazio che mi hai concesso, Ben. Un salutone. :-)
A proposito del conoscere uno scrittore anche attraverso ciò che scrive, Ben, feci un intervento per L&S a questo proposito. Dicevo, appunto, che - in fondo - ogni libro è almeno in parte "autobiografico", non nel senso letterale del termine, ma come intendi tu. Da una lettura attenta si capiscono tratti del carattere di chi scrive, quali sono le sue priorità (narrative e di vita), il suo modo di interpretare i rapporti umani, i valori che contano e molto altro. Quasi sempre. A meno che l'autore non desideri mascherarsi, ma qui inizierebbe un altro discorso da metterci le tende... :-) Quanto alle apparizioni televisive degli scrittori, sì, credo tu abbia ragione: creare il personaggio che faccia effetto, "presa" sul pubblico. Ma anche qui sarebbe un'altra parentesi di qualche ora e circa cinquemila battute sulla tastiera. Ma mica esce musica da queste tastiere, uff... :-) Ciao
Dipende anche dal genere che tratta l'autore, perché ce ne sono di quelli che sono di intrattenimento puro, senza che lo scrittore cerchi di mascherarsi.
E a proposito di parentesi, per l'angolo del buon umore: Fra Parentesi = guida spirituale degli scrittori.
E dopo questa figuraccia posso chiudere bottega ed andare a letto.
Direi 10 minuti dietro la lavagna. :-) Scrittori di intrattenimeno puro? Ehm...o sono furbi o sono intrattenitori nati. Moccia e il suo berrettino con visierina stile evergreen dove lo piazziamo, oltre che nei Baci Perugina? Vabbè...vado a farmi i dieci minuti dietro la lavagna anch'io. 'Notte.
Pensavo più a chi scrive fantascienza, anche gialli o thriller, oppure fantasy, anche se in questi ultimi può capitare di trovarci una morale.
Moccia non mi ispira e non ho provato a leggerlo, ma mia figlia lo ha bocciato, e siccome mi aveva ben sconsigliato altri libri che invece ho letto, l'ho ascoltata.
Che domanda, caro Ben!
RispondiEliminaVado a concentrarmi, ok?
E ALLORA MI SONO DOMANDATO: LA LORO CONOSCENZA PUÒ INFLUENZARE IL MIO PARERE SUI LORO LIBRI?
RispondiElimina-------
A questo interrogativo puoi dare risposta solo tu. Fin troppo ovvio.
Sicuramente non esiste possibilità di generalizzare, uniformità di comportamento, obbiettività a prova di futura memoria.
Ho letto da PdS un tale che per mesi e mesi, post e post, sponsorizzava la scrittrice di Noi due come un romanzo, definendo questo un capolavoro ecc…ecc.. Che ci fosse solo serenità di giudizio e metro comune….mi piace escluderlo.
Ho letto altri che hanno messo al rogo la Mazzantini per Non ti muovere ed a seguire un altro rogo per Venuto al mondo.
L’obbiettività è un optional.
Ho letto romanzi di persone a noi tutti vicine: quasi sufficienti.
Ho letto che La Lupa di Roma sta per uscire con un nuovo romanzo.
Credo si sia tutti noi fin troppo pazienti di leggerlo !
Lo leggeremo, speriamo di dire: lo gusteremo e poi….mica è detto che si debba dare un voto !
Non facciamoci prendere la mano da GdR che per necessità di “presa” vota i libri che legge.
Ho letto SCINTILLE di Gad Lerner. Libro che mi ha fatto un piacere cane leggere, libro che mi ha fatto conoscere, con sommo interesse, storie e luoghi; libro che mi sento di consigliare a chi ama le Saghe Familiari. Libro che non mi sogno di votare.
Ho letto di Alessandro Piperno, Con le peggiori intenzioni. Libro per certi versi molto simile a Scintille: stessi ambienti, storie di tragiche vicissitudine ebree, raccontate da rampolli che non hanno avuto in eredità la tragedia ecc… ecc…Il lavoro lo trovo molto più romanzo e per “il suo stile”, personalissimo, un voto sopra ci va bene. 8 ( otto ) a Piperno.
Per dire.
Intendevo dire conoscenza diretta, per aver avuto contatti, per un qualsiasi motivo, che si sono protratti per qualche tempo, oppure iniziati e non ancora terminati.
RispondiEliminaDuccio, quelli che hai menzionato li conosci tutti?
Nella mia lista ce ne sono alcuni e credo di poter dire che se influenza c'è stata, è stata a livello inconscio, perchè ho scritto ciò che pensavo in quel momento. Una ulteriore lettura forse cambierebbe le cose, ma di questo non ne ho ancora la riprova.
Quello del voto è un gioco che spiegai quando cominciai a "votare".
Credo anche di poter dire che, se non avessi avuto modo di allacciare contatti con loro, probabilmente non avrei acquistato i loro libri, per il semplice motivo che non li avrei visti nella libreria di mia fiducia, che, come molte, espone sempre e soltanto i soliti noti.
Ma questo è un altro discorso.
Si può parlare anche delle amicizie "In corso d'opera?" Io qualche anno fa lessi una bella recensione sul Corriere per Le Variazioni Reinach di Filippo Tuena; all'inzio il libro mi sembrava scritto con la mano sinistra cosicché presi l'indirizzo mail dello scrittore sul libro e scrissi a Tuena che mi accompagnò nella lettura. Senza il suo aiuto non avrei letto il romanzo che poi nel ricordo è uno dei più belli che ho letto. Con uno scrittore invece: l'ho conosciuto a una presentazione e mi è sembrato così pieno di sè e così montato che, anche se il primo e secondo romanzo mi erano sembrati buoni... dopo la presentazione ho smesso di leggerlo.
RispondiEliminaNome? No. E' un segreto.
CIao
Marco Sostegni
Ciao Marco.
RispondiEliminaBeh, sì, a volte a sentirli parlare cascano dalle grazie.
Non ho assistito a molte presentazioni, dalle mie parti non ce ne sono molte, e quando ci sono sono quasi sempre a orari impossibili per poter partecipare.
Tuttavia, ho ascoltato interviste in TV: alcuni mi hanno convinto ad acquistare, altri invece mi hanno completamente "smontato".
Niente nomi, però.
Ma perchè niente nomi, scusate?
RispondiEliminaA me non sembra ci sia niente di male ad esprimere un parere esplicito.
Scusate l'intromissione ma la vostra posizione mi incuriosisce.
Riguardo all'essere influenzati dalla conoscenza diretta con uno scrittore, a me è capitato di avere un approccio "indulgente" alla lettura. Ma poi subentra il senso critico che credo sia d'aiuto anche a chi scrive. Chi meglio di un amico può dirti sinceramente cosa pensa di te o del tuo lavoro?
Un po' di curiosità non guasta.:-)
RispondiEliminaE' vero, un amico è molto utile, molto più quando è in grado di fare una critica costruttiva.
Dopo averli ascoltati
non comprerei Baricco, Grisham e, nel suo genere, Vespa.
Comprerei Grossman, Auster, oltre ad un religioso di cui ora mi sfugge il nome
Enzo Bianchi, mi è tornato in mente
RispondiEliminaCaro Ben, vai sui grandi: ma Grossman te lo devi contendere con me :-)
RispondiEliminaLui l'ho prima letto e solo dopo molti anni l'ho sentito parlare. Parole e idee coincidono e lo compro a scatola chiusa.
Lo stesso vale per Amos Oz.
Una scrittrice di cui ho letto molto e che non ho mai sentito parlare ma che, ne sono certa, non potrebbe deludermi? Alice Munro. Scrive dell'animo proprio come una che lo conosce bene. E quando lo si conosce così bene da poterlo raccontare non si può che essere persone sensibili.
Scusa se mi permetto di essere molto franca ma Vespa e quelli come lui cosa c'entrano con gli scrittori? Non mischiamo il sacro col profano: quelli sono scribacchini che copiano appunti. Chiedo scusa agli estimatori del genere ma rispetto troppo il mestiere dello scrittore vero per sopportare di vederli accostare a certi nomi.
Enzo Bianchi aveva affascinato anche me in un'intervista televisiva. Ho poi regalato il libro ad una mia parente ma io non l'ho mai letto.
Buona serata a tutti.
Era il 5 ottobre 2008 quando, in uno dei primi post del Rifugio, dissi di aver ascoltato in tv un'intervista di un certo Grossman.
RispondiEliminaChiesi se qualcuno poteva darmi notizie di questo scrittore e ne ricevetti da una certa Maria, la quale in seguito seppe indirizzarmi anche verso altri autori.
Vespa c'entra, perché sforna libri che, nelle librerie, non vengono nemmeno scaricati dai pallets.
Buona giornata.
Oh, Ben, ti sei arrabbiato per Vespa? Vuoi che per farmi perdonare ti invii uno scatolone con tutti i libri che "ha scritto"?
RispondiEliminaLo so, ora mi toglierai il saluto per sempre... :-))
Buon pomeriggio a tutti!
Son già passati due anni? Incredibile! Ricordo molto bene quando parlammo di Grossman e la grande soddisfazione che provai quando mi dicesti che "Qualcuno con cui correre" ti era piaciuto moltissimo.
RispondiEliminaMi sono arrabbiato per Vespa?
RispondiEliminaChi? Vespa? Poooohhh!
Ma chi? Vespa? Poohhhh!
direbbe Gigi Proietti formato Toto.
Ma perché hai pensato che mi fossi arrabbiato?
Mi arrabbierei se mi inviassi i suoi libri, quello sì. :-))
Davvero, quasi due anni, il Rifugio aveva appena aperto.
Buongiorno a tutti: presenti, assenti e così-così.
RispondiEliminaDovete scusarmi, ma ho capito che con quel monumento in testa i pensieri si erano inceppati. L'ho dovuto togliere e mi ci sono voluti tre giorni!
Poi dicono (qualcuno dice) che se non ti monti la testa non vai molto lontano ...Mah.
Comunque, cara Maria, grazie per i complimenti. :-)
Dunque, concordo con Duccio sul discorso della soggettività dell'obiettività.
Mente ancora inceppata? Spero di no.
Voglio dire, caro Ben, che - per quanto riguarda te - soltanto tu puoi sapere quale sia il tuo personale confine tra il soggettivo (il rapporto creato con uno scrittore) e l'oggettivo (il valore delle opere di quello scrittore).
Sarei comunque curiosa di sapere cosa significa per te "conoscere" una persona.
Se hai voglia di rispondere, naturalmente.
Se no BEN mi sta, visto che sono arrivata con mooolto ritardo. :-)
Ora mi fermo qui, ma avrei altre riflessioni da condividere su questo argomento, se mi è consentito.
Un salutone.
E del montarsi la testa? Eh?
Quante, ma quante me ne hanno sparate contro sul montarsi la testa...
Sparati, esattamente: erano pallettoni, mica scherzi! :-)
Ciao Ines,
RispondiEliminaper "conoscere" intendevo, in questo caso, quello che ho scritto qualche commento più su. Lo so, è un significato riduttivo, la parola "conoscere" può arrivare ad altre... profondità.
All'uopo, faccio un esempio: ne "Le pagelle" c'è Pia Fantoni, che ho avuto modo di incontrare,con la quale ho avuto modo di trascorrere alcune ore, e con la quale ci leggiamo in rete.
Come ben sai (e non è la forma contratta di un certo cognome), ti è consentito fare ulteriori riflessioni.
Grazie della risposta e del permesso di continuare, caro Ben.
RispondiEliminaCome ben dici esistono vari gradi di amicizia: da quelle "leggere", chiamiamole così, a quelle "forti", piene, intense, condivise.
Per giungere a queste ultime occorrono gli ingredienti giusti (persone, modi di pensare, emozioni...) e anche tempo, spesso molto tempo.
L'obiettività, intesa come un metro di valutazione assolutamente scevro di coinvolgimento personale credo non esista o sia comunque difficilmente raggiungibile.
Come nelle amicizie anche nel "giudicare" uno scritto non riusciamo facilmente a distaccarci in modo tale da raggiungere un soddisfacente livello di obiettività.
Questo a prescindere dal fatto che noi conosciamo o no l'autore: sono i nostri sentimenti, le aspettative che nutriamo rispetto a quel lavoro, il nostro modo di interpretare ciò che è stato scritto a filtrare il contenuto.
Per questo non credo nell'universalità del valore oggettivo e mi tengo a debita distanza da dichiarazioni del tipo "E' un capolavoro", "E' un lavoro perfetto" (?!)...
Posso dirlo, certo, ma dovrei aggiungere "per me", poiché per te - ipoteticamente - potrebbe non esserlo. Nessuno potrà mai stabilire, per giunta, chi dei due ha ragione.
Entrano inevitabilmente in gioco fattori personali indiscutibili.
Per tornare all'obiettività resta un traguardo cui dovremmo ambire, con qualsiasi autore. Ma resterà la "nostra obiettività".
Buon proseguimento.
Obiettivamente, non avrei saputo scriverlo meglio. :-)
RispondiEliminaMa con quelli per i quali tutto è soggettivo, come la mettiamo?
Credo, Ben, che tutto ciò che è sottoponibile a una "interpretazione" (da un romanzo a un dipinto, da un discorso a un genere musicale e l'elenco potrebbe continuare) viene interpretato secondo i gusti e le preferenze del "fruitore", chiamiamolo così.
RispondiEliminaCerto, perché la sua valutazione sia quanto più possibile "obiettiva" dovrebbe riuscire a liberarsi - almeno in parte - da posizioni, schemi mentali, pregiudizi talvolta, altre volte da quella forma di "immaturità" che genera sentimenti negativi(che purtroppo non mancano, in alcune situazioni)quali l'invidia, il senso di inadeguatezza, il desiderio di primeggiare ...
Non è semplice, diciamolo senza nutrire facili illusioni: la strada verso un'adeguata obiettività sarebbe da perseguire, ma non è semplice.
Le persone per le quali tutto è soggettivo: e dunque assoluto e assolutamente indiscutibile, Ben?
Quelle per le quali soltanto il loro personale giudizio ha significato e valore?
E' a questo che ti riferisci?
Se sì le considero persone poco aperte al confronto, al mettersi in gioco e - se occorre - in discussione, fattori che aiutano a migliorare e a crescere, ad arricchirsi.
Sono persone interiormente povere, secondo il mio modesto parere.
Se no, scusami ma non ho capito.
:-)Allora mi farebbe piacere se mi aiutassi a capire meglio. Grazie.
Un saluto
Ines, sei in forma smagliante!
RispondiEliminaQuello che intendevo era proprio quello. Nascondendosi dietro ad un "è soggettivo", si esclude ogni sorta di approfondimento e, se vogliamo, di arricchimento, a prescindere dalla collocazione della verità o della ragione, qualora vi fossero.
Tempo fa mi ritrovai a dare un suggerimento, o meglio, a mettere al servizio una mia esperienza, che era comune anche ad altri, ad una persona che ritenevo persona di grande spessore, e che senza dubbio lo è. Non volevo, per questo, insegnare niente a nessuno, ma semplicemente dire che io mi ero trovato bene agendo in un certo modo.
La risposta fu "dipende, è soggettivo".
Che risposta deludente!
E' chiaro che è soggettivo, ma tutto può essere soggettivo, e se tutto è soggettivo allora si può smettere di parlare di qualsiasi cosa.
P.s. Per Maria se ci legge: questa volta non chiedere nomi e cognomi, sarebbe del tutto ininfluente.
Ciao ciao
Caro Ben e cari "rifugiati" presenti o di passaggio,
RispondiEliminanessuno è depositario della "verità" e della "ragione" in senso pieno, scherziamo?
Ogni persona ha il diritto di difendere le proprie opinioni, i propri ideali e principi anche con determinazione, ma ha anche il dovere di rispettare quelli altrui: di ascoltarli, valutarli con ponderazione e soprattutto, dunque, rispettarli.
Questo "dipende, è soggettivo" mi dà l'impressione - ma potrei sbagliare, sia chiaro - di un trincerarsi nelle proprie posizioni che non lascia spazio agli altri. Ritengo sia, appunto, una forma di immaturità relazionale.
Quanto al fare i nomi, cara Maria, scusami ma non concordo con te: rientra nelle libere scelte personali decidere se, quando e con chi fare i nomi.
All'inizio di questa ricca conversazione virtuale chiedevo cosa significa "conoscere".
A questo proposito vorrei concludere (per tua, Ben/vostra fortuna) con una mia considerazione. Significa "conoscere" uno scrittore (per restare in tema, ma il discorso si potrebbe estendere ben oltre) se lo sentiamo parlare in televisione? Quando si è preparato per dire, dare e offrire al pubblico il "meglio di sé", spesso inteso non come qualcosa che esiste veramente nella sua personalità, ma come una maschera accuratamente costruita per conquistare i lettori?
Personalmente diffido di tante belle parole se non sono accompagnate da comportamenti altrettanto "belli".
Apparire è una cosa. Essere è altro.
Oggi conta molto l'apparire, purtroppo: viviamo in una società fortemente narcisista.
Grazie per lo spazio che mi hai concesso, Ben.
Un salutone. :-)
Uno scrittore lo si conosce anche attraverso quello che scrive, anche se non sempre.
RispondiEliminaQuando c'è la tv di mezzo, bisogna mettere in preventivo anche la questione personaggio/persona.
Che ne pensi?
'notte.
A proposito del conoscere uno scrittore anche attraverso ciò che scrive, Ben, feci un intervento per L&S a questo proposito.
RispondiEliminaDicevo, appunto, che - in fondo - ogni libro è almeno in parte "autobiografico", non nel senso letterale del termine, ma come intendi tu. Da una lettura attenta si capiscono tratti del carattere di chi scrive, quali sono le sue priorità (narrative e di vita), il suo modo di interpretare i rapporti umani, i valori che contano e molto altro. Quasi sempre.
A meno che l'autore non desideri mascherarsi, ma qui inizierebbe un altro discorso da metterci le tende... :-)
Quanto alle apparizioni televisive degli scrittori, sì, credo tu abbia ragione: creare il personaggio che faccia effetto, "presa" sul pubblico.
Ma anche qui sarebbe un'altra parentesi di qualche ora e circa cinquemila battute sulla tastiera.
Ma mica esce musica da queste tastiere, uff... :-)
Ciao
Dipende anche dal genere che tratta l'autore, perché ce ne sono di quelli che sono di intrattenimento puro, senza che lo scrittore cerchi di mascherarsi.
RispondiEliminaE a proposito di parentesi, per l'angolo del buon umore:
Fra Parentesi = guida spirituale degli scrittori.
E dopo questa figuraccia posso chiudere bottega ed andare a letto.
Direi 10 minuti dietro la lavagna.
RispondiElimina:-)
Scrittori di intrattenimeno puro?
Ehm...o sono furbi o sono intrattenitori nati.
Moccia e il suo berrettino con visierina stile evergreen dove lo piazziamo, oltre che nei Baci Perugina?
Vabbè...vado a farmi i dieci minuti dietro la lavagna anch'io.
'Notte.
Pensavo più a chi scrive fantascienza, anche gialli o thriller, oppure fantasy, anche se in questi ultimi può capitare di trovarci una morale.
RispondiEliminaMoccia non mi ispira e non ho provato a leggerlo, ma mia figlia lo ha bocciato, e siccome mi aveva ben sconsigliato altri libri che invece ho letto, l'ho ascoltata.
Se Moccia è stato bocciato da una ragazza (è sulle ragazze che fa più "presa") ... è tutto dire.
RispondiEliminaBuona giornata