sabato 26 marzo 2011

Quattro passi... con Ben - Trentasettesima puntata

Si chiamava Serena.
Passeggiammo insieme per tutta la sera, ed una volta rientrati in albergo restammo a parlare con altri compagni nella hall.
Parlava con voce molto pacata, quasi sottovoce, ed aveva un’aria molto riflessiva ma sognatrice.
Quando mi guardava i suoi occhi mi penetravano dentro, in profondità, ed ogni parola che dicevo, soppesata in ogni sua sillaba, trovava la sua approvazione e il suo accordo. Qualsiasi movimento facessi, ero sempre accompagnato dalla sua mano, che trovavo sulla mia, oppure sulla coscia o sulle spalle. Si stava avvicinando a me sempre più, in tutti i sensi. Il suo sguardo incrociava sempre il mio, anche quando non ero io il protagonista della scena.
Provavo un po’ d’imbarazzato per tutte quelle attenzioni.
La Stefania e l’Elena capirono che forse era meglio andar via e ci salutarono. Io cercai di trattenerle, ma invano. Luca stava parlando con la Cecilia, il Giuba era con Francesca e gli altri chissà dove.
Rimanemmo lì io e Serena, finché una sua compagna venne a chiamarla per andare in camera.
Lei mi salutò augurandomi la buona notte. Poi appoggiò le sue mani sulle mie spalle e mi dette un sonoro bacio sulla guancia, che ricambiai.
Andò via dimenticando la borsetta sul divano. Pochi istanti dopo me ne accorsi, così la presi per riportargliela.
A rapidi passi cercai la sua camera e quando entrai era già in pigiama (che velocità!) e le sue amiche non c’erano più. Sembrava tutto così facile, troppo facile.
“Hai dimenticato la borsetta” le dissi.
“Appoggiala lì, grazie.”
Ma la sua risposta fu priva di sorpresa, come se già sapesse che qualcuno gliela avrebbe riportata.
Allora immaginai che lo avesse fatto di proposito, con l’intento che a riportarla fossi proprio io, cioè l’unico che, trovandola, avrebbe saputo chi fosse la proprietaria.
D’istinto realizzai che era tutto troppo studiato: la borsetta dimenticata, lei che era già in pigiama, le amiche che non c’erano più. Tutto sembrava portare ad un incontro in camera tra noi due. Questo intuii, non so se a ragione oppure no, ma non mi piacque.
Va bene che non ero avvezzo a questo tipo di rapporti, ma la facilità di quella ragazza mi faceva pensare che, comunque, non sarebbe stata quella ideale per me.
Tutte queste sensazioni le ebbi in una frazione di secondo, tant’è vero che risposi freddamente:
“Prego, buonanotte!”
E così dicendo me ne andai in camera mia, lasciandola, allora sì, con un’espressione di vera sorpresa.
Lì mi ritrovai con altri compagni di classe per fare notte fonda.
Quello era ciò che ancora preferivo, piuttosto che un’avventura isolata e senza senso. Forse perché non ero ancora pronto per un rapporto con una ragazza. Forse ero ancora un po’ troppo ingenuo per capire certe situazioni. Ad ogni modo, ero stato coerente con ciò che pensavo e provavo.
Prima di addormentarci, commentammo in camera quella giornata.
Luca ci raccontò di come aveva imbroccato la Francesca, o meglio, come gli spiegammo, come aveva creduto di averla imbroccata, Carmine non aveva avuto grandi emozioni, ma si stava divertendo, il Giuba si era già innamorato di Francesca, che ricambiava, ed io avevo conosciuto Serena.
“Le piaci” disse il Giuba.
“Non mi convince” risposi.
“È cotta, Bobby. Dai retta a me!”
“Mah, sarà...” conclusi.
E così, continuando a parlare, ci addormentammo senza nemmeno rendercene conto.

6 commenti:

  1. Ciao, Ben!
    Caspita che self-control!
    Mi hai lasciata di stucco, basita, di princisbecco - senza parole, insomma - con questa puntata!
    Buona serata

    La Serena...che credeva che Ben si lasciasse circuire con tanta facilità...Ah, 'ste donne! :-)

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  2. Ho sempre pensato di essere nato vecchio (per usare termini che si possono scrivere pubblicamente).
    Qualche volta però...

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  3. Piacere di conoscerti e leggerti,Buona Pasqua!

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  4. Carissimo amico,
    grazie per gli auguri.
    Attendo tue notie sul blog.
    Anche le critiche sono importanti
    A presto dunque

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  5. Grazie Silvia e Ben-venuta al Rifugio.
    Ho visto che non siamo molto distanti, geograficamente parlando.
    Auguri!

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  6. Ciao Anna,
    passerò senz'altro. Anzi, visto che a giungo dovrò far parte di una giuria per valutare delle poesie, comincerò a fare pratica con le tue.
    Sei d'accordo?

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