Amiche,
amici, lettrici, lettori, conoscenti e persone le cui vite si sono intersecate
con la mia: se vi state ponendo questa domanda dopo aver visto una serie di
romanzi usciti in formato ebook da qualche mese a questa parte, la risposta è:
no, non sono impazzito.
Se,
invece, vi state chiedendo il perché, adesso ve lo spiego.
Spero
che abbiate la pazienza di leggere questo post fino in fondo. So
che non è facile, quindi, se ci riuscite, fatemelo capire in qualche modo.
Nei
post pubblicati in precedenza, ho scritto più volte che il 2024 è un
anno importante per me, perché ho compiuto venti anni... di scrittura.
Un
periodo, cominciato quasi per caso con quel Quattro passi, che mi
ha fatto vivere emozioni inimmaginabili all’epoca.
In
questi anni mi sono dedicato alla scrittura di romanzi, racconti, giochi di
rime ed alcune poesie, piccole sceneggiature teatrali, testi per canzoni e
molti pensieri affidati a Il Rifugio di Roberto, nel quale ho
sostato ogni volta che ne ho sentito la necessità.
Il
futuro non si prevede, al di là delle intenzioni, ma, dopo venti anni, non so se
ci sarà un seguito a tutto questo, poiché la fantasia e la creatività possono
venir meno senza preavviso, come l’interessamento da parte di lettrici e di
lettori, e perché cambiamenti, lenti, ma continui, sono sempre in atto.
Così
ho deciso di farmi un regalo: ridare vita a tutti i miei romanzi cartacei
trasformandoli in ebook, mandandoli a fare compagnia a quelli che sono nati in
questo formato e che la carta non l’hanno mai conosciuta.
Così,
negli scaffali virtuali delle principali librerie online, sono reperibili Nel
mezzo della notte e Incontro al mattino, con le vicende
di Elena, Marco e Sandro, in cui si parla di sentimenti importanti, come
l’amicizia e l’amore, e di fede.
Lo
stesso discorso vale per Al di là delle ombre e Il treno
delle 7,18, con le storie di Lupo, Rustico e il cane Rx, più
orientate verso lettrici e lettori di giovane età (e quindi adatte a tutti,
aggiungo) in cui si parla ancora di sentimenti forti, solidarietà, volontariato
e di un aspetto tanto bello quanto difficile da mettere in pratica: il perdono.
Quattro Passi e La
chiusura del cerchio, che non sono romanzi, rimangono al loro posto e non
saranno più distribuiti.
Il
primo, un’autobiografia pura in cui ho parlato della mia giovinezza, è nato per
uno scopo specifico e resterà un’esperienza unica e irripetibile.
Il
secondo, in cui ho parlato di un periodo successivo della mia vita visto
attraverso il susseguirsi dei post pubblicati sul mio blog, molto
sperimentale, rimarrà fine a sé stesso.
Fuori il buio rappresenta
la consapevolezza che va ad integrarsi con tutte quelle speranze, sensazioni,
gioie ed emozioni sviluppate nelle esperienze precedenti, tirandone le somme.
Forse
era questo romanzo che doveva intitolarsi La chiusura del cerchio, ma, poiché
non potevo, ho cercato di fare... chiarezza riprendendo il titolo di un
racconto inedito che adesso è parte integrante di quella storia.
Direi,
pertanto, che è il romanzo dove sono più... presente.
Una
bella cavalcata, da un punto di vista personale, che potrebbe dirsi terminata,
se vado a considerare tutti i risvolti.
Periodi belli, più remoti, si
sono alternati a momenti bui, più recenti, durante i quali ho pensato di
smettere di condividere quello che scrivevo.
E questo è uno di quei momenti.
Ma
scrivere senza condividere per me non ha senso, mi sembrerebbe di parlare da solo. Penso
che la scrittura sia un atto di condivisione, un atto in cui chi scrive, esponendosi
al giudizio, diventa vulnerabile, donando, allo stesso tempo, una
visione nuova, unica e personale, delle vicende umane narrate.
Talvolta,
però, la realtà è diversa da quella auspicata.
Adesso
il regalo per questo anniversario del tutto personale me lo sono fatto, tutti
i romanzi e i racconti che ho scritto sono online, e con loro, inevitabilmente,
molto di me.
Le
percentuali di vendita parlano chiaro: gli ebook non sono come i libri
cartacei, nei confronti dei quali partono anche con altri handicap, non
solo come scelta di lettura.
Un
esempio? Di recente mi è stata negata la possibilità di fare una presentazione
perché il romanzo non era in formato cartaceo. Il contenuto non è stato preso
in considerazione.
Non
ne faccio un dramma, nella vita ci sono molte cose più importanti di questa,
ma, credetemi, resta l’amaro in bocca e, se proprio deve essere, vorrei essere
bocciato dopo essere stato letto.
Sono
quindi consapevole che l’interessamento per questi romanzi, nella
migliore delle ipotesi, sarà scarso, ma al di là di tutto, handicap o no, presentazioni
o no, tutto dipende da chi scrive.
Io
ho fatto quanto era nelle mie possibilità.
Spero
che, da qualche parte, ci sia qualcuno che sia interessato a leggerli, perché per
noi ideatori di storie è essenziale e bello che voi ci siate, care lettrici
e cari lettori, altrimenti potremmo scrivere mille e più libri, continuando
ad avere la sensazione di parlare da soli.
Comunque vada, a voi il mio GRAZIE, di
cuore.