martedì 12 novembre 2024

Gesù figlio dell’uomo – Kahlil Gibran - Universale Economica Feltrinelli

Leggere le pagine di Gibran per me è sempre un piacere perché sono poesia attraverso la quale riflettere e meditare. Su alcune pagine ci sarebbe da soffermarsi a lungo perché ci interrogano su tanti aspetti della vita attuale, pur essendo, questo libro, del 1928, ma anche perché pongono domande sulla figura di Gesù, come figlio dell’uomo e come figlio di Dio, interrogandoci sulla fede.

In questo libro si cerca di presentare Gesù, uomo tra gli uomini, sotto molteplici aspetti, e per fare questo vengono chiamati a parlare di lui tanti personaggi che hanno avuto modo di conoscerlo. Alcuni sono veri, come gli Apostoli, altri sono inventati. Ne emerge un quadro di ricordi appassionati, ma anche contrastanti, sulla figura di Gesù. 

C’è chi rinasce dopo averlo incontrato, c’è chi lo considera un imbroglione. C’è chi lo seguirà fino ai confini della terra, c’è chi gli addossa tutte le colpe per ciò che ha subito in vita. Insomma, niente di nuovo con i nostri giorni.

Gibran, anche attraverso pagine un po’ indigeste, a seconda del rapporto che ognuno ha con la propria fede, si sofferma sul Gesù uomo, "addomesticando" alcuni passi del Vangelo e delle Scritture per il raggiungimento del suo intento.

Il Gesù di Gibran è una versione poetica di Gesù. Un uomo di grande valore, ma non il Salvatore.

Alcune pagine mi hanno lasciato dei dubbi e non sono state del tutto comprensibili riguardo alle intenzioni dell’autore.

Forse credeva che Gesù fosse “solo uomo”? O forse voleva esaltarne di più la sua personalità? Forse voleva puntare il dito verso un tipo di Chiesa ipocrita?

Ci vorrebbe un teologo per capirne di più.

In ogni caso un libro poeticamente bello, stimolante, ed una lettura molto appassionante.

giovedì 31 ottobre 2024

Prenderla con filosofia - Fine del corso

Quando tutto sembra finito è allora che stai per cominciare.

È una frase che mi accompagna da tanto tempo, in cui tanti, credo, possano riconoscere vari passi della vita.

Alcuni esempi: quando finiscono le scuole elementari, iniziano le medie. Quando finiscono queste, si festeggia, ma non è altro che l’inizio delle superiori, e così via fino ad essere nel vivo della vita vera con tutte le sue sfaccettature, positive e negative.

Ad ogni fine sembra corrispondere sempre un nuovo inizio che non è altro che la prosecuzione del periodo precedente.

Sarà che questa settimana è stata densa di emozioni, sarà perché sto diventando (più) grande, ma ultimamente tante cose mi procurano emozioni.

Per esempio, alcuni giorni fa è terminato un breve corso di approccio alla filosofia. Per il secondo anno mi sono iscritto e, anche per altri corsi frequentati, ho iniziato a fare conoscenza con alcune persone, studenti e insegnante.

Alla fine, quando ognuno stava riprendendo la strada di casa, ho avuto delle sensazioni che erano un misto di malinconia, tristezza, vuoto.

Non mi ha aiutato il fatto di essere stato il penultimo ad uscire dal parcheggio: tutti sono passati davanti ai miei occhi, ognuno con la propria storia da riportare a casa.

E per la prima volta ho pensato che quella frase citata sopra non corrispondesse al vero.

Ho pensato che alcune di quelle persone non le avrei riviste, al di là delle buone intenzioni manifestate durante i saluti.

Ho avuto la sensazione che il non espresso e il non detto avessero prevalso nonostante il desiderio contrario.

Ho pensato che tutto fosse veramente finito, che i fili di un certo arazzo, citato durante precedenti incontri, avrebbero cominciato a sfilacciarsi, se non a rompersi.

Questo è quello che ho provato, a torto o a ragione, ed in cuor mio spero tanto che quell’arazzo continui a mostrare i suoi magnifici colori.

sabato 26 ottobre 2024

Metti una sera a teatro

È notte alta e sono sveglio”.

Sono le parole di una bellissima canzone di tanti anni fa ed è quello che sta accadendo a me.

Nel buio della mia camera, nel mio letto, non riesco a dormire.

I rintocchi del campanile che scandiscono il tempo che passa ed il respiro tranquillo di mia moglie che sta dormendo accanto a me accompagnano, come in una danza, i miei continui movimenti.

Mi giro e mi rigiro senza prendere sonno, perché non posso smettere di vedere le immagini di questa giornata, non voglio smettere di gustare quelle sensazioni e quelle emozioni che mi hanno tenuto compagnia per tutta la durata di questa esperienza, nuova per me, come nuove sono le persone dalle quali mi sono sentito subito accolto e con le quali mi sono sentito subito a mio agio.

Sono già nel giorno dopo.

Ieri era tutto nuovo, era qualcosa che stavo facendo per la prima volta.

In precedenza su di un palco c’ero salito, ma per cantare o per presentare. Spesso il mio ruolo è stato dietro le quinte, a creare, a scrivere, a organizzare.

Ad un certo punto, prima dello spettacolo, ho detto: «È la prima volta che salgo su un palco vero, di un teatro vero. Voglio godermi ogni momento di questa serata.»

E, a mano a mano che l’inizio si avvicinava, sentivo che buone sensazioni crescevano in me, così come crescevano l’emozione e la voglia di calcare quel palco.

E quando questo è accaduto, sono stato rapito da un incanto.

Il tempo ha fatto una pausa. Tutto si è fermato. Tutto era buio davanti a me. Le luci, soffuse, illuminavano parte del palco. Il mio cuore si è scatenato in una danza frenetica per passare, gradualmente, ad un ballo lento, di quelli che oggi non si ballano più.

Un testo da interpretare e di nuovo emozioni, da vivere, da condividere.

Poi lo spettacolo è finito.

In platea ho intravisto care persone che sono venute a vederci. Le ho cercate per salutarle, tutte. Non so se ci sono riuscito.

Senza accorgermene, non ho sentito più i rintocchi del campanile.

Oggi è il giorno dopo.

Ieri sera ho volato.

Le emozioni sono dentro di me.

Il carrello della spesa mi attende. 

sabato 5 ottobre 2024

Buon compleanno Rifugio!

Caro Rifugio,

oggi compi 16 anni, un’eternità nel mondo virtuale.

E dopo tutto questo tempo siamo ancora qua.

Altri blog di questa sfigata piattaforma, obsoleta e antica, sono chiusi o languiscono, abbandonati, da tempo.

Io non ce l’ho fatta né a chiuderti né ad abbandonarti, nonostante ci sia andato vicino molte volte.

A te ho affidato le mie letture, le mie passioni, le mie delusioni, le mie gioie, le mie emozioni, gran parte dei miei sentimenti, ma non tutti come avresti desiderato, perché a te ho affidato anche i miei silenzi e tante parole non dette.

Con te sono cresciuto, pensa cosa arrivo a dirti, non solo con l’età, ma anche come persona, perché, per scrivere, mi hai indotto a riflettere e questo mi ha permesso di conoscermi un po’ meglio.

Pensa quanto sei importante per me.

Ma non montarti la testa, le persone sono molto più importanti di te.

Peccato che qui non se ne soffermino più tante, come invece faccio io quando ne sento la necessità, e quando questo accade, inizia un faccia a faccia tra te e me, dove io posso dire quello che altrove sarebbe difficile o impossibile dire e dove tu, pazientemente, come un amico intimo mi ascolti.

Dai, brindiamo insieme, in silenzio.

Non se ne accorgerà nessuno.

Buon compleanno Rifugio!

domenica 22 settembre 2024

Lettera a una professoressa – Scuola di Barbiana – Libreria Editrice Fiorentina (1967)

Non è facile parlare di questo libro in un contesto apparentemente e totalmente diverso da quello in cui è stato scritto.

Don Milani era già gravemente malato, la scrisse insieme ai suoi ragazzi, e si adoperò per la sua diffusione che divenne, soprattutto dopo la sua morte, un’opera che in molti dovettero leggere per capire di più il pensiero, la spiritualità e l’operato di quel prete scomodo ai più.

La Lettera è un’accusa contro un certo tipo di scuola, quello selettivo, quello che scarta anziché recuperare, quello di favorire certi ceti sociali a discapito di quelli meno abbienti, quello che crea disparità, quello che se “è da 4, io metto 4”, quello che riproduce le disuguaglianze sociali, economiche e culturali già presenti nella società, quello che genera dispersione scolastica favorendo lo scarto, quello che è come “un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, quello che vive al di fuori della realtà, quello che nega la dignità.

La Lettera è una battaglia contro la discriminazione a favore dei diritti, del diritto del sapere, per non rincorrere un nozionismo, una carriera, ma per ambire ad una capacità di pensiero e di ragionamento personale, per una dignità personale che rende liberi di esprimersi, di decidere, di andare anche controcorrente. La Lettera chiede una scuola che insegni a pensare, che contribuisca a rendere cittadini sovrani.

Il contesto attuale è molto diverso da allora, basti pensare all’evoluzione economica, alla tecnologia, alle comunicazioni. Da un punto di vista sociale, credo faccia bene leggere questo libro e riflettere, tutti, perché la scuola è un bene che riguarda tutti, nessuno escluso.

mercoledì 11 settembre 2024

Alcune notizie de "Il treno delle 7,18"

 Immagini di repertorio

In questi video, realizzati durante una presentazione in libreria di alcuni anni fa, parlavo del romanzo 
"Il treno delle 7,18"


Per saperne di più clicca sulla PAGINA

sabato 7 settembre 2024

Alcune notizie di "Al di là delle ombre"

 Immagini di repertorio

In questo video, realizzato durante una presentazione in libreria di alcuni anni fa, parlavo del romanzo 
"Al di là delle ombre"


sabato 31 agosto 2024

Alcune notizie di "Nel mezzo della notte"

 Immagini di repertorio


In questo video, realizzato durante una presentazione in libreria di alcuni anni fa, parlavo del romanzo 
"Nel mezzo della notte"

giovedì 29 agosto 2024

Le otto montagne – Paolo Cognetti – Einaudi (2016)

Una storia che parla di un’amicizia che inizia in giovane età e che accompagnerà Bruno e Pietro per sempre, con vicende che vedono sullo sfondo la montagna come luogo e come metafora della vita, protagonista “non protagonista”.

Un’amicizia che aiuta a superare i momenti di difficoltà, che diventa più forte quando i due si ritrovano sui monti, ma che è fatta anche di pause e intese silenziose, di condivisione, che si tramuta in nostalgia e solitudine quando la civile città li separa.

Un sentimento che aiuterà a superare un difficile rapporto tra padre e figlio.

La montagna è descritta con dovizia di particolari, senza mai annoiare; il profilo interiore dei personaggi è indagato altrettanto bene, facendone capire sogni, speranze, dubbi e ossessioni. Una storia che pone quesiti sulla ricerca del proprio posto nel mondo.

Il testo è scorrevole e a tratti poetico. Tutto è ben scritto. Non c’è una pagina che induca il lettore a pensare di smettere di leggere, coinvolgendolo fino ad un finale forte e commovente.

Dopo averlo letto, dovrò iscrivere questo libro al primo posto della classifica dei miei preferiti.

venerdì 23 agosto 2024

Ma cosa fa? È impazzito?

Amiche, amici, lettrici, lettori, conoscenti e persone le cui vite si sono intersecate con la mia: se vi state ponendo questa domanda dopo aver visto una serie di romanzi usciti in formato ebook da qualche mese a questa parte, la risposta è: no, non sono impazzito.

Se, invece, vi state chiedendo il perché, adesso ve lo spiego.

Spero che abbiate la pazienza di leggere questo post fino in fondo. So che non è facile, quindi, se ci riuscite, fatemelo capire in qualche modo.

Nei post pubblicati in precedenza, ho scritto più volte che il 2024 è un anno importante per me, perché ho compiuto venti anni... di scrittura.

Un periodo, cominciato quasi per caso con quel Quattro passi, che mi ha fatto vivere emozioni inimmaginabili all’epoca.

In questi anni mi sono dedicato alla scrittura di romanzi, racconti, giochi di rime ed alcune poesie, piccole sceneggiature teatrali, testi per canzoni e molti pensieri affidati a Il Rifugio di Roberto, nel quale ho sostato ogni volta che ne ho sentito la necessità.

Il futuro non si prevede, al di là delle intenzioni, ma, dopo venti anni, non so se ci sarà un seguito a tutto questo, poiché la fantasia e la creatività possono venir meno senza preavviso, come l’interessamento da parte di lettrici e di lettori, e perché cambiamenti, lenti, ma continui, sono sempre in atto.

Così ho deciso di farmi un regalo: ridare vita a tutti i miei romanzi cartacei trasformandoli in ebook, mandandoli a fare compagnia a quelli che sono nati in questo formato e che la carta non l’hanno mai conosciuta.

Così, negli scaffali virtuali delle principali librerie online, sono reperibili Nel mezzo della notte e Incontro al mattino, con le vicende di Elena, Marco e Sandro, in cui si parla di sentimenti importanti, come l’amicizia e l’amore, e di fede.

Lo stesso discorso vale per Al di là delle ombre e Il treno delle 7,18, con le storie di Lupo, Rustico e il cane Rx, più orientate verso lettrici e lettori di giovane età (e quindi adatte a tutti, aggiungo) in cui si parla ancora di sentimenti forti, solidarietà, volontariato e di un aspetto tanto bello quanto difficile da mettere in pratica: il perdono.

Quattro Passi e La chiusura del cerchio, che non sono romanzi, rimangono al loro posto e non saranno più distribuiti.

Il primo, un’autobiografia pura in cui ho parlato della mia giovinezza, è nato per uno scopo specifico e resterà un’esperienza unica e irripetibile.

Il secondo, in cui ho parlato di un periodo successivo della mia vita visto attraverso il susseguirsi dei post pubblicati sul mio blog, molto sperimentale, rimarrà fine a sé stesso.

Fuori il buio rappresenta la consapevolezza che va ad integrarsi con tutte quelle speranze, sensazioni, gioie ed emozioni sviluppate nelle esperienze precedenti, tirandone le somme.

Forse era questo romanzo che doveva intitolarsi La chiusura del cerchio, ma, poiché non potevo, ho cercato di fare... chiarezza riprendendo il titolo di un racconto inedito che adesso è parte integrante di quella storia.

Direi, pertanto, che è il romanzo dove sono più... presente.

Una bella cavalcata, da un punto di vista personale, che potrebbe dirsi terminata, se vado a considerare tutti i risvolti.

Periodi belli, più remoti, si sono alternati a momenti bui, più recenti, durante i quali ho pensato di smettere di condividere quello che scrivevo.

E questo è uno di quei momenti.

Ma scrivere senza condividere per me non ha senso, mi sembrerebbe di parlare da solo. Penso che la scrittura sia un atto di condivisione, un atto in cui chi scrive, esponendosi al giudizio, diventa vulnerabile, donando, allo stesso tempo, una visione nuova, unica e personale, delle vicende umane narrate.

Talvolta, però, la realtà è diversa da quella auspicata.

Adesso il regalo per questo anniversario del tutto personale me lo sono fatto, tutti i romanzi e i racconti che ho scritto sono online, e con loro, inevitabilmente, molto di me.

Le percentuali di vendita parlano chiaro: gli ebook non sono come i libri cartacei, nei confronti dei quali partono anche con altri handicap, non solo come scelta di lettura.

Un esempio? Di recente mi è stata negata la possibilità di fare una presentazione perché il romanzo non era in formato cartaceo. Il contenuto non è stato preso in considerazione.

Non ne faccio un dramma, nella vita ci sono molte cose più importanti di questa, ma, credetemi, resta l’amaro in bocca e, se proprio deve essere, vorrei essere bocciato dopo essere stato letto.

Sono quindi consapevole che l’interessamento per questi romanzi, nella migliore delle ipotesi, sarà scarso, ma al di là di tutto, handicap o no, presentazioni o no, tutto dipende da chi scrive.

Io ho fatto quanto era nelle mie possibilità.

Spero che, da qualche parte, ci sia qualcuno che sia interessato a leggerli, perché per noi ideatori di storie è essenziale e bello che voi ci siate, care lettrici e cari lettori, altrimenti potremmo scrivere mille e più libri, continuando ad avere la sensazione di parlare da soli. 

Comunque vada, a voi il mio GRAZIE, di cuore.

giovedì 22 agosto 2024

È arrivato sul binario... Il treno delle 7,18

È arrivato anche Il treno delle 7,18!

Un diario che fa riaffiorare il passato, un segreto da scoprire, un difficile rapporto tra padre e figlio, la forza di tante parole non dette. Un viaggio in treno di poche ore per risvegliare sentimenti sopiti dal tempo, per dare voce ad un perdurante silenzio. Arroccarsi nel proprio orgoglio o lasciarsi trascinare da ciò che detta il cuore? Una corsa contro il tempo per non arrivare troppo tardi all’ultima fermata.

Da alcuni giorni, questo romanzo in formato ebook è reperibile nelle principali librerie online. L'elenco attuale è riportato in questa Pagina che trovate sotto la foto di copertina oppure nella colonna di destra.

È un romanzo, la cui versione cartacea uscì nel 2009, in cui si narrano le vicende di alcuni personaggi protagonisti di Al di là delle ombre, Lupo, Rustico e il cane Rx, che ci portano alla riscoperta di valori forti, facendoci riflettere su qualcosa di importante che aleggia tra le righe della storia: il perdono.

Questo è l'ultimo dei vecchi romanzi trasformati in ebook. 

Prossimamente vi dirò le motivazioni.


domenica 18 agosto 2024

La terra, il cielo, i corvi – Teresa Radice, Stefano Turconi – Bao Publishing (2020)

È il secondo romanzo a fumetti di questi autori che leggo. Ho imparato ad apprezzarne disegni e parole. Queste ultime, in alcuni casi, sono pura poesia.

Questa storia è ambientata nella seconda guerra mondiale, quando un tedesco fugge da un campo di prigionia, trascinandosi dietro, suo malgrado, un italiano. Ai due si aggiungerà un russo, costretto a seguirli.

I tre comunicano nella loro lingua.

Qui è sorto il mio primo problema: tradurre o no le scritte in lingua straniera?

Ho deciso di non farlo, affidandomi all’istinto, proprio come stavano facendo i tre protagonisti, che non si capivano o non volevano capirsi, ognuno chiuso in difesa, per diffidenza, per mancanza di fiducia nei confronti dell’altro.

Ma la fuga li costringerà, in alcuni frangenti, a doversi fidare, a dover far uscire fuori la personalità della persona e non del soldato.

Attilio, l’italiano, è un giovane di circa ventiquattro anni, che riflette su ciò che lo ha portato fino a lì. Amava la famiglia, il suo piccolo paese. È lui il narratore della storia, attraverso i suoi ricordi di bambino, e poi di giovane, fino alla partenza per la guerra, che si intersecano con presente.

Senza fare confusione tra queste fasi, gli autori narrano e disegnano in maniera che ho trovato meravigliosa. Con i disegni, a volte si ha la sensazione di essere sul posto. Riescono a farti capire il freddo, la desolazione, l’immensità dei paesaggi, la tristezza, la rabbia, la speranza, le emozioni, i pensieri.

È un libro che ci parla di guerra, della sua inutilità e anche il fatto che i tre personaggi non riescano a capirsi a causa delle lingue diverse, forse vuole dirci che anche la guerra, le guerre, sono incomprensibili.

Parla delle emozioni provate quando tutto sembra sempre sull’orlo della fine.

Parla della fiducia che si acquisisce con la conoscenza della persona, quando i pregiudizi vengono sconfitti.

Ci dice che siamo tutti uguali, quando l’odio viene messo da parte.

Un libro che fa riflettere su tanti aspetti della vita e della morte, una bella scossa per gli animi e le coscienze.

Se dovessi dare un voto, sarebbe sicuramente alto.

venerdì 16 agosto 2024

C'è qualcuno che me lo spiega?

Questi sono i contatti che ha avuto il blog nell'ultimo anno.

Per un blog non sono molti, ma ringrazio tutti i visitatori.

Tuttavia mi domando come possa avere tanti click in paesi così lontani dove, in tutta onestà, non credo di arrivare ad interessare eventuali lettori. 

Capisco l'Italia, che pensavo potesse essere in testa e invece, ahimè, è lì che deve lottare per entrare in Champions League, e qualche paese europeo dove vivono persone che ho conosciuto o che conosco.

Ma gli altri?

C'è qualcuno che me lo spiega?
 

giovedì 8 agosto 2024

Al di là delle ombre arriva negli store


Anche Al di là delle ombre, il mio romanzo uscito nel 2007, è arrivato negli store da pochi giorni. Le librerie online dove reperire l'ebook sono le stesse dei precedenti.
Qui metto soltanto il link di Youcanprint, per il formato epub, e quello di Amazon, per il formato kindle. 
È presente anche su Ibs, La Feltrinelli, Mondadori, Hoepli ed altre ancora.
Insomma, per chi vuole, la reperibilità è ampia.

Adesso manca ancora un piccolo tassello.


 

venerdì 2 agosto 2024

Ti voglio bene. Per una gioia condivisa – Papa Francesco – Libreria Pienogiorno (2023)

Mi piace ascoltare Papa Francesco quando parla, per il suo modo di esprimersi semplice e, allo stesso tempo, profondo. Attraverso parole facilmente comprensibili è capace di spiegare concetti difficili.

E così è questo libro.

Con stile semplice parla di un argomento tra i più belli e complessi di questo mondo, l’amore. Lo fa attraverso una serie di messaggi e riflessioni ripresi da discorsi, omelie, documenti e ad altre fonti rilasciati durante il suo pontificato, ma anche attraverso le parole di film e libri a lui cari.

È un invito a riflettere sulla bellezza dell’amore, esplorato in tutte le sue sfaccettature (amicizia, famiglia, accoglienza, rispetto della persona e della natura, altruismo, solidarietà e altro ancora), ma è anche un invito a diffonderlo, come dono ricevuto da donare per arrivare alla vera felicità.

Ci sono vari passi che colpiscono e che andrebbero citati, ma sono tanti, per cui rimando al libro, mentre altri arrivano dritti al cuore facendo riflettere sul nostro modo di essere e invitando ad un vero e proprio esame di coscienza.

È un libro che ci ricorda l’importanza dei piccoli gesti, che fa vedere quello che viene dato spesso per scontato, ma che scontato non è.

Facile da comprendere, è un libro per chiunque, credenti e non. Molte riflessioni riguardano la vita e la quotidianità delle persone, a prescindere dal credo religioso, perché l’amore può trasformare il mondo e può renderlo migliore, per tutti.

giovedì 18 luglio 2024

È arrivato Fuori il buio!

E dopo la serata delle poesie, arriva un'altra emozione.

Questa un po' più mitigata perché il cammino era già intrapreso, sapevo che sarebbe arrivata, ma così a ridosso delle precedenti assume un altro sapore.

Fuori il buio (romanzo fantasiosamente tratto da una storia vera), l'ebook già condiviso con alcuni temerari nel gennaio scorso attraverso il Rifugio, ha cominciato a raggiungere gli store online dove, chi vorrà, potrà acquistarlo.

Il primo è quello di Youcanprint, che ne sta curando la distribuzione, poi, nei prossimi giorni raggiungerà anche gli altri che, spero, avete già scoperto con Nel mezzo della notte e Incontro al mattino. Di volta in volta, aggiornerò la lista nella pagina dedicata che trovate sotto la copertina del blog.

Cliccando qui potete accedere allo store


E qui a quello di Amazon.


Ho già parlato in precedenza delle origini di questo romanzo
(riporto qui il post) e dei motivi di questa esperienza nata per continuare quel percorso, impensabile e straordinario, iniziato nel 2004. 

Venti anni di scrittura. Mamma mia, a dirlo fa quasi impressione!

E per aver raggiunto un traguardo per me così importante, continuerò con quel progetto già iniziato quest'anno che, forse, qualcuno ha già intuito e che vorrei terminare prima del 2025.

Quale?

Con pazienza, un passo alla volta.

Intanto vi auguro Buona lettura!

mercoledì 17 luglio 2024

Lettura di poesie e non solo – Il giorno dopo

Oggi non è stato facile lavorare.

Ho dovuto resistere alle distrazioni che tentavano di far breccia in me a seguito delle molte emozioni provate ieri sera e che volevano riportare lì la mia mente, in tutti i modi.

A me piace scrivere, ma scrivo altro, così mi sono ritrovato a leggere due mie poesie, poeta quasi per caso.

L’ambiente ed un’atmosfera familiare ed informale mi hanno fatto sentire a mio agio, ma l’emozione di una prima volta mi stava già facendo compagnia.

Sì, una prima volta.

Sui tavoli stazionavano libretti di poesie ed altro. Io avevo un foglio sulle cui facciate c’erano le parole che avrei dovuto leggere. Ho pensato: «Caro mio, tu vuoi fare il poeta, ma qui c’è chi lo è per davvero.»

Dopo aver salutato la cara Dora, regista, madrina della serata ed anche mia indimenticata insegnante, mi sono seduto ad un tavolo, dove sono stato raggiunto da una persona con la quale avevo percorso un tratto di vita ai tempi della scuola.

Con il gracidio delle rane a far da sottofondo è iniziata la serata e poco dopo è toccato subito a me.

A casa avevo provato a leggere le poesie, preparando due basi musicali, che poi non sono servite, per accompagnare la lettura in modo che parole e musica terminassero insieme.

Poi, considerando che le parole, ogni volta, mi uscivano dalla bocca in maniera differente, mi sono detto: «Lascia perdere, leggi secondo l’emozione del momento.»

E così è stato.

Non sapevo se potevo introdurre le poesie, prima di leggerle, ma, una volta rimasto solo con il leggio davanti ed un microfono che non vedeva l’ora di cominciare a svolgere il compito per cui era stato messo lì, ho deciso di non dire niente.

Poi è partita la musica di sottofondo che, coincidenza, era proprio quella che avevo scelto per la lettura della prima poesia, la dedica che apriva il mio primo romanzo, del 2005, che dedicai a mia madre. Lei morì in quell’anno e non fece in tempo a vedere l’uscita di quel libro. Malata da tempo, non poteva più leggere, così una volta mi misi accanto a lei e glielo raccontai, leggendole qualche brano. Il resto era tutto in quei versi.

Chissà come sarebbe stata contenta di vedermi lì, ieri sera. Chissà, forse era proprio lì, accanto a me.

In passato, durante le presentazioni dei libri, avevo sempre affidato quella lettura ad altri. Soltanto una volta ero riuscito a leggerla, perché per me era difficile farlo in pubblico.

E anche ieri sera non è stato facile, perché la voce, ad un tratto, ha deciso di andare per conto suo, incurante della mia volontà.

La seconda poesia, La piazza, era stata scritta qualche anno dopo, quando si interruppe un periodo condiviso con alcune persone alle quali mi legava la passione della scrittura. Insieme, avevamo portato avanti un blog, ma i tempi stavano cambiando ed i social stavano prendendo il sopravvento. Il nostro blog stava diventando lento, obsoleto e, nostro malgrado, decidemmo di chiuderlo.

Nei primi momenti ci mancavano i nostri post, i nostri commenti, le nostre discussioni o gli approfondimenti. Il blog, ancora in rete, era ormai deserto, simile una piazza dove non passa più nessuno.

Soltanto nei nostri ricordi si rianimava, e lì tutto riprendeva vita.

Non so se e cosa sia arrivato ai presenti di quei versi.

So, invece, che le mie emozioni sono state tante e profonde: ci vorrebbe un poeta per descriverle tutte!

Altre poesie si sono succedute, toccanti e bellissime, fino alla fine di una serata dall’atmosfera onirica, poi il gracidio delle rane mi ha riaccompagnato al parcheggio. Era ora di andare.

Stamani la sveglia, implacabile, ha suonato come sempre alla stessa ora.

Ieri sera ho sognato.

Oggi non è stato facile lavorare. 

sabato 13 luglio 2024

Martedì 16 luglio, lettura di Poesie

 Parteciperò alla serata con due poesie.

Per me si tratta di una prima volta.

Allo stesso tempo sarà un evento unico.

E sapete perché?

Perché ho scritto due poesie.


mercoledì 10 luglio 2024

Madeleine Delbrêl. Fralezza e trascendenza - Edi Natali – Edizioni San Paolo (2022)

Varie volte ho scritto le mie impressioni dopo la lettura di romanzi. È la prima volta che mi accingo a farlo con un saggio. Pertanto scriverò di ciò che la lettura di questo libro mi ha trasmesso non da filosofo, non da teologo, non da critico letterario, ma da lettore comune quale sono.

 Il libro di Edi Natali si apre con la descrizione del contesto storico in cui è nata e si è mossa Madeleine Delbrêl, nata in Francia nel 1904, morta nel 1964.

In tutto questo periodo sviluppa la sua personalità, la sua spiritualità, il suo modo di operare attraverso virtù che la renderanno una tra le più importanti figure della vita ecclesiale e per le quali verrà proclamata “Venerabile” da Papa Francesco nel 2018.

Il libro è ricco di citazioni e scritti della Delbrêl, scrittrice, poetessa, mistica. Con il susseguirsi delle pagine, si conosce qualcosa in più di lei, che, inizialmente atea, si converte dando inizio ad una costante ricerca di Dio, un percorso di vita in cui ogni attimo è considerato come un momento che vale la pena di vivere.

Dopo che l’uomo di cui è innamorata decide di entrare nell’ordine dei domenicani, lei attraversa un periodo di crisi, ma con la lettura del Vangelo comincia a cambiare tutto.

Inizia così un cammino in cui saprà coniugare contemplazione, preghiera, solidarietà, evangelizzazione, supportando i più deboli, i più poveri e coloro che soffrono. La sua idea di missione non guarda lontano, ma alla porta accanto, perché è lì che la gente soffre, a prescindere dal fatto che sia cristiana o meno.

Credo che questo sia un libro da leggere più volte. Il primo per tentare di capire, le successive per tentare di approfondire.

Per chi, come me, non ha un certo tipo di preparazione e competenze, alcune pagine creano delle difficoltà, ma si superano con la curiosità e il desiderio di aumentare le conoscenze di Madeleine Delbrêl, che per me è stata una bella scoperta.

Credo che in tanti possano rispecchiarsi in alcuni suoi aspetti.

Ad esempio, a me hanno colpito molto il suo passaggio da atea a credente, quel suo uscire per andare incontro al prossimo, quel suo modo di pensare la missione, lì dove occorre che ci sia, anche a un metro, non necessariamente lontano. Sono aspetti, questi, che sento molti vicini ad un periodo della mia vita passata.

La sua vita mette a fuoco dei dettagli che oggi vengono quasi dati per scontati, ma che non lo sono affatto, e che sono sotto gli occhi di tutti, talmente dichiarati da essere celati, per citare una frase di un film.

Lei ce li ricorda e li ripropone all’attenzione dei nostri occhi e, soprattutto, del nostro cuore.

L’ultima parte di queste mie impressioni riguarda l’autrice del libro, Edi Natali, che ho il piacere di conoscere.

Mi sono chiesto, prima di cominciare a leggere, se la conoscenza dell’autore, in questo caso autrice, può influenzare la lettura e in quale misura.

Ebbene, posso dire che sì, un tantino influenza, ma non perché le impressioni vengono alterate. La lettura non viene condizionata.

È bello, però, leggere fra le righe vocaboli, espressioni, concetti, frasi uditi dalla sua viva voce durante gli incontri avuti con lei.

Una parola, scritta nei ringraziamenti, credo che la caratterizzi in modo particolare: arazzo, un intrecciarsi di vite che danno origine a disegni talvolta imperfetti, ma meravigliosi.

mercoledì 12 giugno 2024

Nove vite e dieci blues (un'autobiografia) - Mauro Pagani - Edizioni Bompiani

Eccomi qua, dopo tanto tempo, a scrivere di un libro appena terminato di leggere.

Si tratta di un’autobiografia, come è scritto nel titolo, di uno dei più grandi artisti musicali del nostro tempo che, colpito improvvisamente da malattia che ne mina la memoria, decide di scrivere per mettere in fila tutto quello che è capace di ricordare.

E lo fa scrivendo, a tratti, in maniera sublime, con i capitoli che iniziano sempre con versi poetici.

L’inizio e la fine sono gli unici momenti in cui si permette di parlare della malattia. Poco, per dire che quel tanto che basta a far capire che anche da quella ha tratto una lezione per imparare qualcosa.

Tutto quello che sta è in mezzo è la sua vita, vissuta pienamente per e con la musica, con passione, incoscienza, curiosità, voglia di imparare. Una vita costellata di errori, sempre alla ricerca di vivere per e con la sua passione.

È impressionante la lista degli artisti con cui ha collaborato: PFM di cui ha fatto parte per molti anni, Fabrizio de André con il quale ha trascorso 14 anni fianco a fianco. E poi ancora artisti di primo livello, nazionali e internazionali, da quelli più conosciuti a quelli di nicchia. Ha realizzato moltissime colonne sonore di film e altri programmi. Gli sono state affidate direzioni artistiche e musicali, dal Festival di Sanremo agli eventi di enti locali, e ha ricevuto riconoscimenti in ogni parte del globo.

Per me è stata una grande scoperta. Alcune musiche o canzoni che ho ascoltato varie volte non sapevo nemmeno che fossero sue.

Emerge da queste pagine un personaggio ambizioso, ma umile allo stesso tempo, disponibile e pronto ad accettare sfide all’apparenza impossibili, come la sua malattia che lo colpì nel 2020 e che lo ha costretto a vivere, come scrive lui stesso, improvvisando come un buon bluesman.

Un libro che si legge bene e che, attraverso le fasi della sua vita, ci fa ripercorrere anche alcuni tratti della storia più recente del nostro paese.

Due frasi, fra le tante, ma che più di altre hanno colpito la mia attenzione, le scrive attribuendole a De André. Per uno come me, che ama scrivere, sono due ottimi suggerimenti da seguire:

“Tutto ciò che non è necessario è superfluo” o anche “Se non sai cosa aggiungere, togli.”

Una gran bella lettura.



 

domenica 19 maggio 2024

Notte parecchi anni dopo gli esami


Mi rivolgo a voi, sì, proprio a voi, ragazze e ragazzi della P1.

Oggi mi sono nutrito con le emozioni vissute ieri sera, quando ci siamo riuniti, in tanti, dopo quaranta anni dal diploma. Pensate quello che volete: che sono un vecchio sentimentale, un vecchio... quello che vi pare.

Ieri sera per me è stato fantastico, anche se non era la prima volta che facevamo una rimpatriata del genere. Eppure l’atmosfera che da subito si è creata, non ha avuto precedenti.

Pensate, quando stavo tornando non vedevo l’ora di arrivare a casa per raccontare tutto. Ma, ahimè, dormivano tutti. Avevo così tanta adrenalina dentro che ho dovuto leggere un po’ prima di addormentarmi. Ma non riuscivo a concentrarmi sulle righe del libro e ho dovuto rinunciare.

Stamattina, però, ero un fiume in piena. Mi sono messo a raccontare tutto a Cinza e Sara, con mia suocera che ascoltava, durante una colazione che non finiva mai.

E poi, quando mi sono messo a lavorare in giardino, sudavo e faticavo, ma non avvertivo né il sudore né la fatica. Lavoravo sol sorriso sulle labbra e mi domandavo: ma cosa è successo ieri sera?

Avrei voluto che non finisse mai, avrei voluto ricominciare tutto daccapo. Avrei voluto avere ancora foto da guardare insieme a voi, avrei voluto raccontare di mille e mille progetti ancora da inventare.

Oggi pomeriggio ho tentato di studiare un po’: questo forse non ve l’ho detto, ma quest’anno ho tentato un approccio con la Filosofia ed il Greco. Poco fa ero alle prese con il Greco, ma la mia mente volava a voi, continuamente. Non c’era niente da fare, ho dovuto smettere.

E così mi ritrovo a scrivere, per tentare di capire, una volta di più, quale tipo di magia ho vissuto ieri sera. Chissà, forse l’avete vissuta anche voi.

Pensate quello che vi pare: che sono un vecchio sentimentale, che sono un vecchio... quello che vi pare.

Ma che ci volete fare? Io vi voglio bene. 

domenica 5 maggio 2024

Vuol dire questo

Nel mezzo della notte è il primo romanzo che ho scritto.
Risale al 2005 ed era in versione cartacea. Un vero libro!
In quell'anno, il 7 maggio, morì mia madre. 
Pochi giorni prima di quella data, trascorsi alcune ore con lei e le lessi tutto il romanzo, perché lei non era più in grado di farlo. Decisi di lasciare il romanzo nella versione che le avevo letto.
A mia madre feci una promessa che poi riuscii a mantenere, grazie anche ai lettori: quel libro doveva essere utile per qualcuno. E così fu. Le iniziative andarono bene ed oggi ci sono soltanto due copie che ho tenuto per me.

A distanza di diciannove anni, ho deciso di dare nuova vita al romanzo, in una versione leggermente diversa da allora, facendone un ebook che tra poco uscirà nei vari store, completando il quadro di quella storia insieme ad Incontro al mattino.
Per questa nuova versione ho pensato, quindi, di adottare una nuova copertina che oggi si presenta così.


mercoledì 1 maggio 2024

Cosa vuol dire?

Vuol dire che ho in mente un'idea che parte da qui.
Copertina diversa? 
Sì, ma c'è un perché.


Le strade di tre amici adolescenti stanno per dividersi.

Consapevoli di questo, Elena, Marco e Sandro si promettono amicizia eterna e si danno un appuntamento per venticinque anni dopo.

Diventati adulti senza essersi più incontrati, con l’avvicinarsi di quella data iniziano a ripensare ai momenti vissuti insieme.

Il passato si intreccia con il presente, i dubbi e le incertezze cominciano ad assillare le loro menti, sentimenti e valori forti sembrano inciampare negli ostacoli della vita e l’appuntamento diventa ben presto una vera e propria ossessione.

Gli anni trascorsi sono molti. Allora che fare? Presentarsi facendo prevalere il legame che li univa un tempo o restarsene nell’ombra di un lunghissimo silenzio?

giovedì 25 aprile 2024

Aprile 1945 - Dino Buzzati

Ecco, la guerra è finita.

Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente
a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno qua
uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell’aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici.

lunedì 22 aprile 2024

Non tutti sanno che...

Non tutti sanno che all’interno del romanzo “Incontro al mattino” sono contenute alcune parti dei racconti che sono stati pubblicati sul blog e che potete vedere sulla colonna di destra.

Oltre all’estratto già pubblicato, quindi, ci sono altri assaggi che solo quelli più curiosi potranno gustare, nella speranza che non restino indigesti. 😃

Qui di seguito alcuni indizi:

  • Con loro vi ho fatto gli auguri. 
  • Uno di questi si è piazzato terzo in un concorso.
  • Alcuni testi per canzoni sono nati da loro, mentre alcuni brani del romanzo sono nati da altre canzoni che avevo inserito precedentemente in piccole sceneggiature teatrali.

Tutto sommato, direi che c’è stato un buon lavoro di gruppo.

Chi ha letto "Incontro al mattino" e poi i racconti, forse avrà pensato:

«Questo racconto mi sembra di averlo già letto da qualche parte.»

Chi, invece, ha letto solo i racconti, ha già scoperto alcuni estratti del romanzo, ma ancora non lo sa.

E veniamo alla parte dolente, ahimè, cioè quelli che non hanno letto né l’uno né gli altri, e qui si parla della maggioranza delle persone. 😞

Beh, in questo caso spero di averli incuriositi a farlo.

Ahi, ahi, ahi! Avverto un conflitto di personalità, perché il fanciullo che è dentro di me avrebbe voluto dire: beh, non sanno cosa si sono persi!


Ho scherzato un po’, come avrete capito, tuttavia ho riletto recentemente quel romanzo e, confermando quanto già detto altre volte, è quello che più mi piace fra quelli che ho scritto. 

Parlando con mia figlia ho commentato: dovevo proprio essere in uno stato di grazia particolare per scrivere quelle pagine. Mi domando se oggi sarei capace di riscrivere quelle stesse parole.

sabato 13 aprile 2024

domenica 7 aprile 2024

Qualcosa su Incontro al mattino

È curioso: non avevo ancora fatto in tempo a condividere Fuori il buio che, quasi in contemporanea, Incontro al mattino arrivava negli store.

Allora lascio momentaneamente da parte il primo e parlo un po’ del secondo.

Incontro al mattino è un romanzo in cui i protagonisti, Elena e Marco, arrivano da Nel mezzo della notte del 2005.

È un sequel? No, non lo è, vive di vita propria, pur non mancando alcuni riferimenti alla precedente storia.

È stato il libro che ho scritto con più voglia di farlo. Ricordo di averlo terminato in pochi mesi. Ogni giorno sentivo il bisogno di stare un po’ insieme a quei personaggi, dai quali, come tutti gli altri dei miei romanzi, mi è impossibile staccarmi perché sono parte di me.

Era l’anno della pandemia, cominciai a scriverlo nel mese di maggio e lo proposi ai lettori nel mese di settembre.

Per scriverlo feci il contrario di quello che avevo sempre fatto. Solitamente cominciavo a scrivere quando avevo un titolo, un inizio e una fine. In quel caso, però, cominciai lasciando andare la penna, pardon, la tastiera, per conto suo.

Avevo solo l’inizio, poi arrivarono, per strada, la fine e il titolo.

I protagonisti hanno alle loro spalle un’amicizia che proviene da lontano.

Entrambi sposati con figli, provengono da esperienze dolorose con le quali dovranno fare i conti.

 Lui ha subito un lutto importante, lei fugge dalle violenze psicologiche del marito.

Per poter affrontare il presente e intravedere un futuro, dovranno mettere alle loro spalle un tratto di vita, riconsiderare sentimenti importanti come l’amicizia, l’amore, la fede, e rivivere, non senza soffrire, gioie e dolori passati.

Tutto questo nello spazio di un fine settimana.

All'inizio del 2024 ho sentito l'esigenza di farlo uscire dal mio computer per trovagli una collocazione, uno scaffale in una libreria, come era avvenuto per i precedenti romanzi. 

In pochi giorni ha trovato nuovi scaffali virtuali, trattandosi di un ebook.

Il difetto di un ebook è che non è un libro di carta.

Il pregio di un ebook è che non è un libro di carta.

Mi rimetto al parere dei lettori.