domenica 22 dicembre 2024

Non s'impacchetta

Ci siamo, siamo di nuovo a Natale.

Quest’anno le luci degli addobbi sono apparse prima del solito. Da oltre un mese si vedono lampadine colorate ai balconi, alle finestre, agli alberi, alle ringhiere. Sono lì ad illuminare la notte, agitandosi in attesa del giorno.

Non ho potuto fare a meno di domandarmi perché così presto, ed una delle risposte che mi sono dato è perché, forse, in questo mondo dove ci stiamo abituando a tutto, abbiamo bisogno, oggi ancora di più, di luce e di calore.

Questo mi ha riportato alla mente il tempo in cui, da bambino, il Natale era per me una festa a metà.

Era bella l’attesa, con la trepidazione per un desiderio che poteva avverarsi in quella notte dove tutto era possibile, ma che al mattino rimaneva tale.

Quella giornata, così speciale per tanti, era come una domenica qualunque, con i miei genitori che lavoravano,

risucchiati in quel bar che ha negato loro tante festività da trascorrere in famiglia.

L’unico lusso che potevamo concederci, al di fuori dell’ordinarietà, era un pranzo veloce con i nonni e gli zii, prima di ritrovarmi di nuovo a casa a desiderare che quel giorno terminasse il più velocemente possibile.

In quei pomeriggi, pregni di solitudine, mi rannicchiavo sulla poltrona coprendomi con una vecchia coperta di lana di colore verde, a quadri, ed in quel modo cercavo calore.

Guardavo la tv al buio, con la luce che proveniva dal presepe, con il suo carillon che, se caricato, suonava la melodia di Tu scendi dalle stelle, dall’albero di Natale e dal foro posto al centro della testata ad anelli della stufa a legna, che quel giorno non poteva spegnersi per nessun motivo.

Poi il pensiero è tornato al presente, alle notizie che ci perseguitano da tempo, alle immagini che turbano la nostra vista e i nostri sentimenti e che raccontano di un mondo in cui l’unico modo per affrontare le questioni sembra essere lo scontro, la guerra, dove la parola sembra non avere più un ruolo, se non urlata con veemenza in faccia a qualcuno, dove la vita sembra essere diventata un lusso e, come tale, non alla portata di tutti.

Quante contraddizioni in questa epoca, soprattutto in questo tempo dove il Natale diventa una parentesi all’interno della quale ci tuffiamo per cercare un po’ della serenità perduta, dove ci rifugiamo per ritrovare quella Luce e quel Calore che invece sono sempre lì, a portata di cuore, ma di cui spesso ci dimentichiamo, così come ci dimentichiamo, nell'affannosa ricerca del regalo perfetto, del dono più importante che abbiamo ricevuto e che sembra avere sempre meno valore.

 Alcune parole della canzone “Do they know it’s Christmas” recitano così:

«The greatest gift they’ll get this year is life»

 IL MIGLIOR REGALO CHE RICEVERANNO QUEST’ANNO È LA VITA

Questo è il regalo più bello:

non si impacchetta

e non ce n’è uno più importante.

 A tutti

Buon Natale!

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