In tutto questo periodo sviluppa la sua
personalità, la sua spiritualità, il suo modo di operare attraverso virtù che
la renderanno una tra le più importanti figure della vita ecclesiale e per le
quali verrà proclamata “Venerabile” da Papa Francesco nel 2018.
Il libro è ricco di citazioni e scritti
della Delbrêl, scrittrice, poetessa, mistica. Con il susseguirsi delle pagine,
si conosce qualcosa in più di lei, che, inizialmente atea, si converte dando
inizio ad una costante ricerca di Dio, un percorso di vita in cui ogni attimo è
considerato come un momento che vale la pena di vivere.
Dopo che l’uomo di cui è innamorata decide
di entrare nell’ordine dei domenicani, lei attraversa un periodo di crisi, ma
con la lettura del Vangelo comincia a cambiare tutto.
Inizia così un cammino in cui saprà
coniugare contemplazione, preghiera, solidarietà, evangelizzazione, supportando
i più deboli, i più poveri e coloro che soffrono. La sua idea di missione non
guarda lontano, ma alla porta accanto, perché è lì che la gente soffre, a
prescindere dal fatto che sia cristiana o meno.
Credo che questo sia un libro da leggere più volte. Il primo per tentare di capire, le successive per tentare di approfondire.
Per chi, come me, non ha un certo tipo di
preparazione e competenze, alcune pagine creano delle difficoltà, ma si
superano con la curiosità e il desiderio di aumentare le conoscenze di
Madeleine Delbrêl, che per me è stata una bella scoperta.
Credo che in tanti possano rispecchiarsi
in alcuni suoi aspetti.
Ad esempio, a me hanno colpito molto il
suo passaggio da atea a credente, quel suo uscire per andare incontro al
prossimo, quel suo modo di pensare la missione, lì dove occorre che ci sia,
anche a un metro, non necessariamente lontano. Sono aspetti, questi, che sento
molti vicini ad un periodo della mia vita passata.
La sua vita mette a fuoco dei dettagli che
oggi vengono quasi dati per scontati, ma che non lo sono affatto, e che sono
sotto gli occhi di tutti, talmente dichiarati da essere celati, per citare una
frase di un film.
Lei ce li ricorda e li ripropone
all’attenzione dei nostri occhi e, soprattutto, del nostro cuore.
L’ultima parte di queste mie impressioni riguarda l’autrice del libro, Edi Natali, che ho il piacere di conoscere.
Mi sono chiesto, prima di cominciare a
leggere, se la conoscenza dell’autore, in questo caso autrice, può influenzare la
lettura e in quale misura.
Ebbene, posso dire che sì, un tantino
influenza, ma non perché le impressioni vengono alterate. La lettura non viene
condizionata.
È bello, però, leggere fra le righe
vocaboli, espressioni, concetti, frasi uditi dalla sua viva voce durante gli
incontri avuti con lei.
Una parola, scritta nei ringraziamenti, credo
che la caratterizzi in modo particolare: arazzo, un intrecciarsi di vite che
danno origine a disegni talvolta imperfetti, ma meravigliosi.
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