Una storia che parla di un’amicizia che inizia in giovane età
e che accompagnerà Bruno e Pietro per sempre, con vicende che vedono sullo
sfondo la montagna come luogo e come metafora della vita, protagonista “non
protagonista”.
Un’amicizia che aiuta a superare i momenti di difficoltà, che
diventa più forte quando i due si ritrovano sui monti, ma che è fatta anche di
pause e intese silenziose, di condivisione, che si tramuta in nostalgia e
solitudine quando la civile città li separa.
Un sentimento che aiuterà a superare un difficile rapporto
tra padre e figlio.
La montagna è descritta con dovizia di particolari, senza mai
annoiare; il profilo interiore dei personaggi è indagato altrettanto bene, facendone
capire sogni, speranze, dubbi e ossessioni. Una storia che pone quesiti sulla
ricerca del proprio posto nel mondo.
Il testo è scorrevole e a tratti poetico. Tutto è ben
scritto. Non c’è una pagina che induca il lettore a pensare di smettere di
leggere, coinvolgendolo fino ad un finale forte e commovente.
Dopo averlo letto, dovrò iscrivere questo libro al primo posto della classifica dei miei preferiti.
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