giovedì 4 febbraio 2010

Quanto siamo capaci di ascoltare?


Se lo siamo.

Quando qualcuno ci parla di sé, sappiamo isolare noi stessi e dedicarci solamente a ciò che ci viene detto? A volte ci capita di sentire quello che ci dicono, ma poco dopo ce lo siamo già dimenticato, per distrazione o, che è peggio, per disinteresse.

Saper ascoltare gli altri è molto difficile. Ne siamo capaci?

16 commenti:

  1. Ti è mai capitato, Ben, di parlare con una persona e comprendere che ti sta ascoltando veramente?
    Se hai avuto questa fortuna, quali emozioni (perché di emozioni si tratta) hai provato?
    Dai: considerala un'intervista.
    Grazie.

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  2. Ciao Ines,
    mi è capitato raramente, familiari a parte.
    Ultimamente solo con pochi amici, anzi un po' meno di pochi. La sensazione è quella di essere compresi in ogni piccola sfaccettatura, capiti in tutto. E allora senti l'altra persona più vicina, parte di te, solidale, complice. E stai bene, senti che non sei solo, che qualcuno si interessa a quello che senti e a quello che provi.
    E' stato più frequente il caso contrario, cioè che io abbia ascoltato altri, anche se mia figlia dice che ultimanente perdo qualche colpo.

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  3. Altre volte senti una grande voglia di condividere qualcosa, una grande voglia di intensità; e provi ad aprirti, provando poi un grande senso di delusione, la sensazione che qualcosa sia rimasto incompiuto.

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  4. Hai pienamente ragione, Ben.
    Un profondo benessere: è quello che provo anch'io, quando mi accorgo che la persona a cui sto parlando mi ascolta.
    Io non amo parlare (non giudicarmi da quanto scrivo qui o altrove, dunque) e preferisco ascoltare.
    Non saprei dirti se so farlo come gli altri desiderano, ma spero di sì.
    Capita raramente, purtroppo - familiari a parte - che le persone siano disposte ad ascoltare: c'è troppa superficialità nei rapporti, ci sono l'egocentrismo e l'ostinazione a voler emergere, la mancanza di attenzione verso l'altro, il rifiuto a "spendersi" dal punto di vista relazionale e affettivo, la convinzione che "ciò che dico io conta, ciò che dici tu non ha valore" e tanti timori infondati.
    E allora, soprattutto se hai bisogno o semplicemente desiderio di condividere, provi quel senso di incompiutezza di cui parli.
    Mi piace molto la tua espressione "voglia di intensità": rende perfettamente l'idea.

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  5. Ciao, caro Ben.
    "si parla del diavolo e spuntano le corna"...
    Ecco: ieri sera parlavamo del saper ascoltare.
    Avevo appena inviato il mio commento, quando mio figlio mi ha chiesto di ascoltarlo.
    Ben, anzi mal...Non ho neanche salutato per congedarmi. Scusa.
    Un saluto doppio ora.

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  6. Preciso!
    E' andato bene... l'ascolto?
    Non c'è bisogno di scusarsi per i saluti, tanto sappiamo che lo facciamo in maniera sottintesa.
    Ciao ciao (doppio saluto). :-))

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  7. Sì, è andato BENe.
    Dimenticare se stessi per un po' e lasciarsi coinvolgere pienamente e unicamente da chi sta parlando: no, non è facile, Ben.
    Ma credo si possa imparare, con l'impegno e tanta buona volontà.
    Fa BENe (eh, ma questo cognome è un'arma potente!)a noi che ascoltiamo, perché ne usciamo arricchiti. Fa BENe a chi si sente ascoltato: lo aiuta a sentirsi meno solo, a liberarsi, a provare quel senso di condivisione umana di cui tutti abbiamo bisogno.
    Anche se a volte ci piace trincerarci dietro una sorta di "auto-sufficienza affettiva e relazionale" soltanto apparente e ingannevole.
    A presto.

    P.S. Ma quanto mi prendono questi discorsi....Ma quanto mi prendono!
    Grazie.

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  8. Rieccomi, oggi pomeriggio andavo "de prescia".
    Stai tranquilla, Ines, non giudico, anche perchè chi sarei io per farlo?
    Anch'io sono di poche parole e sono convinto che se avessi dovuto dire queste parole avrei avuto più di una esitazione.
    Ma forse è anche per questo che scrivo o, quanto meno, tento di farlo.
    Ti auguro una buona serata. Per stasera mi fermo qui e vado a studiare un po'.
    'Notte.

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  9. Quando vai "de prescia" non preoccuparti, per favore, e lasciami a parlare da sola, ok?
    Capisco.
    Dicendo "giudicare", Ben, scherzavo.
    Della serie...Pensiero di Ben (il fumetto...lo vedi?): "Se questa parla tanto quanto scrive, poverino chi le capita accanto...Da incerottarle la bocca!"
    Non è così: non sono molto loquace.
    Dai che lo stai pensando... Altro fumetto: "Una donna poco loquace?! E quando mai?"
    Sulle esitazioni nel trattare argomenti di questo tipo, dipende dalla/e persona/e con cui mi trovo.
    Deve esserci feeling, molto feeling.
    Hai ragione: probabilmente scrivere aiuta a tirare fuori ciò che si fatica a esprimere con le parole.
    Buon proseguimento e buonanotte.

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  10. m mmmmmm mmmmm mm mmmm!







    Però non vale!

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  11. La persona che dovrebbe fare "m mm mmm", nei miei fumetti immaginari, ssarei io, imbavagliata!
    Oppure mi sfugge qualcosa, BEN.
    E' possibile, è possibile.
    Buon fine-settimana, intanto.

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  12. Ebbene sì: ssarei, anzi ssssarei.

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  13. Ero io che mi ero tappato la bocca per lasciarti parlare da sola.:-)
    Buon fine settimana!

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  14. Eh no, Ben, così non vale davvero!
    Ti consigliavo di lasciarmi parlare DA SOLA, quando sei impegnato.
    Buona serata...Vado a curiosare sull'altro argomento postato, che mi sembra un tantino complesso.
    Ma ce la caveremo, no?

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