sabato 6 febbraio 2010

E se un giorno...

ti accorgessi che...

E se capitasse proprio a te?

24 commenti:

  1. Caro Ben,
    tasto dolente. Sapessi quante volte mi sono detta che avrei voluto fare altro...
    Tornare indietro non si può e allora... qualche volta mi ci arrabbio e altre volte (quasi sempre) prendo il meglio che posso dal mio "presente". Posso forse fare diversamente?

    Rientrata dalla mia trasferta di lavoro eccomi qua, più incasinata che mai. Ma tutto è andato benone ed ora si riprende con gli arretrati che, buoni buoni, mi attendevano sulla mia scrivania...mai una volta che decidano di "evadersi" da soli :)

    Buona settimana a te e anche a Ines e Bianca (ho visto che avete fatto i bravi come promesso...)

    RispondiElimina
  2. Bentornata Maria!
    Il lavoro che si evade da solo si chiama disoccupazione, per cui è meglio essere incasinati.

    Fare diversamente?
    Forse prendere il meglio del presente per delineare un futuro "parallelo"?

    RispondiElimina
  3. Ciao Ben, ciao Maria e bentornata.
    E se dicessimo che - a porci attenzione nei primi 10 anni di vita - ogni persona ha una spiccata e particolare predisposizione e bisognerebbe soltanto (facile dire "soltanto") saperla cogliere?
    E che spesso si tratta di qualcosa che non si esprime a parole (da grande voglio diventare...), ma con un'attività che gratifica intimamente?
    Andiamo forse a scomodare troppo il passato?
    Buon proseguimento di serata su....
    Dove volete, naturalmente.

    P.S. Maria, ce l'abbiamo messa tutta per fare i bravi, ma sia Bianca che io abbiamo confessato che ci riesce difficile fare le brave.
    Ben non si è pronunciato, ma con un cognome così........

    RispondiElimina
  4. Per me ultimamente è i-m-p-o-s-s-i-b-i-l-e :-)

    Un salutone a voi, Ines, Maria e il nostro anfitrione Benassai (ma sì, per una volta il cognome per intero): ogni tanto travolta dal vortice dei progetti mi defilo ma quando posso vi leggo volentieri.

    Ciao!
    B.

    PS: Naturalmente un saluto ad altri eventuali visitatori, lettori ecc.

    RispondiElimina
  5. Buongiorno amiche mie.
    In giovane età cominciamo a scegliere delle strade, vedi la scuola da frequentare, ma credo che pochi sappiano cosa vogliono fare veramente. Io, ad esempio, ero ben determinato per quello che mi piaceva al periodo della scelta. E divenni quello che avevo scelto. Solo quando arrivai sul campo mi resi conto du quanto non mi piacesse. Fortunatamente quel diploma mi permise un altro sbocco.
    Poi qualcosa è cambiato in me ed ho cominciato a scrutare altre strade, fermo restando il lavoro che mi permette di mangiare. Ecco perchè avevo detto, rispondendo a Maria, "futuro parallelo", cioè qualcosa che mi piace fare, ma che non fa mangiare, complementare a ciò che devo fare per vivere.
    L'inizio è stato con la scrittura, poi seguita da altre attività che "mi chiamavano".
    In questi casi è fondamentale una famiglia che appoggia e non ostacola queste nuove scoperte, perchè del tempo verrà inevitabilmente sottratto ad essa. Io mi sento appoggiato e alcune di queste nuove attività sono proprio recenti, anzi, occuperanno tante delle mie serate per un periodo che sarà molto intenso.
    Non so se e come alla fine riuscirò ad arrivare,
    ma ho deciso di provare.
    E anche il Rifugio
    dovrò spesso trascurare.

    (ovvia, una rimettina alla fine ci stava proprio Ben-e)

    RispondiElimina
  6. Intanto, caro Ben, di qualunque scelta tu parli un grande in bocca al lupo.
    Hai ragione: siamo chiamati a fare scelte in età precoce. I genitori e gli insegnanti possono darci consigli, valutare con noi un orientamento oppure un altro, ma resterà un'incognita.
    E' chiaro che occorre un lavoro che "porti pane a casa" (meglio se anche gradevole), ma se - nel corso degli anni, come tu dici - si prospetta un futuro parallelo gratificante è importante seguirlo.
    E' pane per lo spirito, secondo me, e anche lo spirito va nutrito.
    Se poi c'è il senso di condivisione in famiglia e ci si sente supportati moralmente, beh, cosa chiedere di più?
    Imbarcati senza remore, Ben!
    Ciao a tutti!

    RispondiElimina
  7. Buongiorno Ines,
    ti ringrazio per l'incoraggiamento.
    Forse è proprio grazie ad un equilibrio familiare che sono riuscito a scoprire, a partire da alcuni anni a questa parte, tante cose nuove.

    Come vedi, ultimamente scrivo di mattina.
    A presto.

    RispondiElimina
  8. Ciao, caro Ben.
    Sono convinta che un clima di serenità personale, familiare e affettiva siano indispensabili nella vita quotidiana - tutt'altro che facile - e ancor più nei momenti delicati, quelli in cui ci si vuole cimentare in nuovi progetti.
    Progetti: è una parola che mi entusiasma, sai?
    Che sia riferita a me stessa o ad altri, mi dà, comunque, una bella carica di ottimismo.
    Per quanto riguarda il blog, Ben, fai quanto, quando e come puoi.
    E' chiaro: non devo essere io a darti il...permesso :-): è il TUO blog.
    Era tanto per dirti la mia opinione.
    Ciao

    P.S. Un chiarimento utile a chi non mi conosce personalmente: non sono abituata a fare domande per informarmi sulla "vita" altrui.
    Aspetto sempre che siano gli altri a parlarmene: se e come vogliono.
    Se non vogliono è giusto così.

    RispondiElimina
  9. Toc-toc....Maria, ci sei?
    A molte persone succede di pensare al passato; alle scelte fatte, a quelle che non si sono sapute o potute fare; di provare rimpianto.
    Ma sappiamo che il passato non si può cambiare, il presente non esiste, mentre il futuro ci aspetta.
    Pensiamo al futuro con un sorriso.
    Buona serata.

    RispondiElimina
  10. Ciao Ines, ci sono, ci sono...ma troppo di corsa per poter dare un contributo che abbia un senso. Vedi a che ora riesco ad affacciarmi? E' una lotta contro il tempo...il presente non esiste? E' vero: infatti è già domani...

    Razionalmente condivido quanto dici. E' la cosa più sensata che possiamo fare: guardare avanti. Non troppo, aggiungo io, perché nemmeno quello rende troppo sereni. Soprattutto ci distrae da quello che stiamo vivendo. Il solito stracitato "cogli l'attimo": banale?
    Dicevo... razionalmente condivido, ma come non ripensare con rimpianto a certe occasioni perdute? Sono momenti fuori dal nostro controllo. Emotività allo stato puro che non si può far tacere. Certo, purché non diventi un ritorcersi su se stessi e sul proprio passato innescando la miccia per futuri rimpianti di occasioni mancate per aver pensato troppo al passato...
    Bella fregatura, eh?
    Buonanotte Ines,
    Ciao Ben, buonanotte anche a te.

    RispondiElimina
  11. Hai ragione, Maria: cogliere l'attimo, perché soltanto quello è il presente. Goderne quanto più è possibile, fare del passato un patrimonio di esperienze (positive e negative, perché così va, nella vita), anche di occasioni mancate o perse - ma senza lasciarsene angustiare - e pensare al domani in modo positivo.
    Lo so...E' facile dire, ma....
    A volte certe frasi fatte ci rendono apparentemente superficiali. Eppure a me sembra, se non l'unico, il migliore dei modi per "sfangarla" giorno dopo giorno.
    Sì, sono un'ottimista. Nonostante tutto. E quel "tutto" è davvero tanto.
    Buona notte, amici.

    RispondiElimina
  12. Buongiorno!
    Secondo alcuni i cerchi del passato, del presente e del futuro devono essere delle stesse dimensioni.
    Come ho detto altre volte, spesso mi giro indietro a guardare il passato, ma solo per ricordarlo, non per rimpiangerlo. Capita di dire "se avessi fatto, se avessi detto", ma se abbiamo fatto e abbiamo detto significa che in quel momento ci sembrava giusto dire e fare in quel modo, a meno di non aver preso decisioni avventate.
    Bisogna contestualizzare un evento.
    Cogliere l'attimo? Dà l'idea di una cosa da prendere al volo, altrimenti si perde per sempre.
    Non credo che sia sempre così. A volte gli attimi si prolungano nel tempo e bisogna probabilmente coglierli quando siamo pronti per farlo.

    RispondiElimina
  13. Caro Ben,
    quando dico "cogliere l'attimo" intendo godere di quel momento, di quell'ora, di quel giorno perché non tornerà più, non uguale intendo.
    Ci saranno altri momenti, ore e giorni, forse anche migliori (perché è questo che desideriamo), ma non gli stessi.
    Intendo che la vita va vissuta intensamente, apprezzando soprattutto le "piccole cose", quelle che crediamo scontate, dovute, naturali e invece non lo sono.
    Concordo con te sulle scelte fatte in passato: oggi possiamo considerarle giuste o sbagliate, ma vanno contestualizzate nel tempo, nelle contingenze, nella fase della vita in cui le abbiamo portate avanti.
    Un salutone.

    RispondiElimina
  14. Ciao ragazzi (Ines-Ben-Bianca..ci sei anche tu?)
    Apprezzare le piccole cose, gustarle e non dare niente per scontato. Troppe volte invece tendiamo a non riconoscere il valore delle piccole cose perché sono lì vicine, apparentemente facili... Già, solo apparentemente. Perché quando ti piombano addosso quei "tutto" che tu, Ines, giustamente sottolinei, solo allora ti rendi conto che niente è certo, scontato, garantito.
    Anch'io l'ho imparato a mie spese ma siamo esseri umani e un pizzico di insoddisfazione è insito in noi. Anche utile, quando rimane un pizzico, perché ci stimola a migliorarci.
    E non parlo di soldi o posizione sociale, anche se non le escludo del tutto, ma di coltivarci con la conoscenza, le passioni, i rapporti umani, la comprensione e l'accettazione degli altri, dunque anche di noi stessi e di quello che possediamo di prezioso e unico.
    Le contraddizioni, come vedete, non mancano ma, come dicevo...siamo esseri umani.
    Ciao, buona serata a tutti

    RispondiElimina
  15. Sono pienamente d'accordo con te, Maria.
    Buona serata anche a te, al padrone di casa...sorry...del rifugio, a Bianca (che sicuramente ci segue), a chi si trova di passaggio.
    Stavolta non volevo dimenticare nessuno...Colleziono figuracce, in questo senso.
    Beh, sono stanchina, sapete? Ho avuto una giornata impegnativa.

    RispondiElimina
  16. Condivido quasi tutto. Mi rimane una domanda su un termine usato da Maria: insoddisfazione.
    C'è una parola alternativa? Cioè, può essere "solo" l'insoddisfazione a farci cercare altro?
    Dal mio punto di vista, ad esempio, tale parola mi fa pensare anche a frustrazione e tristezza. Io sto cercando altro, ma non posso definirmi, allo stato attuale, insoddisfatto.
    Apprezzo le piccole cose, anzi sono quelle a cui presto più attenzione, concepisco la felicità come attimi che vanno rinnovati, sono ottimista ai limiti dell'ingenuità, eppure c'è sempre qualcosa da inseguire.
    Per migliorare? Per essere più completi? Per essere felici? O perchè, come è scritto in Pensieri in pillole "La vita è un continua scoperta di se stessi?"

    E' un piacere discorrere con voi.
    Smack della buona notte!

    RispondiElimina
  17. Insoddisfazione non è necessariamente negativa, Ben. Una piccola dose ti sprona a migliorare, ampliare, cercare altro. Vogliamo chiamarla sana curiosità?

    RispondiElimina
  18. Sì, si potrebbe chiamare anche così, ma non sono ancora... soddisfatto. :-))
    Ci vorrebbe uno scrittore o una scrittrice per trovare la parola giusta.

    RispondiElimina
  19. Irrequietezza interiore?
    Senso di incompletezza?
    In ogni caso, solo una cosa senza vita può dirsi completata. E spesso nemmeno quella perché può aver bisogno di restauro o aggiustamenti vari.
    Insomma, caro Ben, che si trovi o no la parola che ti "soddisfa", la ricerca di qualcosa di altro non finisce mai...
    Buon sabato a te e a tutti

    RispondiElimina
  20. E' vero, non finisce mai.
    Buon fine settimana, Maria.

    RispondiElimina
  21. Ciao a voi, Ines e Maria, ciao a te anfitrione Ben!
    Vi leggo molto volentieri in questo confortevole e rilassante rifugio, a parte il fatto che offrite spunti molto interessanti.
    Talvolta mi defilo a livello di interventi-commenti non perché non abbia il tempo per farlo o non ami dire la mia (ehm...) ma al contrario perché ho paura che Mister Internet se ne prenda troppo, del mio tempo.

    Un ben-evolo (!) saluto e buon sabato e/o fine settimana,

    RispondiElimina
  22. Ciao Bì,
    noi sappiamo che ci sei!
    Buon fine settimana.

    RispondiElimina
  23. Magari Ben potessi commentare di più, qui, nel MKTV e dove sta gente simpatica... sospirone.
    Il tempo non mi mancherebbe, ma rischio di farmi trascinare dall'ingranaggio specialmente a livello psicologico, perché Internet risveglia la pupina cinquenne che dorme in me.
    Sarà più in là, I hope.

    A voi auguro ben-evolmente una ben-efica notte e una ben-educata (?!?!?!) domenica.
    Non c'è pericolo che avvenga il contrario, vista la vostra, appunto, educazione!
    :-D

    RispondiElimina
  24. Buongiorno a tutti.
    Va bene: è tardi per dire buongiorno, ma andiamo oltre.
    Può sembrare strano che parliamo del "cogliere l'attimo", nel senso cha abbiamo dato all'espressione, e - insieme - dell'aspirazione del tutto umana, da incoraggiare e apprezzare, di non accontentarsi con troppa facilità. Coltivare, cioè, quella sorta di tensione interiore che intendo come la volontà di perseguire obiettivi che ci stanno a cuore.
    Non sono discorsi costrastanti, secondo me.
    Svegliarsi la mattina e gioire di un nuovo giorno soltanto per il fatto che ci siamo ancora (noi e, soprattutto, le persone che amiamo) è "cogliere l'attimo".
    Svegliarsi la mattina e nutrire i pensieri di nuovi percorsi, di nuove idee, di progetti che possano migliorarci e arricchirci è quella spinta di sana ambizione che ci spinge a non fermarci, ma a considerarci in continua evoluzione.
    Un salutone

    RispondiElimina