mercoledì 24 febbraio 2010

"Se questo è un uomo"

Ne "Le pagelle di Ben" ho inserito le mie impressioni riguardo a Se questo è un uomo.


Se questo è un uomo – Primo Levi

 

Più volte avevo avuto l’impulso di leggere questo libro, ma non ero riuscito a farlo. Dopo aver letto le prime pagine ho capito perché.

L’autore fornisce una testimonianza di quella che era la vita nel Lager.

Vita: forse non è la parola giusta da usare. Di vita, in un sistema finalizzato all’annientamento della dignità umana, non si può certo parlare.

Si soffre a leggere il libro, si soffre insieme ai protagonisti, e le domande di sempre, di fronte a tanta crudeltà di uomini nei confronti di altri uomini, tornano fuori.

Il viaggio, il trasferimento in una carrozza ferroviaria dove le persone cominciano a fare i conti con condizioni disumane e dove i primi cominciano a perdere la vita.

L’arrivo al campo, l’incredulità, l’inizio della perdita dell’identità, l’attribuzione di un numero tatuato, gli espedienti per poter sopravvivere, la fame, la sete, la sporcizia, la debolezza, le botte, il freddo, l’incapacità di capire, il lavoro pesante, la fatica, la consapevolezza di non poter uscire vivi da lì.

Piano piano l’uomo perde tutta la sua dignità. La persona viene offesa, umiliata, resa simile alle bestie, non prova più pietà per il prossimo, non conosce più amicizia, perde la speranza, non è capace di ribellarsi. L’istinto di sopravvivenza resiste, anche a scapito di altri prigionieri. L’importante è non fermarsi a pensare, sarebbe molto peggio della sofferenza causata da quelle condizioni.

Levi parla della sua esperienza e di ciò che ha vissuto, senza includere ciò che ha appreso successivamente. Colpisce come sia riuscito a fare un’analisi quasi oggettiva del più grande massacro dell’umanità. Nelle sue parole non c’è odio nei confronti di chi ha effettuato tutto ciò, non c’è giudizio. La sua vuole essere “semplicemente” una testimonianza di ciò che è accaduto, perché il mondo sappia e non dimentichi ciò che è accaduto e che i nazisti hanno cercato in tutti i modi di non far conoscere al mondo.

È un libro scritto in modo semplice, ma capace di porre il lettore nella condizione di fare molte riflessioni e di porsi molte domande sulla natura umana, in tutte le sua sfaccettature.

Voto di Ben: 8,5                                                          

                                   

                              


5 commenti:

  1. Eccomi...
    Senza alcuna fretta, Ben.
    Ciao!

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  2. Ciao Ines,
    forse non l'hai notato ma per il commento sul libro, Ben ha messo il link che riporta alla sua recensione. Cliccando la sottolineatura si aprirà il file e potrai leggerla.


    Caro Ben, non avevo dubbi che il libro ti avrebbe scosso. Dici bene, scritto con semplicità ma con grande efficacia. Certe descrizioni sono come unghie che penetrano nella carne

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  3. Ciao!
    Forse Ines ci ha cliccato nel momento in cui c'era un problemino e il file non si apriva. Ho dovuto cambiare il link.
    A meno che non intendesse un commento più completo e profondo, diverso da quello che ho scritto.
    Non nascondo che scrivere di questo libro è stato più difficile che per altri, perchè tutto è stato detto, tante e tante volte. Impossibile non rimanerne influenzato. Non credo che si possano aggiungere parole nuove, tutto risulterebbe ripetitivo e scontato.
    E' un libro che turba, che tocca e fa riflettere in modo personale. A me ha scatenato tante intime riflessioni, da fare sottovoce, anzi in silenzio, un confronto diretto con la coscienza. Fa guardare dentro e mette di fronte anche all'attualità. Il timore di Levi di non essere ascoltato, di non essere creduto, e quindi il pericolo che tutto ciò si ripetesse, non era campato per aria. In alcune parti del mondo si è ripetuto, in maniera quantitativamente minore, ma si è ripetuto.
    La diversità che va sconfitta, annientata. E questo concetto vive ancora ai giorni nostri.

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  4. Ciao a tutti!
    Ho letto il tuo commento, Ben, e mi è piaciuto moooolto. Non mi aspettavo nulla di più del TUO commento. Grazie.
    Condivido pienamente quanto dici della barbarie perpetrata durante la II guerra mondiale e che continua a ripetersi, in altri luoghi e in diversi contesti storici, ma che ci dà il senso dell'efferatezza di alcune (molte?) azioni del genere umano.
    A presto

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