L’indomani mattina ebbi modo finalmente di vedere il fortino, e ciò che lo circondava, con la luce del sole. Svegliandomi, come al solito prima che suonasse la sveglia, mi affacciai alla terrazza, guardando dall’alto il cortile dove eravamo stati accolti. Ero sopra al ristorante (lo chiamo così per comodità). A piano terra, alla sinistra c’era l’entrata delle camerate, di fronte c’era l’ingresso del fortino e alla sinistra c’era la porta dello spaccio, cioè il bar.
Rientrai in camera e mi affacciai alla finestra che dava sulla parte opposta, cioè sull’esterno del fortino. Guardando fuori, mi resi conto che eravamo all’interno di un aeroporto, non attivo, e si vedeva una enorme distesa di erba, alcune piste ed in lontananza dei capannoni, gli hangar, e ancora oltre si intravedevano i monti.
Pensai: “Ma case non ce ne sono?”
Alle mie spalle giunse Giorgio e mettendomi una mano sulla spalla, mentre io mi giravo per vedere chi fosse, disse: “Ma come, non hai mai visto la pianura Padana? Ecco, qui ne hai un esempio.”
La sveglia suonò ed anche gli altri si svegliarono.
“Ehi” disse uno stirandosi e sbadigliando. “Le burbe sono già sveglie. State guardando il panorama? Rassegnatevi, il paese più vicino è a sei chilometri. Si chiama Castenedolo. Dalla parte opposta c’è Montichiari; sono entrambi a circa sei, sette chilometri da qui. Ma per andarci bisogna fare l’autostop, non ci sono corriere. A meno che uno non porti la macchina. Comunque io sono Marocchi e sono di Mantova, gli altri dicono che sono raccomandato, ma non è vero” disse strizzando un occhio.
E così ci presentammo, scoprendo che quasi tutti ero lombardi.
“Io sono di Pistoia, sono toscano; a proposito ce ne sono altri?” chiesi.
“Sì, c’è il Chilleri che è di Firenze, oltre che mezzo matto. Poi c’è il Cini di Siena, anche De Cicco è di Siena, il Picchi e il Landi di Lucca. Poi non so.”
“Ma vi conoscete tutti qui dentro?”
“Per forza, non siamo tanti e se si escludono quelli che sono in servizio siamo ancora meno. Credo una settantina in tutto. Ma qui al fortino il numero è più basso perché fra quelli che sono di guardia, compresi gli autisti, e quelli che lavorano al comando in cucina, mancano sempre una quindicina di persone.”
Era tutto così diverso da come avevo immaginato, dopo aver trascorso un mese a Chieti.
In breve, le cose funzionavano così: si abitava e si mangiava al fortino, ma si lavorava in altri posti che dovevano essere raggiunti con il camion. Erano due, che facevano la spola tutto il giorno da un capo all’altro della caserma (chiamiamola così per facilità) accompagnando i militari in qua e in là. Si potrebbe provare a descrivere quel posto in questo modo, andando da sinistra a destra: c’era il fortino, poi un hangar (detto Saporiti) dove c’era l’armeria, alcuni magazzini ed un primo corpo di guardia.
Per andarci, bisognava oltrepassare i due cancelli che avevo già visto la sera precedente, all’interno dei quali c’era un aero club privato.
Proseguendo ancora verso destra si incontrava l’ingresso principale della caserma (detto Centrale), con una baracca di legno vicino all’ingresso ed un piccolo parcheggio per le auto. Andando ancora oltre c’era il comando (detto Comando), con gli uffici e le abitazioni per ufficiali e sottufficiali. Infine, lì vicino, un altro hangar (detto Taliedo), all’interno del quale si riparavano gli strumenti militari, ad esempio i missili; all’esterno c’era il deposito degli automezzi, l’officina ed un altro corpo di guardia.
Questi quattro blocchi, dislocati lungo circa due chilometri, costituivano ciò che prendeva il nome di Reparto Riparazione e Rifornimento Missili di Montichiari, più brevemente detto Rep. Rip. Rif. Montichiari, e noi facevamo parte dell’Artiglieria Missilistica.
A dirla così sembrava un corpo speciale, uno di quelli composti da gente scelta, super intelligente e con gli attributi, ma in realtà non era in questo modo.
Il mio primo incarico fu al Saporiti, in magazzino, dove mi dovevo occupare della contabilità agli ordini del maresciallo Badia e del sergente Dell’Orso, due persone dall’animo gentile. Federico invece andò a lavorare al comando, in ufficio; anche Giorgio fu destinato lì, ma in cucina ufficiali, così con lui cominciammo a vederci poco, poiché era distante e rientrava molto tardi la sera.
Ma il mio incarico definitivo era quello di autista e sapevo che quel posto di contabile sarebbe stato provvisorio. Mi dispiaceva un po’, ma gli anziani dicevano che essere autista era meglio che essere caporale, perché si facevano poche guardie, si aveva la possibilità di uscire dalla caserma e anche la possibilità di dormire fuori, se eravamo destinati al giro per prelevare e riaccompagnare gli ufficiali alle proprie abitazioni.
Nel frattempo, però, ero di guardia un giorno sì e un giorno no, ed era per tutti così.
I giorni trascorrevano senza che uscissimo dalla caserma.
Quando non ero di guardia, la sera, al rientro dopo il lavoro, spesso giocavo a calcio in un campino situato sul retro del fortino. Quel campo era sempre gremito di militari che volevano giocare. Così imbastimmo un sacco di mini tornei a squadre. Poi, dopo la partita, una doccia, un po’ di relax e quindi a cena.
Provai ad uscire per andare in paese, pur sapendo che non c’era niente di interessante da vedere, ma il fatto di dover fare l’autostop oppure andare a piedi, non mi allettava. Una sola volta arrivai a Castenedolo, ma poi rinunciai e non uscii più fino alla mia prima licenza.
2 SKA 1991 CAPORAL MAGGIORE --ARMIERE
RispondiEliminaRACCONTO PERFETTO E DETTAGLIATO ....
FORSE MANCANO LE FUGHE DAL COSI DETTO ''BUCO'' X ANDARE A MONTICHIARI O AL FLORIDA
BELLISSIMI RICORDI GRAZIE
CIAO DIEGO
Grazie del passaggio, Diego.
RispondiEliminaDel servizio di leva si dicono sempre svariate cose, nella maggior parte dei casi negative, ma io conservo bei ricordi di quel periodo.
Le fughe, è vero. Alcuni le facevano per rientrare a notte fonda, in maniera quasi indisturbata. Io di quelle non ne feci, i miei rientri tardivi (ma non troppo) erano sempre... autorizzati.
Ciao.
ReRiMisCa
RispondiElimina10° 1984
di tempo ne è passato ma i ricordi ci sono sempre
:-))))
leggere le tue righe è stato un vero e proprio tuffo nel passato
Armiere CIONI
Grazie del passaggio Armiere Cioni.
RispondiEliminaAl Rep. Rip. Rif. c'era una persona con quel cognome, toscano (non ricordo bene se del senese o della lucchesia).
Sarai mica quel Cioni?
Ciao.
Nè senese nè lucchese, bensì del valdarno fiorentino.
RispondiElimina:-)
Ho fatto prima servizio in armeria poi l'autista interno e del comandante (allora Gelato), e, nell'ultimo periodo, servizio bus fra Brescia ed il ReRiMisCa.
gC
Allora sei tu!
RispondiEliminaAbbiamo trascorso qualche mese insieme in quel Fortino. Il comandante Gelato, chi può scordarselo! Anch'io finii da autista: per quel posto non era male, anzi.
Ti ringrazio di essere passato dal Rifugio. Continua a cercare nel blog, se ne hai voglia, perché ci sono altri post in cui ho scritto di quel periodo.
A presto.
Oggi ReRiMisCa meeting!
RispondiEliminaRicordi, risate, nomi, fatti e misfatti!
:-))))))))))))))))))
Tu che scaglione eri?
Ciao Anonimo, grazie del passaggio.
RispondiEliminaIo ero del V 85.
Se ripassi da qui, casomai scrivi almeno il nome.
Ciao.
io sono passato per il rerimisca montichiari nel 1975, il racconto è perfetto un anno passo in fretta , Ricordo il te. Martinasco (oggi 80 enne che di tanto in tanto lo sento) il maresciallo Pellizon,il capitano Latriglia. Bei tempi
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaMa è ancora in vita Martinasco? Mi auguro di si
EliminaQuanda arrivai al ReRiMisCa era capitano e il comandate era il Ten Col Tassi con basco a "disco volante"
EliminaGrazie del passaggio e del ricordo.
RispondiEliminaMartinasco, all'epoca in cui ero lì, era capitano, Latriglia era maggiore. Il maresciallo che hai nominato, invece, non c'era.
Ciao.
Ho passato un anno nel fortino a metà degli anni 70, il tempo è volato .La libera uscita col CM52 ero caporale e dovevo fare da capomacchina anche se non avevi voglia di uscire, dopo aver smontato da caporale di giornata. Bei tempi ero del sud, mai vista tanta nebbia in vita mia, ,vorrei tanto tornarci e ricordare i bei tempi.Sento ancora qualche sottuficiale come l'allora sergente maggiore Di biagio, Maione,Callà.Tanta nostalgia per la fine del fortino
RispondiEliminaCiao, grazie per il passaggio.
RispondiEliminaI nomi che hai citato c'erano ancora ai miei tempi, circa un decennio dopo. Sono tempi che ricordo con piacere.
Qualche puntata dopo questa, troverai scritte le emozioni che provai quando andai per rivedere il fortino e la caserma, ma l'aeroporto aveva ormai ingoiato tutto quanto.
Grazie.
Ciao.
E sempre bello trovare queste chicche di ricordi.... Complimenti Fabio Negro 4 SC. 84
RispondiEliminaGrazie Fabio.
RispondiEliminaAlla prossima.
1 SKA 1991: Bellissima e precisa descrizione di quello che era il ...Rep Rip Rif C/A 25018 Montichiari (BS)! Ricordo ancora il codice di avviamento postale. Bellissimi ricordi, tantissime guardie, tantissimo freddo e nebbia a volontà. Ma avevo 22 anni e quando uscivamo (avevo la macchina) per andare a Brescia, Desenzano, al Genux o al Florida era veramente uno spettacolo. Oggi del Reparto rimane solo il Fortino: c'è l'aeroporto ora. L'ho visto da fuori tre anni fa quando sono stato a Brescia per un corso di aggiornamento e ho provato malinconia per la "mia" caserma. Ricordo che il comandante era il Colonnello Manuguerra. Poi c'era un Maggiore, che credo si chiamasse Montuoro, ed un Capitano di cui non ricordo più il nome. Ma del Capitano mi ricordo che dovevi stare attento quando era di ispezione perchè faceva le "imboscate" quando eravamo di guardia, passando attraverso la rete del Saporiti. La naja...che tempi
RispondiEliminaGrazie per il passaggio.
RispondiEliminaIl Fortino solitario.
Ci passai anch'io qualche anno fa. Volevo far vedere alla mia famiglia dove avevo trascorso un anno della mia vita. In cuor mio speravo anche di poter entrare. Ma non c'era più niente del Rep Rip Rif che ricordavo. Intravidi soltanto il Fortino, anche un po' malridotto. Che sensazione strana. Ne ho parlato qualche puntata dopo.
Tutto intorno una cittadina totalmente diversa, con quell'aeroporto che aveva cambiato i connotati non solo alla caserma, ma all'intera Montichiari.
A presto.
4 ska 1979
RispondiEliminaComandante Tassi
Mi ricordo Cap. Martinasco
Marescialli Russo, Ladogana, Latriglia, Santillo..ecc.
Tante guardie ma anche tanta voglia di rivedere il posto ma ha vinto l'aeroporto.
Auguri a tutti i commilitoni da parte di James.
(mi chiamavano così)
Saluti da Sgarbi di Sassuolo a quelli del 4/79 (bianchi.cammi.prandi.scriboni.smeraldo.caputo.ritella.zucchi)
Mi scuso se ho dimenticato qlcn.
Maledetto maresciallo La Dogana. si è preso dal sottoscritto artigliere Massimo una baionettata nel sedere mentre cercava di notte di scavalcare il cancello del Tagliedo nella nebbia per sorprendere le guardie che dormivano. io ero fuori e gli ho puntato la baionetta nel sedere.
EliminaCiao Artigliere Massimo,
Eliminabeh, sono convinto che anche lui ricordi, o abbia ricordato, quell'episodio.
Gli agguati nella nebbia erano un... approccio provato varie volte nel corso del tempo, di scaglione in scaglione.
Grazie per il passaggio e per il ricordo condiviso.
Sgarbi! di te mi ricordo! Giovanni 6/79 lo ricordi Enrico Nicoletti il cuciniere di Torino? Zucchi veniva da Piacenza, Castell'Arquato
EliminaMaresciallo Scodellaro, Sergente Maggiore Sanna, E il povero Baritono deceduto una mattina all'improvviso, Martinasco.... I due Marescialli al vettogliamento : Tacchini e Pollastri
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaSe ti dico il cognome forse ricorderai meglio...anche l'episodio ero il C.le Verga ero in camerata con Penna Caso Mamuccheri gli altri non li ricordo, ma ricordo che una guardia (ricordo benissimo chi era) perse un caricatore del Garand e che fortunatamente ritrovai nella AR59, parcheggiata dietro al corpo di guardia di porta centrale, dove si era infilato a dormire. Sono passato moltissimi anni dopo da Montichiari...nulla più riconoscibile solo il Saporiti
EliminaGrazie James per il passaggio.
RispondiEliminaCiao.
Gent.mo Roberto, come posso fare per mandarti una videopresentazione?
RispondiEliminaSono passato anche io per Montichiari.
Pure io ne conservo un bel ricordo
Venooran,
RispondiEliminagrazie per il passaggio.
Ti ringrazio anche per il pensiero di d'inviarmi un video, ma per fare questo dovrei mettere un modulo di contatto, come feci per La chiusura del cerchio. Purtroppo mi arrivava di tutto e dovetti toglierlo, decidendo di non ripetere quell'esperienza. Grazie comunque, davvero.
Se vuoi, invece, puoi scrivere un aneddoto, un ricordo, qualcosa che riguarda il periodo che hai trascorso a Montichiari.
A presto.
Ciao Roberto lacrime agli occhi mentre leggo il tuo racconto perfetto descritto benissimo io sono Luca quarto ska 94 capostecca ho ricordi bellissimi devo essere sincero da subito mi sono spaventato vedendo tutto quello che sembrava tutto tranne che una caserma ma con lo scorrere del tempo le cose sono cambiate solo chi c'è stato può capire il fascino del fortino e le avventure con i commilitoni io ho sempre avvertito un senso di casa e di sicurezza grazie ancora non dimenticherò mai la Rep.rip.rif
RispondiEliminaGrazie Luca, per il passaggio e per il ricordo.
RispondiEliminaIl fortino, come dici tu, aveva il suo fascino, e lo comprendo molto bene.
Ricordi che non si affievoliscono.
Ciao
Ciao Roberto, è stato emozionante leggere il tuo racconto nel quale mi sono imbattuto quasi per caso.. tra l'altro mi sono iscritto al gruppo pubblico su fb "montichiari artiglieria contraerea" dove ci sono già diversi ex-fortino.. con foto di repertorio eccezionali.
RispondiEliminaTanti bei ricordi.
Io sono Valerio del 1/90 - Caporal maggiore furiere -. In quel periodo ricordo il colonnello Manuguerra, i Capitani Montuoro e Sommese e il Tenente Silvestro... -.
A presto!
Grazie Valerio.
RispondiEliminaA distanza di tanti anni vedo che altri, come me, hanno ancora nel cuore quel fortino, al di là di tutto ciò che si può pensare e dire a proposito del "fu" servizio di leva.
Ricordo Sommese e Silvestro, gli altri che hai nominato o non c'erano ai "miei tempi" o la mia memoria non è abbastanza... capiente.
Mi hai incuriosito, voglio andare a vedere di fb quel gruppo che hai menzionato.
Grazie di nuovo.
Ciao.
Valerio, dimenticavo. Se ripasserai da qui e se può farti piacere, in alcune puntate successive si parla ancora del Fortino.
RispondiEliminaCiao
ripasserò sicuramente! stay well, be safe! A presto Ciao.
RispondiEliminaCiao Ben,
RispondiEliminama come fai un blog sul fortino e non mi dici nulla ?
Un saluto al Cioni se si ricorda e a tutti coloro che ho avuto modo di conoscere avrei piacere di rivedervi tutti ma chissà in un altra vita a questo punto.
Ciao Ben
Come al solito ho fatto casino, comunque sono leo Romanelli 1/1985
RispondiEliminaLeo, il mio gigante buono!
RispondiEliminaNon è un blog sul fortino, ma sono brani tratti da "Quattro passi".
Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrarci di nuovo, ed anche a me piacerebbe che questo potesse avvenire di nuovo, però prima di attendere un'altra vita. Hai visto mai...
Conservo una foto di me e di te, prima o poi te la mando.
Intanto ti mando un abbraccio, grande.
Ciao Leo, a presto.
Ma quel gruppo FB menzionato in uno dei post precedenti esiste davvero? Non l'ho trovato. Si può avere il riferimento preciso?
RispondiEliminaCIONI (10° 1984)
Ciao Cioni!
RispondiEliminaIl gruppo su facebook "Montichiari artiglieria contraerea" un po' di tempo fa esisteva. Cercalo col nome che ho riportato, magari c'è ancora. Quando guardai, non cercai di entrarvi perché erano scaglioni a ridosso degli anni 2000. Io ero a Montichiari una quindicina di anni prima e non conoscevo nessuno di coloro che ne facevano parte.
Spero di esserti sto utile.
Ciao.
Arrivai a Rerimisca nel Nov. del '78, ero autista, ricordo fra gli altri Mar. Pellizzon dell'officina, uscimmo noi dell'officina con lui a piedi,una sera per le vie di Salò, dopo mezzanotte, una "caciara", che ad un certo punto un'auto della polizia si affiancò, frenò bruscamente e scese frettolosamente un poliziotto in borghese arrabbiandosi col mar. Pellizzon, il quale con tono altrettanto indispettito, seppe rispondere al poliziotto senza "scomporsi". Mar. Tacchini, e Pollastri, della mensa,Serg. poi Mar. Chetta, Mar. Navarro, (una "sagoma unica"), Serg. Lombardo, poi, si, Cap. La Triglia, ecc. ecc. E quando trainammo con il CM con una fune la mia Autobianchi A112 che non voleva saperne di avviarsi, arrivammo vicino alla zona "comando", quando si sentì "un boato", era letteralmente "esplosa, si era aperta come una scatola di tonno", la marmitta centrale dell'auto, forse a causa dell'ingolfamento e dei vapori della benzina finiti appunto nella parte centrale dello scarico, e scesi dal CM (Zito mio collega e amico), e io dall'auto, per capire cosa era successo, vedemmo uscire dalla porta letteralmente "spaventato" correndo verso di noi, trafelato, impugnando con la mano destra la pistola spianata, e la sinistra sul basco in testa per non farlo cadere, per non perderlo, in mimetica, l'allora serg. o caporalmaggiore Chetta, il quale, avendo capito dopo pochi secondi cosa era successo, si lasciò andare a quest'espressione: " Caglioti, ma vaff.....o và!!". Ricordo che quegli anni erano i cosiddetti "anni di piombo", ragion per cui, sempre all'erta, sempre occhi aperti. Comunque, avrei innumerevoli episodi che ricordo con molta nostalgia, che non posso aggiungere per non "romanzare", vorrei solo che qualcuno di quel periodo si facesse sentire, ( 10° '78). Grazie per aver letto fino in fondo.
RispondiEliminaFatti riconoscere, Verga 6°'79
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCaro Avventore del 10° 78, grazie per il tuo passaggio e per il tuo ricordo.
RispondiEliminaSei arrivato lì qualche anno prima di me. Per noi lo spauracchio era Sigonella.
Alcuni dei nomi che hai scritto c'erano anche ai miei tempi. Alcuni nel frattempo erano cresciuti di grado. Pollastri, Navarro, Lombardo me lo ricordo Maresciallo, mentre La Triglia era Maggiore.
Anch'io entrai fra gli autisti, dopo essere stato per un breve periodo in magazzino. E lì rimasi fino alla fine.
Un saluto.
Caro Ben, noi lo spauracchio di Sigonella ancora non lo percepivamo, grazie a Dio, comunque quella bellissima esperienza in quel di Rerimisca, dove oggi c'è l'aeroporto di Montichiari, la auguro davvero a tutti i ventenni di oggi, che purtroppo non possono neanche lontanamente immaginare quanto sia costruttiva, formativa caratterialmente, e anche divertente, questo passaggio della propria vita. Se ci fosse qualcuno del 10° '78, tanto per ricordare qualche nome, tanto per ricordare qualche episodio Ciao Ben, grazie per la possibilità di poter ricordare quei tempi, e a risentirci.
RispondiElimina10°'78 tu 6°'79 sono arrivato nel luglio 79 a Montichiari e per 3 mesi ci siamo incrociati dove eri?
EliminaCaro Franco,
RispondiEliminasono d'accordo con te.
Nel servizio di leva c'erano indubbiamente dei "contro", ma c'erano, altrettanto indubbiamente, dei "Pro".
Quando ritornai a Montichiari, dopo tanti anni, vidi che l'aeroporto era stato fatto proprio dove era la caserma. Quel che rimaneva del Fortino mi dette una sensazione molto brutta, come se qualcosa in me se ne fosse andato via.
Volevo far veder a mia figlia dove avevo trascorso un anno di vita e, magari, chiedere di poter entrare.
Dopo la sosta, risalimmo in auto e ripartimmo. Ma per un po' rimasi in silenzio.
Grazie.
Ciao.
Ciao Robi,
RispondiEliminaNe approfitto anche qui per provare a cercare quello che ricordo con molto affetto e amicizia, il Sergente Maggiore Valentini, che fece molto per me in una questione delicata che non sto qui rimembrare, se qualcuno legge e sa come rintracciarlo..... Chissà.
Ciao a tutti i RE.RI.MIS.CA
Ciao Leo,
RispondiEliminami sembra di ricordare quel nome, ma non ne sono certo. Di sicuro non riesco ad abbinarlo ad un volto. Ricordo uno piccoletto con (pochi) capelli neri, ma non so se è lui.
Grazie del passaggio.
Ciao.
James
RispondiEliminaMi ricordo si di Enrico Nicoletti, siamo rimasti per un po' in camerata assieme ad altri 4/6 compagni.
Ricordo anche di uno che perse un proiettile durante il turno di guardia alla porta centrale ed era anche nevicato .
Il sergente Sanna con il suo CB alla sera, su al colle di San Pancrazio
a parlare con mezzo mondo...
Ma quello che mi è rimasto in mente è stato quando ho perso il treno per uno sciopero, mi sono messo a camminare per arrivare in caserma e nel frattempo mi sono messo a fare l'autostop.
Liberi di crederci, si è fermato il Ten.col.stea Giuseppe Tassi,
mi ha caricato e siamo arrivati in centrale.
Neanche fossi stato un primo ministro.
Tutti sull'attenti.....
Che spettacolo....poi alla sera di guardia !!
Un saluto a tutti e alla prossima.
Decimo/78 sono arrivaro a RE.RI.MIS.CA Novembre 78 ricordo tutto come se fosse ieri . Prestavo servizio nel magazzino rifornimeto ricambi missili che aveva come responsabile il maresciallo Chianese . (origini Casertane.) I superiori che sono stati elencati prima li ricordo tutti . Un saluto di cuore a tutti.Leo Catillo.
RispondiEliminaGrazie per il passaggio e per il ricordo lasciato.
EliminaJames eri ancora al Reparto quando venne a mancare il Smag.Baritono? e Lanzini, in cucina con Nicoletti, che dava la caccia ai topi? Fu Mantovani che perse un'intero caricatore e lo ritrovammo nell'AR dove era andato a fare un pisolino.....Ero di capoposto in porta centrale....
RispondiEliminaGrazie per aver lasciato qui un breve ricordo
EliminaPresente 10/94 spaccio e circolo ufficiali COLOMBO M. ricordo il maresciallo Ingianni frequentemente al circolo lattine di birra a go go mentre picchiettava il piede.
RispondiEliminaGrazie per il passaggio ed il ricordo.
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