lunedì 23 gennaio 2012

Finito!

Dopo circa sei mesi (o sette?) sono riuscito a terminare il libro di Grossman "Vedi alla voce: amore".


Come di consueto scriverò le mie impressioni.
Spero di farlo prima di sei mesi.
(O sette?)

11 commenti:

  1. Aspettando le tue impressioni, caro Ben... Come mai hai impiegato circa sei mesi per leggere "Vedi alla voce: amore"? Mancanza di tempo o di interesse?
    Ti succede mai di non vedere l'ora che arrivi il momento di poter riprendere una lettura interrotta?
    Ciao

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  2. Ciao Ines, un po' per entrambi i motivi, che mi hanno portato a leggere in maniera discontinua. Ma ne parlerò in seguito, anche perché ce ne sono altri puramente "dettati" dalla lettura.
    Quanto alla domanda successiva devo dirti che alcune volte mi è successo di desiderare di riprendere una lettura interrotta, ma interrotta da una pagina all'altra per essere ripresa successivamente, magari il giorno dopo.
    E' successo con alcuni libri che hanno voti particolarmente alti nelle pagelle di Ben.

    Mi è capitato anche di riprendere dopo molto tempo, ma riprendendo dall'inizio. E' stato il caso del Dr. Zivago, ripreso più volte e terminato, poi, grazie ai suggerimenti di Dania (che saluto, nel caso leggesse).

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  3. Ciao Ben.
    Credo che le letture interrotte da una pagina all'altra, da riprendere a fine giornata oppure ogni volta che troviamo un po' di tempo, siano quelle che ci prendono di più. Diventano come un amico che ci sta aspettando e abbiamo una gran voglia di incontrarlo.
    Riprendere invece un libro iniziato e non letto interamente è una scelta, una decisione (non sempre indolore), che può assumere i tratti di una sfida.
    Spesso, infatti, si tratta di quei libri che sono (o sono considerati) capolavori, ma - per diverse ragioni - non riusciamo a finire.
    Allora riprenderne la lettura diventa quasi una sfida con se stessi.
    Ciao!

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  4. Una sfida lo è senza dubbio, soprattutto per chi non ama lasciare le cose in sospeso. Certo è che a volte si finisce ma non si digerisce.

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  5. Ha un senso un "pasto" finito a fatica e non digerito, caro Ben, visto che possiamo scegliere di lasciare nel piatto il troppo e/o lo sgradito?
    Ciao

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  6. Può averlo. Meglio valutare alla fine.
    Interrompere ed emettere un giudizio solo dopo poche decine di pagine, come fanno tanti, dà una visione parziale ed ovviamente incompleta di un libro. Alla fine potrai dire quello che pensi.
    Poi bisogna tenere presente che i fuoriclasse possono piazzare la zampata decisiva anche a tempo scaduto.
    Vada come vada, ormai ho deciso di terminare ogni libro che leggo, e visto che, in fondo, non sono poi tanti...
    Ed inoltre... la fame è fame!
    :-)

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  7. Sicuramente è vero, Ben, che è meglio valutare alla fine: infatti io mi riferivo al tuo "si finisce ma non si digerisce".
    Continuo con questa similitudine: lo stomaco ci avverte sempre, siamo noi che a volte (o spesso) non lo ascoltiamo. Potrebbe valere anche per una lettura? Ma naturalmente non possiamo generalizzare.
    Ciao

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  8. Naturalmente, Ben, un giudizio emesso senza aver completato una lettura non è attendibile.
    Se inizio una lettura la porto quasi sempre a compimento.
    Il "quasi" è dovuto a due libri, gli unici due che non ho completato: "Va' dove ti porta il cuore" di S.Tamaro e "L'urlo e il furore" di Faulkner, iniziato nel periodo sbagliato. Lo riprenderò.
    Ciao

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  9. Ciao Ines,
    ho letto spesso di certe venti pagine fatidiche che decidono le sorti di un libro.
    Ma forse questo vale solo in certi casi.

    I motivi per chiudere definitivamente un libro possono essere svariati e, facendolo, non succede niente di grave.
    Tuttavia un motivo più importante di altri deve pur esserci.
    Tu, Ines, perché hai interrotto quelle due letture, che cosa ti ha spinto a farlo?

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  10. Caro Ben,
    per quanto riguarda "L'urlo e il furore" di Faulkner, come dicevo, ero nel periodo sbagliato per affrontare quella lettura. Sono quindi pienamente consapevole che si tratta di un grande libro, affrontato da me nel momento meno opportuno. In fondo ci sono letture che non si adattano ad alcuni periodi della nostra vita, ma dobbiamo riconoscere onestamente che dipende da noi (senza alcuna colpa, comunque) non dall'autore o dalla sua opera.
    "Va' dove ti porta il cuore" di S. Tamaro ho ... dimenticato di finirlo (ne avevo letto i due terzi). Chissà perché succede di dimenticare di completare una lettura ...

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  11. Oggi pomeriggio, parlando un'amica, ho ricordato un libro interrotto e mai finito: Il nome della rosa. Lo interruppi perché c'era troppo latino in mezzo ed io il latino non l'ho mai studiato, per cui mi trovavo in forte difficoltà a seguire molti passaggi.

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