Vedi alla voce: Amore – D. Grossman
In assoluto il libro più difficile che abbia letto. Mi ha creato molte difficoltà e spesso sono stato sul punto di abbandonarlo, ma poi ho resistito e, con molta lentezza, è riuscito a portarmi fino alla fine.
È anche difficile parlarne, perché è talmente complesso, forse geniale, per la fantasia dell’autore nel proporre un punto di vista alternativo a quelli che generalmente trattano dell’olocausto.
Infatti, già leggendo la quarta di copertina, uno scopo era proprio quello di parlarne in maniera originale alle giovani generazioni, quelle che ne hanno sentito solo parlare, senza aver vissuto quel periodo direttamente, proprio come Momik, il protagonista di questo romanzo, che, ancora bambino, cerca di carpire i segreti della “belva” dai sopravvissuti che, a causa di un dolore ancora forte ed una ferita perennemente aperta, non osano raccontare niente di quella vicenda, se non accennando per poi ritrarsi.
Poi Momik cresce e diventa uno scrittore che segue le vicende legate alla morte di uno scrittore polacco ebreo, Bruno Schulz, ucciso da un nazista per fare un dispetto ad una altro nazista.
Questa seconda parte mi è rimasta particolarmente difficile e più volte mi sono detto che poteva anche non far parte del romanzo, sembrando quasi un racconto a sé stante. Qui Grossman si è veramente sbizzarrito con la fantasia, anche troppo, facendo perdere spesso il senso dell’orientamento: giù nel mare alla ricerca del libro incompiuto di Bruno, Il Messia, del quale non si ha più traccia. Riferimento puramente casuale? Le domande di Momik si susseguono e hanno bisogno ancora di altri personaggi, più o meno fantastici per ottenere risposte. Ed ecco che arriva Wasserman, un autore di racconti per bambini, nonno “per caso” di Momik, che attraverso una storia raccontata ad un nazista, Neigel, con il quale instaurerà un rapporto del tutto particolare di confronto-scontro, svelerà le atroci verità dell’olocausto, gettandole in faccia anche a chi, convinto sostenitore di un’ideologia come Neigel, si sentirà schiacciato e sconvolto dalle contraddizioni interiori, tanto da poterle risolvere soltanto con il suicidio.
Il romanzo ruota su se stesso, come l’ultima parte, l’enciclopedia, che rimanda continuamente ad altre voci, senza un ordine ben preciso, dove l’unico ordine sembra essere quello delle sensazioni, delle forte emozioni che una tragedia come l’olocausto può far provare, quello delle domande che ritornano sempre, crudeli, quell’interrogarsi sui perché, con la vita che emerge dai vari personaggi a significare che, comunque violentata, offesa, distrutta, piegata, non verrà spezzata, ma rimarrà sempre unica e speciale, come ogni persona.
Come ho detto all’inizio, il libro è molto complesso e sono convinto di aver perso per strada tanti piccoli particolari e tante sfumature. Capolavoro? Forse, per la genialità dell’opera. Lo stile di scrittura di Grossman qui è diverso da quello che avevo conosciuto in altri suoi libri. La prima parte si adatta molto bene al linguaggio di un bambino, la seconda fa perdere l’orientamento per le acrobazie della fantasia. La parte finale, più lineare e scorrevole, se in un romanzo del genere si può parlare di linearità e scorrevolezza, è stata quella in cui l’autore riesce a dire le cose più crude con una delicatezza fuori dal comune, per me decisamente la migliore.
Però, quanta sofferenza nel portarlo a termine!
Il voto dell’istinto sarebbe basso, il voto dopo averci riflettuto per un po’ sarebbe alto, quindi:
Voto di Ben: 7,5
Dalla descrizione della struttura del libro e della complessità delle vicende si capisce la ragione per cui hai impiegato diversi mesi per finirlo, Ben.
RispondiEliminaGrazie per l'articolato commento.
Adesso per "disintossicarmi" sto leggendo un libro-intervista.
RispondiEliminaQuanto alla "Ballata del cavallo bianco", sono stato costretto a rivenderlo a chi me lo aveva suggerito, così adesso devo aspettare che mi ritorni in prestito.
Chissà se Maria potrà intervenire a proposito del libro di Grossman.
Buongiorno Ben,
RispondiEliminae buongiorno a tutti.
Sapevi che il tuo appello mi avrebbe tentata... :)
Purtroppo non ho potuto mantenere la promessa di rileggere il libro in contemporanea...
Troppo complicato per me questo periodo e quasi zero tempo per i libri (infatti mi manca....l'aria!).
Come sai ho molto amato "Vedi alla voce: amore". Sono passati circa venticinque anni (più o meno, no?) ma il ricordo che ne conservo è di grande appagamento "poetico". Sì, perché per me fu questa la chiave di lettura. Non ricordo più bene la trama, a parte che era molto complicata (hai ragione!), ma posso dirti che mi sentii letteralmente rapita dalla trovata dello scrittore: la fantasia e la poesia -la favola!- per restituire voce, dignità e vita a chi di queste fondamentali cose era stato privato nel modo più atroce e disumano.
Sono poi grata a questo primo libro, e alla casualità che me lo fece incontrare (ero al mare con un fidanzato che lo aveva portato per sè ma che dopo poche pagine lo aveva abbandonato...). Dicevo che gli sono grata per avermi fatto conoscere un autore che ho continuato ad apprezzare, come tu "ben" sai...visto che ti ho praticamente costretto ad avvicinarti ai suoi romanzi.
Lo rileggerò, lo prometto. Non sono più la stessa di allora e sono curiosa di scoprire quali saranno le mie sensazione dopo così tanti anni.
Mi dispiace di non aver appagato la tua curiosità, caro Ben. So che avresti voluto una vera recensione e questa non lo è di sicuro.
Ti abbraccio e auguro buona lettura a tutti i frequentatori del Rifugio.
Maria
P.S. per Ines: molto interessante il tuo post da Di Stefano. E che dire delle citazioni, fra le più delicate e malinconiche, da me molto amate sin da ragazzina.
Ciao Maria,
RispondiEliminacon Grossman era facile tentarti, e ti ringrazio per la risposta alla "chiamata", tanto più gradita visto il periodo che stai attraversando.
La tua è già un'altra chiave di lettura, e chissà quante altre ce ne potrebbero essere, perché, secondo me, è uno di quei libri che non lascia scampi a vie mezzo: dentro o fuori, bianco o nero, piace o non piace.
Quasi quasi la metto sul forum per vedere se qualcuno aggiunge qualcosa,ben immaginando due cose:
a) argomento sicuramente già dibattuto
b) scommettiamo che...?
Fatto, postato su L&S, con qualche difficoltà informatica, speriamo che sia giunto tutto a destinazione.
RispondiEliminaE così facendo, cara Ines, ho visto che un tuo post ha letteralmente scatenato le folle! Complimenti!
Scatenamento di folle! Ottimi spunti! Articolati commenti!
RispondiEliminaThanks, molto interessante :)
Come avevo già previsto leggerò questo libro che ancora confesso mi manca... intanto auguro a voi "rifugiate/i" un ricco week-end pieno di ogni BEN.
Kisses,
Bi
Un ringraziamento particolare a Maria, a Bianca e - naturalmente - anche a te, Ben: le vostre parole di apprezzamento mi onorano, credetemi.
RispondiEliminaNon ho letto il libro di Grossman, ma sia il commento di Ben sia le parole di Maria hanno mosso la mia curiosità.
Proprio su L&S ho appena letto un breve commento a "Vedi alla voce: Amore". Aspettiamo che sia pubblicato anche il tuo, Ben.
A Maria: rileggere un libro dopo molti anni può offrire sorprese inaspettate.
Un caro saluto a tutti
Grazie Bi, e mi raccomando: prenditi il tuo tempo.
RispondiEliminaIn questi giorni, in cui si parla di memoria, mi tornano in mente le parole dei personaggi e mi sta venendo in mente un'altra idea: che questo libro sia come certe canzoni che arrivano solo dopo un po' di tempo che le ascolti.
Ines, il mio commento è fatto con il copia incolla, quindi non riserverà niente di nuovo a chi lo ha già letto qui, tranne un invito finale.
RispondiEliminaRileggere un libro dopo tanti anni: non mi viene in mente, sul momento, nessun libro letto e poi riletto. Le intenzioni di farlo sono alcune, a partire da "Per chi suona la campana", ma anche "Qualcuno con cui correre" (toh, chi si risente: Grossman!). Poi però preferisco andare su qualcosa di sconosciuto.
Le sorprese: positive? Negative? Sicuramente dettate dalla nostra evoluzione.
E a proposito di rileggere, Ines: tu come ti comporti con i libri che hai scritto?
Grazie a te Mr. BENassai e ci si ribècca presto... assai.
RispondiEliminaBuonanotte bella gente!
Quando posso mi piace abbinare a una lettura (nuova) una rilettura.
RispondiEliminaL'estate scorsa ho riletto "Guerra e pace" dopo ...oltre 30 anni.
Un leggero disincanto.
Capita che la rilettura avvenga pochi mesi dopo la prima lettura (per pochissimi libri): lo sto facendo ora con "Sopra eroi e tombe" di E. Sabato, letto la prima volta in lingua originale e ora in italiano, per capire se l'efficacia narrativa e linguistica resta inalterata oppure se e quanto la traduzione "tradisca" l'originale.
Dopo la pubblicazione non ho più riletto i miei libri, Ben, se escludiamo le pagine scelte per le presentazioni.
RispondiEliminaSicuramente li rileggerò tra qualche anno e potrebbero riservarmi ... sorprese inaspettate.
Buona notte a Bianca
Buona giornata a te Ines :)
RispondiEliminaOh, è sempre un piacere leggervi... anche se io latito, un saltino lo faccio regolarmente.
Allora a presto, have a nice week-end, you and all of you!
Bianca
The same to you, dear Bianca, Maria & Ben.
RispondiEliminaGrazie Bianca, buon fine settimana anche a te. Poi ci dirai com'è la domenica tipo in Olanda: è tutta pane e calcio come in Italia?
RispondiEliminaInes, ti ho chiesto dei tuoi libri perché io comincio a dimenticarmi qualcosa, soprattutto del primo. Non vorrei che mi chiamassero in televisione, una domenica di queste, e fare la figura come quelli che rispondono al conduttore chiedendo: ma davvero l'ho scritta io quella cosa lì? E il conduttore, di tutta risposta: a pagina 34.
Che cosa potrebbero pensare le centinaia di migliaia di lettori che annovero in tutto il mondo?
:-))
E' chiaro che sto scherzando (i lettori sono milioni), ma quando questo accade che cosa vi viene in mente?
E con queste domande, prendendo a prestito il ruolo che di solito è di Marzullines, auguro a voi un meraviglioso fine settimana.
Eh. (Come direbbe la Rodotà).
RispondiEliminaUn giorno racconterò in maniera estesa storie varie d'Olanda tra le quali la domenica of course.
Dont'miss it carissime-mi!
E visto che mancano tre ore: buona domenica!
Bisou
Sarebbe "Don't miss it" e ne approfitto per lasciare una citazione scovata per caso e che mi è sembrata molto carina.
RispondiElimina"Scrivere è urlare in silenzio".
Un affettuoso saluto di domenicale relax, pace e... BENe (!)
BiMe
Buongiorno a tutti.
RispondiEliminaMolto bella la citazione riportata da Bianca. Ah, quanti spunti offrirebbe (offre? offrirà?) per una chiacchierata! Grazie per averla condivisa con noi, cara Bianca.
Grande Ben, con i suoi milioni di lettori. Hai la mano anchilosata per aver scritto trooooppe dediche, immagino.
Be', trovo strano che uno scrittore possa non ricordare una frase che lui ha scritto: sarebbe come dire che un genitore non riconosce la mano o la voce di suo figlio.
Non ricorderà la pagina o il brano a memoria (questo mi sembra naturale), ma se quella pagina o quel brano lo ha scritto (chissà perché lo ribadisco ...) non può non tornargli in mente riascoltandoli.
Oppure vuole colpire gli spettatori? Non saprei.
Ciao a tutti
Mi è comparsa, la dedica, di fronte in pochi secondi sulle strade di Internet e poi è scomparsa, ma l'avevo già catturata :)
RispondiEliminaCosì l'ho condivisa con voi... felice proseguimento di domenica!
B.
E' proprio per questo che ormai sono diventato un premitasti!
RispondiEliminaChe dite, proviamo a dibattere l'urlo silenzioso?
L'urlo di Munch?
RispondiEliminaScherzo, Ben, sono pronta.
Scrivere non è molto spesso la manifestazione di un mondo interiore? un mondo fatto non soltanto di ciò che noi viviamo (sarebbe riduttivo), ma anche di ciò che impariamo da altre vite, di esperienze nostre e altrui, come un intreccio talvolta, e comunque il più delle volte espressione della consapevolezza di quanto vivere sia complesso, pieno di momenti difficili e per questo sofferto.
Un caro saluto a tutti
Concordo con questa ottima riflessione. Grazie Ines.
RispondiEliminaAl volo: ancora buonanotte!