"Secondo me una forma (non grave, sia chiaro) di narcisismo è anche quella di pubblicare tre libri con una casa editrice a pagamento, se non ho capito male e inteso peggio, per sentirsi scrittore e neppure esordiente.
Sentendoselo pure confermare dall'ottimo Di Stefano, mica pizza e fichi.
Nell'ipotesi poi, come auguro di cuore, che un quinto libro venga pubblicato da un Signor Editore... beh, allora si vedrà.
Tutti abbiamo le nostre passioni, ma ogni tanto riguardarsi non guasta: altrimenti, poiché ognuno di noi ha qualcosa da dire, raccontare, scrivere etc., tra poco la foresta amazzonica rimarrà un lontano ricordo e quei simpatici cosi chiamati "alberi" li potremo ammirare soltanto in cartolina.
Con simpatia.
N."
Già avevo cominciato la risposta sullo stesso forum, adesso la riprendo e la concludo.
Tutti noi abbiamo storie da raccontare, storie che, per quanto simili, hanno la caratteristica e la bellezza di essere ognuna diversa dall'altra.
Spesso si tende a generalizzare e ad appiattire tutto.
Il fatto di aver scritto qualche libro non mi fa affatto sentire uno scrittore. Sono un normalissimo impiegato e l’unica definizione che attribuisco a me stesso, scherzando ma non troppo, è quella di ragioniere della zolla, poiché da molti hanno mi occupo di contabilità in un’azienda florovivaistica, motivo per cui ho molto rispetto per gli alberi, perché sono proprio loro a permettermi di tirare avanti.
Sono arrivati i libri e, per la verità, sarebbe arrivato anche un contratto editoriale, al quale ne preferii uno per servizi editoriali. Perché? Si domanderà lei. Perché il mio scopo non era quello di farne un libro fine a me stesso, ma legarlo ad iniziative benefiche.
Cercai degli sponsor che contribuirono in parte alla realizzazione del libro, banche, ditte, amici imprenditori, in modo da poter usufruire non di una percentuale, come avrebbe offerto un contratto editoriale, ma dell’intero prezzo di copertina.
Non mi pentii di quella scelta, anzi, l’ho ripetuta con i libri successivi.
E’ così che oggi ci sono due o tre sedie in più all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, che alcune persone con sindrome di Down hanno potuto frequentare un corso di ping-pong, che alcune persone disabili hanno potuto fare qualche “pizzata” in più, che alcuni bambini del Burkina Faso hanno potuto ricevere qualche penna o quaderno in più, che sono stati posati tre o quattro mattoni per una scuola in Congo.
Scrivere questo, mi creda, mi crea un forte imbarazzo, per motivi facilmente immaginabili, ma è l’unico modo per togliere l’olio dai fiaschi, come si dice dalle mie parti, e per non alimentare equivoci.
Se un quinto libro arriverà? Per il momento non so, e non ci penso più di tanto, ma se quel giorno arriverà, mi guarderò allo specchio, un sorriso si impadronirà delle mie labbra e...
Non conosco tutta la storia ma io avrei risposto così (ma sono un estremista):
RispondiEliminaL'adorazione morbosa di se stessi con la finalità di perseguire
fini esclusivi di godimento personale non porta a nulla ed è un disturbo da curare.
Ti circonderai soltanto di gente "disturbata" a vari livelli come te; gli unici
che ti possono stare vicino.
Una "sana" considerazione di se stessi, tesa a mettere le proprie
capacità in gioco per divertirsi ma senza esaltarsi, ti fa stare bene
con te stesso e soprattutto ti accorgi che chi ti circonda non ti adula ma
ti vuole bene.
Josil
Mi inquieti quando sei così estremo, Josil.
RispondiEliminaComunque Narcisista ha già replicato, non qui ma sul forum, e non credo che tornerà, perlomeno non come Narcisista.
Credo che l'argomento sia chiuso, così come credo che la mia posizione e le mie scelte siano difficilmente accettabili o comprensibili.
Ciao
Non inquietarti Ben. Mi dispiace quando trattano "male" i miei amici e tu sei un mio amico. Ciao
RispondiEliminaJosil
Certo che lo siamo, ma manteniamo i toni nelle giuste corde.
RispondiEliminaLe opinioni possono essere diverse ed è normale che lo siano.
L'importante è rispettarle anche quando non coincidono con ciò che pensiamo.
Sono consapevole che la strada che ho percorso è poco ortodossa. Chi la percorre è additato e viene giudicato in un certo modo.
Per il bene della letteratura non si dovrebbe fare.
Io ho preferito un altro tipo di bene.
Per i più esiste una sola strada per pubblicare, e niente può giustificare certi comportamenti.
Nessuno mi ha trattato male, sono punti di vista diversi, a fronte, probabilmente, di obiettivi diversi.
Saluta le tue donne.
"...che m'odia e fugge,
RispondiEliminaper invidia non già, che non mi tiene,
maggior di sé, ma perché tale estima
ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
a persona giammai non ne fo segno."
(da "Le ricordanze" di G. Leopardi)
Caro Ben,
ti auguro buona giornata con questi versi leopardiani, che - in parte - commentano egregiamente l'argomento ... in corso.
Beh, Ines, l'argomento è ormai chiuso. A meno che Marzullines non abbia in serbo una sorpresa delle sue.
RispondiEliminaGrazie per il tocco da... fuoriclasse.
Caro Ben, hai ragione: l'argomento, più che "in corso", è "in corsa" verso ...l'uscita.
RispondiEliminaA questo proposito, quindi, Marzullines si congeda con un'altra frase significativa.
"Un bel tacer talvolta
ogni dotto parlar vince d'assai"
(Metastasio)
Buona domenica