domenica 28 febbraio 2010
Quale titolo?
Volevo scrivere un sacco di cose.
Forse troppe.
I ricordi sono tanti e si accavallano.
I minuti passano.
E' bizzarro quello che viene in mente in questi casi.
Una vecchia pubblicità che si incontrava in autostrada: nel dubbio non sorpassare.
Così la pagina resta bianca.
Questa sera ha vinto lei.
mercoledì 24 febbraio 2010
"Se questo è un uomo"
Se questo è un uomo –
Primo Levi
Più
volte avevo avuto l’impulso di leggere questo libro, ma non ero riuscito a
farlo. Dopo aver letto le prime pagine ho capito perché.
L’autore
fornisce una testimonianza di quella che era la vita nel Lager.
Vita:
forse non è la parola giusta da usare. Di vita, in un sistema finalizzato
all’annientamento della dignità umana, non si può certo parlare.
Si
soffre a leggere il libro, si soffre insieme ai protagonisti, e le domande di
sempre, di fronte a tanta crudeltà di uomini nei confronti di altri uomini,
tornano fuori.
Il
viaggio, il trasferimento in una carrozza ferroviaria dove le persone
cominciano a fare i conti con condizioni disumane e dove i primi cominciano a
perdere la vita.
L’arrivo
al campo, l’incredulità, l’inizio della perdita dell’identità, l’attribuzione
di un numero tatuato, gli espedienti per poter sopravvivere, la fame, la sete,
la sporcizia, la debolezza, le botte, il freddo, l’incapacità di capire, il
lavoro pesante, la fatica, la consapevolezza di non poter uscire vivi da lì.
Piano
piano l’uomo perde tutta la sua dignità. La persona viene offesa, umiliata,
resa simile alle bestie, non prova più pietà per il prossimo, non conosce più
amicizia, perde la speranza, non è capace di ribellarsi. L’istinto di
sopravvivenza resiste, anche a scapito di altri prigionieri. L’importante è non
fermarsi a pensare, sarebbe molto peggio della sofferenza causata da quelle
condizioni.
Levi
parla della sua esperienza e di ciò che ha vissuto, senza includere ciò che ha
appreso successivamente. Colpisce come sia riuscito a fare un’analisi quasi
oggettiva del più grande massacro dell’umanità. Nelle sue parole non c’è odio
nei confronti di chi ha effettuato tutto ciò, non c’è giudizio. La sua vuole
essere “semplicemente” una testimonianza di ciò che è accaduto, perché il mondo
sappia e non dimentichi ciò che è accaduto e che i nazisti hanno cercato in
tutti i modi di non far conoscere al mondo.
È un libro scritto in modo semplice, ma
capace di porre il lettore nella condizione di fare molte riflessioni e di
porsi molte domande sulla natura umana, in tutte le sua sfaccettature.
Voto di Ben: 8,5
domenica 21 febbraio 2010
Canzone o poesia?
domenica 14 febbraio 2010
Ho scoperto la terza dimensione!
E poi ti imbatti in un libro...
"...percepiamo che la persona si presenta aperta alla costruzione di se stessa.
... con più o meno condizionamenti e ostacoli, l'uomo si fa e sceglie un cammino di realizzazione nella vita.
...non tanto la scelta di ciò che una persona vuole fare nella vita, quanto il tipo di persona che ha deciso di essere."
sabato 6 febbraio 2010
giovedì 4 febbraio 2010
Quanto siamo capaci di ascoltare?
Quando qualcuno ci parla di sé, sappiamo isolare noi stessi e dedicarci solamente a ciò che ci viene detto? A volte ci capita di sentire quello che ci dicono, ma poco dopo ce lo siamo già dimenticato, per distrazione o, che è peggio, per disinteresse.
Saper ascoltare gli altri è molto difficile. Ne siamo capaci?