giovedì 1 novembre 2018

L'angolo d'infanzia - Prima parte

«Scappa, non devono raggiungerti!»

Ripetevi queste parole dentro di te mentre correvi a perdifiato attraverso i campi per raggiungere il tuo rifugio. Ogni tanto ti voltavi indietro per vedere se i tuoi inseguitori si fossero avvicinati. Non vedevi nessuno, ma non rallentavi la tua corsa. Come in una danza, ti abbassavi per schivare i rami alti delle piante e poi saltavi per non sentire la frustata di quelli in basso nelle tue gambe nude.

Ti sembrava di non arrivare mai. Correvi a testa bassa, guardando i tuoi piccoli piedi dimenarsi, con la terra che entrava dagli occhi dei tuoi sandali blu. Più forte correvi, più forte sentivi il tuo cuore che batteva all’impazzata, quel cuore che batteva così solo per quella bambina che a scuola era nella tua stessa classe, quel cuore che batteva così quando lei ti salutava con la sua flebile voce.

Il fiato si faceva sempre più grosso, ma la meta si avvicinava sempre più, ormai era alla portata dei tuoi occhi, bagnati da calde gocce di sudore che scendevano dalla tua madida fronte.

Eccolo! Finalmente il rifugio era lì. Entrasti di corsa e spiccasti un balzo per afferrare la trave, una mezza piroetta e ti ritrovasti al sicuro, seduto in quella buca scavata fra tanti pezzi di legna, tagliati uno ad uno dalle braccia forti e vigorose di tuo nonno. Nessuno adesso poteva vederti, nessuno poteva trovarti. Non c’era più paura.

Rimanesti ad occhi chiusi per alcuni minuti. Non sentivi rumori fuori. I tuoi inseguitori erano stati seminati. Il cuore tornò a battere regolarmente ed il respiro fece di nuovo pace col tuo corpo.
Il silenzio, poi una sensazione di pace.

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