La vigilia di
Natale arrivò.
Prima
dello spettacolo ci fu la cena alla quale parteciparono gli ufficiali, con le
relative famiglie, ed i soldati, gli uni mischiati agli altri, uniti nelle
lunghe tavole preparate nel nostro ristorante.
Il
cibo era buono e tutti quanti erano buoni in quell’atmosfera natalizia.
Poi
dopo lo spumante, tutta la sala fu sgombrata in pochi minuti per dare inizio
allo spettacolo
Io
ero un po’ teso, ma appena salii sul palco prendendo posto dietro la batteria,
tutto sparì di colpo.
Ero
pronto, e lo erano anche gli altri.
Il
presentatore della serata, arrivato da Verona, iniziò:
“Signore
e Signori, è giunta l’ora di iniziare lo spettacolo, Aspettando la cometa 1985.
Ad allietare la serata, con musica e canzoni, il gruppo Re-Ri Band (accompagnai
gli applausi con una rullata di tamburo)”
Presentò
tutti i componenti fino a:
“Alla
batteria: artigliere Roberto Benassai! Auguro
a tutti un buon divertimento! E adesso: via con la sigla!”
Era
il nostro momento!
Eravamo
un po’ emozionati, ma appena Biagio partì con le prime note, ci calammo tutti
nella nostra parte e tutte le ansie sparirono. Adesso c’era solo da fare bene e
divertirsi suonando. Io poi ero su un altro pianeta dalla contentezza, perché
finalmente potevo suonare lo strumento che amavo di più, avendo colto al volo
un’opportunità unica per farlo.
La
serata iniziò e continuò nel migliore dei modi. Le canzoni ci vennero bene a
tal punto che ci furono chiesti alcuni “bis”, gli applausi furono tanti e
convinti. Biagio suonò i suoi brani con la fisarmonica facendo ballare gli
ufficiali con le mogli, e l’imitazione che avevo preparato fece sorridere tutti
quanti.
Insomma,
fu un vero successo, ed alla fine ricevemmo i complimenti di tutti. In particolare
ricordo quelli del comandante Gelato.
“Complimenti,
siete stati davvero bravi. Dopo il disastro iniziale avevo un po’ di paura per
la riuscita della serata. Ma vi siete preparati ed avete svolto il compito in
maniera eccellente.”
Era
sempre formale quando parlava.
Intervenne
Pucci che disse: “Signor Comandante, adesso glielo possiamo dire.”
“Dire
cosa?”
“Vede,
nel nostro gruppo, tutti sapevamo di musica tranne l’artigliere Benassai. Per
lui si è trattato della prima volta: fino all’inizio delle prove, poche
settimane fa, non aveva mai suonato la batteria.”
“Non
è possibile! E perché non me lo avete detto subito?”
“Pensavamo
che lei non avrebbe accettato di inserirlo nel gruppo. Così abbiamo voluto
prima provarlo. Ed è andata bene. Non le pare?”
“È
andata molto bene. Complimenti di nuovo.”
Strinse
la mano a tutti e si accomiatò, facendo gli auguri di buon Natale.
Fu
poi il turno del maggiore La Triglia a complimentarsi:
“Se
avessi saputo che eravate così bravi non avrei ingaggiato quel presentatore.
Avete praticamente fatto tutto voi. E tu, Benassai, ma come ti è venuta in
mente quella storiella? Bravi, bravi veramente. Ci avete fatto trascorrere una
bella serata. Vi auguro di cuore un buon Natale.”
Finalmente
arrivò l’ora di andare a letto, ma noi del gruppo eravamo così carichi di
adrenalina che nessuno aveva voglia di dormire. Così ci radunammo nella mia
camerata ed incominciammo ad ascoltare il nastro della serata che avevamo
registrato, facendo commenti ed anche critiche sul nostro operato. Eravamo
tutti contenti, specialmente io. Ero quasi incredulo.
La
serata era stata magnifica, indimenticabile, tant’è vero che a distanza di
molti anni, quando arrivo alla vigilia di Natale, di nascosto, con le cuffie,
mi ascolto sempre quella cassetta e quella canzone natalizia, e credo che continuerò a farlo fino a quando
non si guasterà.
Caro Ben.
RispondiEliminache sorpresa!
Il brano mi sembra una versione liberamente rivisitata (e arricchita) di "White Christmas".
Comprendo la tua emozione di allora e l'emozione con cui ascolti ancora oggi la cassetta.
Immagino che, sotto certi aspetti, quella musica rappresenti per te la colonna sonora di un'età, di un'esperienza e di amicizie che non si dimenticano, proprio perché legate a quell'età speciale che sono i vent'anni.
Sbaglio?
Buona giornata
Cara Ines, in un certo senso è come dici tu, ma forse c'era di più.
RispondiEliminaLa prima fu sicuramente la sorpresa di scoprirsi capace di suonare, non da fenomeni, ma tanto da poter fare uno spettacolo. La batteria era allora un sogno, e suonarla significò renderlo reale.
Poi è sicuramente la colonna sonora di un periodo, di quel periodo, dal quale cercai di trarre il massimo quando sarebbe stato facile fare al minimo. E forse è così che sono riuscito a mantenere il ricordo di tante persone e tanti episodi. Con alcune di quelle persone ho avuto il piacere di rivedermi, con altre non ci siamo mai persi, con alcuni ci leggiamo su facebook.
Inoltre pensa, Ines: quella sera ha cambiato la vita ad alcuni di noi, per esempio Biagio, il tastierista, che durante quello spettacolo conobbe la ragazza che in seguito diventò sua moglie. Che sorprese che riserva la vita!
Quella cassetta adesso non esiste più, è stata soppiantata dal passare del tempo, ma non è andata perduta: l'ho trasformata in più moderni files mp3.