Ultimamente ho sperimentato letture diverse da quelle abituali.
Ho letto più volte un libro di poesie. La lettura è stata una caccia al tesoro, con la mente a caccia di personaggi da sviluppare per un lavoro successivo.
Poi ho letto, più volte, un breve testo, quasi teatrale, per lo stesso motivo.
Più che una lettura è stato quasi uno studio, in entrambi i casi.
Non ricordo di aver letto libri, in passato, per più di una volta, finendo e ricominciando immediatamente.
La cosa che mi ha colpito è che, rileggendo subito, nella lettura successiva ho notato particolari sfuggiti in quella precedente, e la domanda è nata spontanea: quante cose mi sarò perso di tutti i libri letti in passato?
Caro Ben,
RispondiEliminase escludiamo gli anni della scuola e dello studio, non ho mai riletto un libro subito dopo averlo finito.
Se riflettiamo, però, sulla necessità di leggere più di una volta un capitolo di una qualsiasi materia scolastica, perché ne possiamo cogliere i dettagli importanti, si può dedurre che una sola lettura non permette di approfondire un tema, tranne casi eccezionali.
Rileggo per abitudine libri già letti (se li ho apprezzati particolarmente), ma a distanza di alcuni o molti anni: sicuramente può essere interessante osservare come il tempo ci permetta di affrontare una seconda lettura in modo diverso.
Ne possono scaturire delusioni oppure scoperte gradevoli: potremmo concludere che ci eravamo persi qualcosa o molto, ma potrebbe anche accadere che consideriamo sopravvalutata (da noi stessi) un'opera che ci aveva entusiasmato.
Mi rimprovero, invece, di essere piuttosto restia a rileggere un libro che non mi è piaciuto. Potrei dargli una seconda possibilità, no?
Ma così va e non ho voglia di rimproverarmi più di tanto, credimi. :-)
Buona serata
Ciao Ines,
RispondiEliminama cosa vuoi rimproverarti? Quando un libro non piace è già difficile portarlo alla fine, figuriamoci leggerlo di nuovo!
Probabilmente potrebbe cambiare qualcosa, ma secondo me, alla base, manca lo stimolo per ricominciarlo.
Ciao.