domenica 1 maggio 2011

Quattro passi... con Ben - Quarantatreesima puntata

Nelle settimane successive, con Luca, andammo in gita con una comitiva di circa cento persone guidate da Don Ferrero, parroco di una piccola parrocchia in provincia di Pistoia.
Toccammo varie mete, fra le quali Parigi, Londra, Edimburgo, fino ad arrivare al lago di Loch Ness, toccando altre località in fase di rientro.
Ad ogni tappa le tende del nostro gruppo riempivano i campeggi.
Eravamo davvero tanti, due pullman completi. Vidi posti bellissimi, come Parigi, dove sarei ritornato molti anni dopo con mia moglie. Vidi Londra, ancor più bella per la sua indescrivibile atmosfera, con i suoi parchi verdi, i monumenti e il suo traffico infernale.
In proposito ho un ricordo: il nostro campeggio si trovava alla periferia di Londra, a Abbey Wood, se non sbaglio. Non so a quale distanza dalla capitale. Il giorno seguente al nostro arrivo eravamo già pronti per partire con i due pullman quando ci venne incontro il direttore del campeggio agitando le mani. Chi di noi parlava l’inglese, si avvicinò per capire cosa stesse dicendo ed il dialogo che seguì suonò all’incirca così (in italiano per facilità):
“Dove state andando con i pullman?”
“A Londra.”
“Ma voi siete pazzi. Nemmeno i londinesi osano andare in città con la loro auto a causa del traffico.”
“E allora che dobbiamo fare? Non possiamo mica andare a piedi?”
“A poca distanza da qui c’è una stazione del treno: andate lì ed in trenta minuti arrivate proprio nel centro di Londra.”
Accettammo il suo consiglio, che seguimmo anche nei giorni successivi.
Nonostante mi rendessi conto che stavo partecipando ad una vacanza irripetibile, non mi divertivo abbastanza e soprattutto non riuscivo, ancora una volta, a fare nuove amicizie, benché ci fossero molte occasioni favorevoli. E per questo motivo non vedevo l’ora di tornarmene a casa.
Inoltre quel montare e smontare la tenda ogni due o tre giorni stava cominciando a stancare fisicamente. Magari, se fossi riuscito a conoscere qualcuno, questa fatica non l’avrei avvertita.
Ma non andò così, e quando rimettemmo piede in Italia tirai un sospiro di sollievo.
Forse non ero maturo per un’esperienza del genere, o forse capitò nel periodo sbagliato.

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