Vi capita mai di svegliarvi al mattino con un grido ed una canzone in testa che mai e poi mai avreste canticchiato? E vi sentite bene e avete voglia di ridere.
E' quello che mi è capitato ieri, una domenica normale, come tante altre, iniziata con una visita alla tomba di mia madre, perchè sarebbe stato il suo compleanno. Pensando a questo, non ci sarebbe stato motivo di avere tutta questa voglia di ridere.
Una cosa strana, tuttora inspiegabile, eppure quel grido e quella canzone non volevano togliersi dalla testa: Uauh! I feel good! tarataratarata.
Questo "stato di grazia" è andato avanti per tutta la giornata, con la decisione di andare a vedere un film con il solo intento di fare due risate, un film che, probabilmente, in altre occasioni non avrei mai cercato. E invece eccomi lì, a navigare su internet per studiare le programmazioni della multisala: Australia, Madagascar, Le sette anime, Yes man, e poi, boh, tanti altri fino a... Natale a Rio.
Eccolo, l'ho scovato. Voglio andare a vedere quello. Cinzia, mia moglie, mi guarda strano per tutte queste novità: non sono un frequentatore assiduo di cinema e, soprattutto, di quel genere di film.
Ma è comprensiva e acconsente.
Arrivati al cinema e vista la fila alle casse, in tempi "ordinari" forse avrei dato in escandescenza. Invece niente, non faccio una piega, e dopo venti minuti esco dalla bolgia con i biglietti in mano, giusto in tempo per correre verso la sala, incontrare un amico che non vedo da anni, ma che non posso salutare se non con un rapido gesto della mano, entrare, mettersi a sedere e vedere le luci che si spengono.
Il film scorre, con il solito cliché di gags ed equivoci tipici di quei film. Eppure rido, rido di gusto.
Il motivo di tanta voglia di ridere è rimasto un mistero e questa mattina, al risveglio, avevo ancora quel grido in testa:
Uauh! I feel good, tarataratarata.
Nessun commento:
Posta un commento