In questi giorni ho avuto modo di riflettere sull'età perchè, avendo compiuto gli anni recentemente, ho dovuto ribattere a coloro che ci scherzavano su.
Mi sono tornate in mente alcune parole dette da persone un po' di tempo fa, amici attuali o amici di una volta: quelle di una amica di scuola, che non venne ad un ritrovo con gli altri compagni di classe, dopo venti anni dal diploma, perchè aveva il timore di sembrare terribilmente invecchiata e triste, riflessa opacamente negli occhi degli altri. Quelle di un amico al quale contestai la sua affermazione secondo la quale i venti anni sono sempre i migliori; mi disse che dicevo così per consolarmi del fatto che gli anni passano.
Io ho sempre creduto che ogni età è giusta in quell'età. A diciotto anni si fanno le cose tipiche di quell'età; ci si sente forti, invincibili, siamo pieni di energia, vogliamo conquistare il mondo e, soprattutto, nella maggior parte dei casi siamo senza problemi e responsabilità. Poi si cresce e si matura. Le cose cambiano e cominciamo a ragionare in maniera un po' diversa.
Cambiamo un po' fuori, ma dentro siamo molto più ricchi. Personalmente sono riuscito ad esprimermi molto meglio intorno ai quaranta che non intorno ai venti anni. Forse perchè ho trovato un equilibrio personale e familiare, forse perchè con la maturità e l'esperienza acquisite mi sono reso conto che potevo tirar fuori ciò che da giovane non ero riuscito a tirar fuori. E la voglia di conoscere qualcosa in più mi ha accompagnato e mi sta accompagnando. Interessi che prima non sapevo di avere sono usciti fuori prepotentemente: imparare a nuotare a trentanove anni, conoscere nuove lingue, fare corsi di vario genere, la scrittura stessa.
E' tutto un percorso che facciamo e che continua anche oltre gli anni della cosiddetta giovinezza; non è una ruga in meno o un capello in più che ce la indicano, non è la parte esteriore, ma quella interiore che rivela la nostra età.
Rispondendo ad un amico molto più giovane di me, buffo e spiritoso, che mi ha fatto gli auguri scherzando sui miei (pochi) capelli brizzolati e sui miei quarantaquattro anni, ho risposto dicendo che l'età non è altro che un'entità astratta che si materializza solo sui documenti.
Sarà anche vero che chi si contenta gode, ma io dico: Viva gli "anta"!
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