domenica 17 novembre 2019

Il riflesso della luna - quarta puntata

«C’era una volta un uomo che doveva lasciare il suo paese. Viveva lì da circa venti anni. Era una persona importante e ben voluta da tutti. Ma un giorno, per il suo lavoro, che non era un vero e proprio lavoro, gli fu imposto di andare in un’altra città. Questo lo rattristò molto, ma decise di organizzare una festa per avere modo di salutare tutti gli amici. La serata fu molto allegra, ma quell’allegria terminò quando, con l’ultimo saluto, si consumò anche l’ultimo atto della sua vita in quella città. Tutti se ne andarono, riprendendo la strada di casa. Lui si coricò nel suo letto, incrociò le braccia dietro la testa e si mise a fissare la luna attraverso la finestra aperta. Era una bella, limpida e mite notte d’estate e nel cielo stazionava una grande luna piena. Guardandola, gli tornarono in mente, uno dietro l’altro, tutti i momenti belli trascorsi in quella città. Immerso in quei ricordi, non si rese conto del tempo che era trascorso, così rapido ed intenso da sembrargli una breve eternità. Si risvegliò da quei pensieri e subito fu colto dall’ansia di ciò che lo attendeva, l’ansia dell’ignoto. La luna aveva già percorso una curva nel cielo e la voce del campanile lo avvertì che era tardi, che era ora di dormire. Aveva sentito tante volte quella voce, ma quella volta gli parve più dolce, più gentile. Si alzò per chiudere la finestra, ma prima indugiò ancora un attimo, con la maniglia in mano, fissando di nuovo la luna attraverso il vetro, prima di accompagnarla fuori con un lento movimento delle braccia. Fu in quel momento che la sua faccia formò un solo volto con quella sfera luminosa che sembrava immobile nel cielo stellato. Quell’uomo sorrise e gli sembrò che la luna ricambiasse quel sorriso. Poi si rimise nel letto, mentre la luna riprese il suo cammino nel cielo, lasciando una impercettibile scia, simile ad un filo rosso. Da allora ogni volta che si sentiva solo guardava la luna; in quel modo riviveva i bei momenti trascorsi con i vecchi amici e la solitudine svaniva. Il giorno seguente, salendo in auto per partire verso la nuova destinazione, indugiò ancora un po’. Riguardò la sua casa, i suoi luoghi, il campanile e pensò: “Stasera una nuova luna sorgerà”. Si accomodò sul sedile, chiuse la porta e mise in moto. Rimase alcuni istanti immobile con le mani sul volante, poi ingranò la marcia e partì».

«Wow!» esclamò il Gattino. «Che storia. È già finita?»

«Oh, è tardi, devo rincasare. Forse anche tu devi farlo» disse Nico.

Sollevò il gattino dalla sua pancia e lo mise in terra.

Questi lo guardò, miagolò e gli andò a tirare qualche colpetto con la testa, strofinandosi poi alle Zampelunge.

«Ciao Gattino, torna a trovarmi. Mi ha fatto piacere parlare con te. Non avevo mai parlato così tanto con qualcuno. Buonanotte amico mio».

«A presto, Piccoloumano».

I loro incontri continuarono per molte sere, durante le quali se ne stavano insieme a parlare e a guardare il cielo fino a tardi, quando si salutavano dandosi appuntamento per la sera successiva. Andarono avanti così fino al periodo delle vacanze estive.

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