Era una bella serata, dove per serata si
intende quel lasso di tempo che va dall’ora di cena all’ora di andare a
dormire, quando Nico uscì di casa per andare in giardino. Si accomodò su un
lettino di quelli che si usano di solito per prendere il sole. Si sdraiò, mise
le mani dietro la nuca e vi adagiò la testa. Appoggiò la gamba sinistra su
quella destra. Cominciò ad osservare il cielo. Ancora non si vedevano le stelle.
Nico, però, non era lì per vedere le stelle.
No, lui attendeva che la luna attraversasse quel lembo di cielo per poterla
ammirare e, insieme a lei, sognare.
Nel frattempo un gattino si stava
avvicinando al giardino in cerca di compagnia felina, ma quando vide quel
Piccoloumano ebbe un sussulto e si nascose dietro una rosa.
«Meglio indagare prima di avvicinarsi»
pensò.
Ma un movimento maldestro attirò lo
sguardo del Piccoloumano.
«Ecco, ho pensato di nuovo a voce alta: mi
ha visto».
Nico si alzò e si sedette sul lettino.
«Vieni qua, Gattino. Non avere paura.
Vieni, che aspettiamo la luna insieme». Poi, dopo una breve pausa, riprese: «Anche
tu stai cercando compagnia? I miei stanno guardando i telefonini e non si sono
nemmeno accorti che sono uscito. Se vieni qua forse diventeremo amici, a me non
va di fare come loro».
«Chi mi dice che stai dicendo la verità?
Ho sentito un sacco di cose in fatto di adescamenti, cosa credi?»
«Fa’ come vuoi. Io mi rimetto giù ad
aspetto la luna. Sai, un giorno io ci andrò!»
«Un Umano strano questo: interessato più
alla Grandesferagialla che ai Piattiniluminosi. Singolare!»
Così si avvicinò e gli parlò: «Miao».
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