Nell’estate
2003, cioè diciassette anni dopo quel congedo, ripassai per quei posti mentre
mi dirigevo sul lago di Garda per una vacanza con Cinzia e Sara.
Avevo
un gran desiderio di rivedere il luogo dove avevo fatto il militare e farlo vedere
anche ai miei familiari, soprattutto a mia figlia.
Oggi
al posto della caserma c’è un aeroporto ed il fortino è praticamente un rudere,
ancora in piedi, ma abbandonato. La stradina tutta curve è una specie di
superstrada e al posto delle cascine ci sono centri commerciali. Il piccolo
albergo che ospitò i miei familiari è diventato enorme.
Io
attendevo da molto tempo quel momento, ma niente era più uguale.
È
il segno del tempo che passa.
Tutto
ciò ha lasciato in me un senso di vuoto, come se fosse venuto meno anche il
periodo che vi avevo trascorso. Avrei preferito che il ricordo di
quell’ambiente rimanesse immacolato, per lasciarlo impresso nella mia memoria
così come era allora.
Tuttavia
io voglio ricordare quel periodo, perché riuscii a cogliere tutto ciò che di
positivo mi si era presentato.
Nel primo
pomeriggio arrivai a casa, dopo aver accompagnato Federico.
Le
scene di gioia dei miei familiari sono facilmente immaginabili. Con Cinzia
avevo appuntamento per la sera, per andare a vedere i fuochi di San Giovanni, a
Firenze, in compagnia dei vecchi amici.
Insomma,
la vita normale stava ricominciando.
Stavo
riposando in poltrona, quando il telefono suonò.
“Buonasera,
vorrei parlare con il signor Benassai Roberto” disse una voce sconosciuta.
“Sono
io, chi parla?” domandai.
“Qui
è Breda Costruzioni Ferroviarie. Abbiamo avuto il suo nominativo dall’Istituto
Galilei di Firenze. Noi stiamo cercando alcuni programmatori per il nostro
organico ed avremmo piacere di fare un colloquio con lei.”
“Volentieri,
quando?”
Era
il segno che la vita stava ricominciando, stavolta al di fuori di una scuola o
di una caserma.
Ma
questa è un’altra storia di cui parlare, forse, andando a fare altri… quattro
passi.
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RispondiEliminaCiao Ben, rieccomi ancora nel tuo rifugio.
RispondiEliminaForse in maniera un po’ più…”civile” rispetto a qualche sera fa (mi sono reso conto che ho quasi “sfondato” la porta del tuo rifugio..…ma il commento mi è proprio uscito di getto, portato direttamente dal cuore mentre il cervello forse stava pensando ad altro). Spero un giorno di poter spiegarti quali emozioni ho vissuto e perché.
E grazie della tua risposta: non potevo non ritornare!
A dire il vero, giovedì sera, dopo avere digerito le emozioni della sera precedente, mi sono nuovamente “intrufolato” e… ho rivoltato il tuo rifugio come un calzino. Ero troppo curioso, così ho letto tutto quello che c’era da leggere e ho visto tutto quello che c’era da vedere (link su youtube compresi).
Tralasciando il fatto che ho scoperto che abbiamo in comune tante cose (anche la ragioneria!), farti i complimenti per il tuo blog e per tutto quello che hai scritto, è il minimo che io possa fare. Così mi sono permesso di salvarne il link e ti prometto che una capatina nel tuo rifugio la farò spesso, anche se dalla prossima settimana, con la ripresa della vita normale, il tempo sarà un po’ tiranno.
Mi piacerebbe davvero tanto incominciare a fare quattro chiacchiere con te e spero di riuscire a farlo anche sul blog, così come mi piacerebbe davvero se si riuscisse a far nascere fra noi una “conoscenza” (mi piacerebbe di più dire “amicizia”, ma non voglio correre troppo), anche se solo attraverso lo “scatolone” di Internet. Purtroppo fisicamente siamo un po’ lontani (io abito in provincia di Varese), ma…mai dire mai (la presentazione del tuo prossimo libro non me la voglio perdere!).
Un abbraccio forte.
Grazie ancora
Pier
PS: una notizia, che non so se sai, con riferimento a questa puntata che hai scritto. Anche io, più o meno in quel periodo, sono passato da Montichiari per rivedere la caserma e mi ha messo tanta tristezza vedere quello che rimaneva. Dopo avere chiesto informazioni, ho scoperto che con la costruzione dell’aeroporto era stato soppresso il 65mo dell’Aereonautica e il nostro reparto era stato trasferito proprio nelle strutture del 65mo.
Ciao Pier Luigi,
RispondiEliminanessun sfondamento. Anzi, le emozioni meno "filtrate" sono quelle più autentiche, e quindi più sentite e vere.
Il tempo manca un po' a tutti, non preoccuparti. come avrai notato questo uno "slow-blog", si fa e si partecipa se e quando si può.
E, a proposito di tempo, per me inizierà un periodo niente male a partire da mercoledì prossimo, per cui questo blog sarà ancora più "slow".
La presentazione del prossimo libro: mi piacerebbe tanto, ma per ora è molto, molto prematuro.
Quella caserma, vedo, è rimasta nel cuore un po' a tutti. Oltre a te, e a me, anche altri sono andati per rivederla. Qualcuno prima che venisse smantellata. Io non chiesi informazioni, pensai che fosse stata smantellata del tutto, considerati anche i compiti che svolgeva.
Alla prossima, senza fretta.
Ciao.