mercoledì 22 agosto 2012

A fare cosa?

Nell'immaginario collettivo spesso risulta essere così:


vegetazione verde, mare azzurro trasparente, spiagge bianche e magari un'amaca tra una palma ed un'altra.
Mai una goccia di pioggia, un temporale, una tempesta, spiagge con residui di vegetali provenienti dal mare, una bottiglia di plastica, un sacchetto di nylon.

E' l'isola deserta, meta immaginaria di tante persone.

"Ah, quanto mi piacerebbe essere su un'isola deserta!"

Sì, ma a fare cosa?

10 commenti:

  1. Essendo deserta vuol dire che non c'è nessuno: soltanto la natura.
    NIENTE INTERNET!!!!
    E poi mi chiedo: ma l'amaca, ce l'ha portata?
    E come trascorrere la giornata?
    E ancora...

    Dai, giochiamo!

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  2. Dall'isola deserta arrivano segnali di fumo: anche lì fa un caldo insopportabile, Ines si sta arrostendo e sfrutta il fumo dell'arrosto (sic!) per comunicare con il Rifugio di Ben ...

    Niente ... Internet ... d'accordo ... ma ... ho ... dei ... libri ... con ... me?
    E ... carta ... in ... abbondanza ... per scrivere? E ... matite?
    :-)
    Sì, dai Ben: giochiamo!

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  3. Solo se ce li porti tu. A meno che, qualcuno, in precedenza ce li abbia lasciati... in eredità.

    Libri? Quali ci porteresti per trascorrere le giornate?
    Impegnati? Rilassanti? Divertenti?

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  4. Ciao Ben.
    Se posso portare ciò che voglio nessun problema.
    La mia lista, dunque:
    1) molti, molti libri, soprattutto quelli impegnati, senza escludere i saggi sulla botanica, ma anche qualcuno divertente;
    2) una buona scorta di carta per scrivere e matite, anche quelle colorate per disegnare;
    3) una macchina fotografica per le foto (sai quanti scorci suggestivi?);
    4) la mia chitarra e i testi delle canzoni più belle;
    5) ... una crema per proteggere la pelle dal sole!

    Dovrei stare lì da sola (senza i miei cari)? Per quanto tempo?
    Ciao Ben, buona serata

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  5. Se è deserta, è deserta.
    Niente persone, sarebbe facile scegliere di portare i familiari.
    Dunque, io porterei:
    un manuale per la pesca, altrimenti che si mangia?
    un cappellino per la mia capoccia parecchio... indifesa
    e poi anch'io porterei una parte dei quei libri che non ho mai letto e carta e lapis per scrivere
    Però, non so quanto tempo riuscirei a resistere senza ulteriori stimoli. Probabilmente mi metterei a studiare le correnti, (ricordi il film Papillon?) per trovare l'attimo giusto per fuggire via, lasciando l'isola di nuovo deserta per un nuovo insediamento. Avanti un altro!
    E mi piacerebbe portare via da lì un nuovo libro, quello che avevo idealmente cancellato e che ho ripreso in mano, dopo quasi due anni.

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  6. A proposito di film, Ben, non so se hai visto "Cast Away", in cui il protagonista è Tom Hanks (un grande del cinema, secondo me): un capolavoro che emoziona e fa riflettere, soprattutto perché sottolinea l'essenzialità dei bisogni umani e, contemporaneamente, la complessità del mondo interiore.

    "A fare cosa" chiedevi. A ritrovare sé stessi nel modo più autentico e profondo, come soltanto in solitudine si può tentare. A cercare di ristabilire un sano equilibrio tra la natura e la nostra interiorità. A imparare ad ascoltare l'io soffocato dal bombardamento di stimoli e di richiami che giungono - spesso soltanto apparentemente favorevoli - da questa giungla che è la realtà attuale.

    Soggiorno da sconsigliare a chi teme di trovarsi faccia a faccia con sé stesso, naturalmente.

    Buona domenica
    Ines

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  7. Ciao Ines, ho visto quel film.
    Gli stimoli che intendevo sono quelle azioni quotidiane che non siamo obbligati a fare, ma che vogliamo fare e che ci piace fare. Sull'isola sarei costretto a non esercitarle e sono certo che mi mancherebbero moltissimo. E in questo senso l'isola mi andrebbe un po' stretta.
    L'ultima frase che hai scritto è di quelle che mette paura: trovarsi faccia a faccia con se stessi. Lì non si può mentire, non si può barare. Ci si può provare, ma sapendo già in partenza che non è vero.
    Credo che sia più facile fuggire da una situazione del genere, molto più difficile affrontarla.
    Però credo che sia necessario fermarsi con se stessi, riflettere con se stessi, prendersi una pausa per rigenerarsi e ritrovare un equilibrio, come dici tu.
    Ma il timore di misurarsi con se stessi da cosa può scaturire?

    E' un po' tardi per augurare buona domenica. Così... buon inizio settimana.

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  8. Caro Ben,
    proprio l'assenza degli stimoli abitudinari, dell'ordinarietà quotidiana potrebbe essere ... stimolante, perché spingerebbe a inventare nuove attività, a prestare attenzione a suoni nuovi, a osservare con vera curiosità luoghi e fenomeni a cui non siamo abituati. E ad ascoltare finalmente quell'Io troppo spesso tenuto al guinzaglio.
    Significherebbe conoscere una dimensione nuova, sia per quanto riguarda il modo di confrontarsi con l'ambiente circostante sia quello di ritrovare sé stessi.

    Trovarsi faccia a faccia con sé stessi: chi ha detto che non si può mentire, che non si può barare?
    Si mente e si bara con sé stessi più di quanto si riesca ad immaginare. Per questo fa paura. O no?

    Ciao ciao

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  9. Sul fatto di barare con se stessi non mi trovi d'accordo.
    Io posso "raccontarmi" quello che voglio, ma so che cosa è vero e che cosa non lo è.
    Diverso è il caso, ad esempio, in cui uno possa dire a se stesso qualcosa nel tentativo di cambiare una certa situazione, quasi a volersi incoraggiare o a darsi forza, capito cosa intendo?
    Ma dirsi una bugia sapendo qual è la verità credo che non serva a niente, perché dentro sappiamo cosa è e cosa non è.

    C'è invece del vero in quanto agli stimoli derivanti dal fuori ordinario: il mio faccia a faccia con me stesso più duro, ma anche il più bello se vogliamo, è stato quando ho cominciato a scrivere. Quella si che fu una nuova attività.

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  10. Ciao Ben.
    Quando parlo di mentire e barare con sé stessi intendo le varie scappatoie, a volte inconsapevolmente costruite, per sfuggire alla "resa dei conti", cioè al confronto aperto e onesto con la propria interiorità.
    Senza alibi e senza sconti.
    Richiede non soltanto una grande lealtà, ma anche un lavoro non indifferente, che molti evitano perché intuiscono che può mettere in crisi la propria presunta identità.

    Buona giornata

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