Alla fine di agosto mi fu concessa la prima licenza. Su consiglio degli anziani optai per ottenere un permesso di quarantotto ore, detto appunto il quarantotto, ogni mese, piuttosto che chiedere cinque giorni ogni due mesi. Infatti era consuetudine far slittare questo tipo di licenza ed i sessanta giorni diventavano sempre novanta, se andava tutto bene. Il quarantotto veniva concesso invece con regolarità, almeno per le persone che mostravano un certo impegno.
Era un po’ problematico arrivare a casa con il treno, poiché c’erano da fare troppi cambi, e partendo alle cinque dalla caserma, sarei arrivato a Pistoia quasi a mezzanotte.
Trovai una soluzione migliore. Il Picchi, di Lucca, aveva la macchina e quel giorno andava in licenza anche lui. Insieme al Cini di Siena facemmo una macchinata di toscani e partimmo tutti insieme. Lui ci portò fino a Viareggio. I miei non mi vennero a prendere perché non gli avevo prospettato quella soluzione, ed infatti più tardi mi presi una bella ramanzina. Avevo detto loro che avrei chiamato appena arrivato a Pistoia.
Da Viareggio presi l’autobus, ma non era un diretto che faceva l’autostrada, perché lo persi per un pelo. Per non aspettare un’ora decisi di prendere subito dopo quello che passava attraverso tutti i paesi. Fu un errore, ed infatti arrivai a casa che erano circa le 21,30, l’oscurità incombeva.
La casa mi sembrava diversa, la disposizione della cucina era cambiata, con mobili nuovi disposti diversamente. Sembrava che due mesi circa di assenza avessero cambiato le cose di sempre, ma ovviamente era solo una mia impressione.
Riassaporai il gusto della cucina della mamma e il piacere di dormire nel mio letto, oltre a rivedere i miei cari. A tavola parlammo dell’eventualità di ripartire in macchina.
“Babbo, vorrei ritornare a Montichiari con la 126” dissi.
“Certo” rispose lui. “Dopo aver visto dove ti hanno mandato, lo avevamo pensato anche con la mamma. Però non andare con la 126, il viaggio è lungo e poi è più affidabile l’Horizon. Penso che sia meglio che tu vada con quella. La 126 la prendo io.”
Con la Talbot era tutta un’altra cosa.
L’ultimo giorno della licenza, cioè il secondo, partii da Firenze dopo aver trascorso la serata con Cinzia, e a mezzanotte in punto arrivai a destinazione.
Aver portato su l’auto fu una svolta nella mia vita militare, perché mi permise, finalmente, di uscire la sera, e rendere più piacevole il mio soggiorno obbligatorio, dandomi la possibilità di muovermi senza dover chiedere niente a nessuno e senza dover accattare qualche passaggio da sconosciuti facendo l’autostop.
camminare con gli amici...
RispondiEliminaan ma
Ciao Anna Maria, ben trovata.
RispondiEliminaCamminare con gli amici: è bello, quando è possibile.