Sabrina era un lontano ricordo, non ci vedevamo più nemmeno all’ingresso della scuola. Con gli ex-compagni della prima “F” non c’era più nessun contatto. Era un po’ triste tutto questo, ma era altrettanto reale; Sabrina e Raffaella erano diventate, secondo quello che mi era stato riferito, inseparabili. Andrea aveva cambiato scuola e, dopo essere stato respinto, aveva iniziato un corso per analisti chimici; oggi è un affermato fisioterapista. Vedevo e parlavo solo con Maria Grazia ed Elena, perché all’uscita della scuola dovevamo prendere lo stesso autobus per tornare a casa. Con Maria Grazia non c’era un grande dialogo, mentre con Elena ancora scambiavamo alcune parole. Certo lei ora cominciava ad essere molto grande nei miei confronti, in tutti i sensi, per personalità, carattere e… altezza. Io ed Elena preferivamo prendere l’autobus che andava a Badia a Pacciana piuttosto che quello per Agliana. Facevano lo stesso tragitto fino a Nespolo. Per lei non cambiava nulla, scendeva alla stessa fermata; per me significava scendere alcune fermate prima di quella più vicina a casa, ma ciò non mi creava nessun disturbo. Su quell’autobus c’era meno gente e questo ci permetteva di non fare a gomitate e di avere quasi sempre un posto a sedere per parlare in santa pace. Inoltre, dopo essere scesi, camminando verso casa, terminavamo gli ultimi discorsi, prima di ricominciare il giorno successivo.
Elena era sempre stata per me una persona particolare, speciale in un certo senso, fin dai tempi delle elementari. Mi rendevo conto, però, che le sue attenzioni stavano andando verso altri ragazzi, più grandi, più maturi. Stava crescendo e mi dovetti rassegnare a perderla. Io, al suo confronto, ero ancora un bambino. La sua amicizia mi sarebbe mancata in seguito.
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