venerdì 5 giugno 2009

Quando la e-mail non arriva

Per chi, come me, scrive su un blog o partecipa a forum, è facile entrare in contatto con persone, con le quali si instaura un rapporto virtuale, fatto di commenti, scambi di idee su argomenti vari, e fatto anche di e-mail.

Capita così che a volte si spedisca una mail, confidando di ricevere una risposta.

E allora ti connetti, apri il programma di posta elettronica, e aspetti quei fatidici secondi che ti separano dalla scritta "Hai un nuovo messaggio da leggere".

Alcune volte, invece, apri quel programma e vedi che: "Non ci sono messaggi nuovi da visualizzare".

Allora richiudi il programma, con un velo di tristezza, forse anche un po' di delusione, con il dubbio che il tuo messaggio non sia arrivato a destinazione. Subito dopo, però ti poni un'altra domanda: "E se non avesse voluto rispondere?"

10 commenti:

  1. Ciao Ben,
    è vero!
    A me sta capitando proprio in questi giorni: mi scrivono e non ricevo. E ne sai qualcosa anche tu visto che la tua mail era andata persa.
    Fortuna che i miei pochi interlocutori sanno che rispondo sempre, anche se a volte in ritardo, così ci riprovano.
    Piccola frustrazione da "rete", come se non ne avessimo abbastanza.

    Film delizioso quello che hai scelto. E ti ricordi di "Scrivimi fermo posta"? Un vecchissimo film (in bianco e nero) con il grande James Stuart. Allora si trattava di lettere di carta, molto più emozionanti.

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  2. Ciao Maria,
    una piccola "frustrazione da rete", proprio come dici tu, causata da un inspiegabile silenzio che potrebbe causare anche incomprensioni, se le persone non riescono subito a chiarirne i motivi, che talvolta non ci sono, proprio perchè può capitare che un messaggio si sia perso nel web.
    Credo di aver visto il film che dici tu, dal quale penso sia stato tratto proprio "C'è posta per te, com Tom and Meg, ambientandolo in tempi moderni.
    Hai citato anche le lettere, quelle di carta. Beh, quelle avevano un altro fascino.
    Maria, sei una fonte continua di stimoli e, a proposito di lettere cartacee, mi hai fatto tornare in mente episodi di cui parlai in "Quattro passi" e che potrei rielaborare, sintetizzare, e scriverne in altri post. Ci penserò.

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  3. Sì Ben,
    "C'è posta per te" è stato proprio fatto seguendo la traccia del film di Lubitsch.
    A proposito di lettere di carta, io ne conservo tantissime.
    Alcune risalgono a quando ero bambina e scrivevo alle amiche che abitavano in altre città o che trascorrevano l'intera estate in vacanza.
    Poi ci sono state le lettere in inglese scambiate con ragazzi di tutto il mondo. E conservo anche quelle.
    L'ultima, ricevuta più di un anno fa ormai, da una persona cara e preziosa, la custodisco con grande cura. Nonostante le numerose mail scambiate quotidianamente, rimane il ricordo più tangibile ed emozionante: vogliamo paragonare i "font" del pc ad una bella grafia che esprime personalità e piacere dello scrivere? Impossibile.
    Se parliamo di maggiore comodità, sono d'accordo. E anche di velocità. Questo è sicuro.
    Fonte di stimoli? Per così poco? Ti ringrazio e ti auguro una buona serata e un buon weekend.

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  4. Cari amici,
    il carteggio fatto di carta e penna, soprattutto se stilografica, arricchisce di significato lo scambio di pensieri; anche per il senso dell'attesa, ancora più denso e tangibile rispetto a quello provocato dall'intreccio di e-mail.
    Ho sempre affidato gran parte dei miei pensieri giovanili al pennino di una delle mie tante stilografiche.
    Ricordo con affetto un fitto carteggio che mi legò profondamente a una amica tantissimi anni fa. Il nostro legame, arricchito dalla distanza che rendeva più ricchi i nostri incontri, anche se non sfociò mai in una concreta storia d'amore, segnò profondamente per entrambi quegli anni. Le mie lettere scandivano con un ritmo fitto i pensieri di entrambi.
    Lei era talmente catturata da quanto le scrivevo che un giorno decisi di farle un regalo: tolsi il pennino d'oro della mia Omas preferita (quella con cui le scrivevo tutte le mie lettere con l'inchiostro color seppia) e la feci trasformare da un orefice in una spilla.
    Quella spilla suggellò indelebilmente un legame che rimase sempre sospeso tra il sogno e la realtà.
    Possiedo ancora la copia di 'Frammenti di un discorso amoroso' di Roland Barthes in cui, accanto alla dedica, è impresso il rossetto delle sue labbra: quando mi capita di sfogliarlo, non riesco a trattenere un lieve sorriso e, lo confesso, un po' di autocompiacimento.
    Possiedo ancora anche la Omas, cui feci montare un nuovo pennino: da quel momento però quella penna non scorre più come prima.

    BelfaVlad

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  5. Ben, c'è anche un'altra ipotesi: che la persona cui scrivi sia morta.

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  6. Oh Mik,
    ottimismo a gogò, eh? ...anche se è un'affermazione innegabile.

    Ciao BelfaVlad, una storia intrisa di puro romanticismo la tua.
    Il libro di Roland Barthes lo prestai ad una persona (una giovane donna) moltissimi anni fa stimolandola a leggerlo.
    Credo non lo abbia mai fatto, nè mi ha più restituito il libro. Forse proprio per non dovermi dire di non essere riuscita a leggerlo.
    Mi sono ripromessa molte volte di ricomprarmelo e non l'ho mai fatto.
    Non mi dispiacerebbe andarmene a rileggere qualche brano.

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  7. dopoilmattino.blogspot.com6 giugno 2009 alle ore 00:02

    Trovi una risposta in fb.
    Certo la Signora può essere una risposta, naturale.
    Se ne è andato senza salutare, anche Nico Orengo...anzi aveva risposto un mese fa, ad una mia email. Gentile.
    Così è per tutti: presenza, assenza, dimenticanza, risposta, ingorgo, vacanza, caos, blocco, smarrimento...etc
    ciao
    anna maer

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  8. più che romanticismo, razionalismo poetico...
    ciao Maria

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  9. Le lettere scritte manualmente! Che delizia! Vedo che anche voi avete ricordi legati a quel tipo di corrispondenza.
    C'era proprio il gusto di scriverle, che inziava con il prendere carta e penna, che spesso veniva appoggiata alle labbra in attesa di una parola ispirata che non arrivava. Poi le frasi riprendevano a scorrere. La chiusura della busta e l'attesa di una risposta.
    Io ebbi un carteggio molto intenso con un'amica durante il servizio militare. E da quelle lettere nacque pure un malinteso che non credo di essere riuscito a sanare, nonostante vari tentativi. Conservo ancora quelle lettere e molte altre, anche le cartoline ricevute in tempi di vacanza.
    Quando invece le inviavo, avevo molta cura per i particolari e, spesso, facevo dei veri e propri giochi di rime.
    Forse era un segnale che ho saputo interpretare molti anni dopo.
    Mi domando spesso: ma sappiamo ancora scrivere a mano?
    Perchè è tutta un'altra cosa! Certo, la comodità del pc è fuor di dubbio e offre opportunità diverse e maggiori.

    Maria, hai capito perchè sei fonte di stimoli: hai parlato di mail ed è nato un post. Hai parlato di lettere e via, con riflessioni e ricordi.

    Vlad, sei un vero maestro. I tuoi interventi sono come le pennellate di un pittore: sempre nel modo e nel posto giusto.

    Qaunto alla Signora, evocata da Mik e Anna, oserei aspettare ancora un po'.
    Mantenendosi alla presenza attuale, vi informo, in presenza di testimoni, che io risponderò sempre, anche perchè mi pare indelicato ignorare chi ha avuto un pensiero per me, scrivendomi.
    E se arriva prima la Signora, beh, in questo caso qualcuno avvertirà.

    Grazie.

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