domenica 13 dicembre 2020

Ma i sogni no

Anche Paolo Rossi è morto.

Sì, anche, perché in questo 2020 tante persone se ne sono andate, come sempre, più di sempre.

Covid o non Covid, ci hanno lasciato anche coloro che, in qualche modo, ci hanno fatto emozionare, sognare, gioire. Basti pensare, solo negli ultimi tempi, a Gigi Proietti, Stefano D’Orazio, Diego Armando Maradona, e adesso Paolo Rossi.

Ero da solo in macchina, stavo andando a lavorare (sono fra quei fortunati che ha potuto continuare a farlo) quando ho sentito alla radio la notizia.

“Noooo, ma nooo!” Queste sono state le parole che ho detto, pronunciate fino a quando la commozione mi ha impedito di parlare.

In fondo non lo conoscevo, l’ho visto di sfuggita lo scorso anno sul treno che da Milano mi riportava a casa, un paio di mesi prima che l’Italia chiudesse per coronavirus. Eppure la notizia mi ha fatto commuovere.

Quando Paolo Rossi divenne Pablito io avevo diciassette anni.

Mi aspettava un’estate da trascorrere sopra un libro per riparare una materia e i suoi gol al mondiale me la resero più leggera. Non mi rendevo conto di quanto fosse importante quella gioia collettiva in quella stagione, solo dopo lo avrei capito.

Dopo la finale vinta contro la Germania, come gran parte degli italiani, fui preso da una gioia incontenibile, e mi precipitai in strada aspettando i cortei delle macchine con le bandiere, per esultare con qualche sconosciuto assalito dalla stessa contentezza. Ricordo la voglia di poter parlare di questo con il Borzo, il Giuba, il Maso, Luca e gli altri compagni di classe dai quali, però, mi separavano quasi due mesi.

In quella estate, giocando a calcio sopra le mattonelle roventi di una pista da pattinaggio, se segnavi un gol di rapina si diceva di aver fatto un gol come Paolorossi, tutt’attaccato.

Le persone entrano a far parte della nostra vita, conosciute o meno conosciute, a volte anche per una sola emozione, un solo ricordo che ci regalano. E quando le abbiamo dentro restano con noi, sempre.

Non muoiono mai, proprio come i sogni.

 

 

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