domenica 8 aprile 2012

Vogliamo dare voce a quel sospiro?


Vogliamo dare voce a quel sospiro?
Negli ultimi anni, dopo una galoppata fatta di scrittura, mi sono preso un periodo per cominciare a fare qualcosa di nuovo, investendo su un certo tipo di formazione.
Così ho frequentato una scuola di formazione teologica, della durata di tre anni, terminata da poco con qualche settimana di anticipo rispetto alla naturale chiusura, che si è rivelata molto interessante e anche molto utile per portare avanti gli incontri con i bambini per la Preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima.
Sempre a seguito di quella che io chiamo la scoperta della dimensione dell’altro, ho fatto altri corsi, quali quelli per soccorrere le persone nel quotidiano e in casi di calamità.
Oggi, mi sento una persona diversa da quella di tre anni fa, che già mi sembrava diversa da quella di nove anni fa, quando iniziai a scrivere.
Durante questo percorso ho conosciuto persone nuove con le quali ho avuto ed ho il piacere di condividere certe scelte, soprattutto per motivazioni comuni che mi hanno permesso di stabilire con loro un grande feeling, da subito, a prescindere dal sesso e dall’età.
E’ stato un periodo duro, perché mi ha richiesto tanto tempo, che ho sottratto da quel poco libero che avevo, e tanta energia. Ma la mia famiglia mi ha sostenuto e l'ha condiviso con me, spronandomi, quando ci voleva, a portare avanti il cammino intrapreso.
L’aver ritrovato qualche sera di libertà mi dà l’impressione di avere tanto tempo a disposizione, magari per riposare un po’.
Invece, come era già avvenuto in passato, quando tutto sembra finito è allora che stai per cominciare. Infatti altri progetti sono all’orizzonte.
Ma se non avessi intrapreso quel percorso?
E dove mi porterà ancora?

4 commenti:

  1. Caro Ben,
    mi è sembrato di capire (poiché avevi già fatto riferimento a questo) che l'esperienza della scrittura è stata per te propedeutica a un altro percorso di vita.
    Due domande, dunque.
    Pensi che se non avessi iniziato a scrivere non avresti intrapreso questo percorso?
    Tre anni di studi teologici costituiscono un bel bagaglio, inteso come arricchimento, sia culturale sia umano: quale dei due ti ha gratificato maggiormente?
    Grazie e buona giornata

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  2. Ciao Marzullines.
    Qui bisogna dar prova di capacità di sintesi, perché ad approfondire ci vorrebbe parecchio tempo. Quindi:
    sono convinto che se non avessi cominciato a scrivere non avrei intrapreso nemmeno uno dei percorsi che sono seguiti. Sarebbe venuta meno la conoscenza di una parte di me che non credevo di possedere.
    Gli studi teologici (badate bene, si parla di una scuola di formazione teologica, non di una facoltà universitaria) sono arrivati di conseguenza.
    Tutto nato dalla scrittura, con quel "Quattro passi" che sto ultimando di mettere sul blog, un libro che mi ha fatto... voltar pagina.

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  3. Sintetico e chiarissimo, caro Ben, grazie.
    Potremmo dunque dire che la scrittura ha favorito l'analisi introspettiva che ti ha permesso a cononoscere meglio te stesso e, di conseguenza, di fare scelte di vita consone alla tua autentica propensione.
    Scoprire la dimensione dell'altro: quanto "l'altro" somiglia a te e quanto lo differenzia (per sommi capi)?
    E chiamalo se vuoi ... Il ritorno di Marzullines.
    Ciao!

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  4. Sai, Ines, di questo mi sono ritrovato a parlarne anche durante le presentazioni dei miei libri.
    Arriva un momento in cui ti rendi conto che non hai fatto niente e, soprattutto, capisci che vorresti essere diverso da come sei stato fino a quel momento. Ma diverso come? Ti accorgi che ci sono altre persone, oltre a te e, guardandoti, vedi che sei stato più fortunato di tanti altri. E questa fortuna è l'amore che la vita ti ha dato e che senti di ridare. E allora senti che quel poco di amore che puoi dare diventa importante per tanti altri. Un piccolo contributo che per l'altro assume un significato molto più grande. Piccoli gesti, a volte semplici parole che ti fanno scoprire quanto il dare sia più bello del ricevere. Fino a pochi anni fa non potevo nemmeno immaginare, adesso ho cominciato a capire.
    Una canzone dice che la vita ricambia sempre quello che dai, allora quando è la vita che dà, bisogna che sia tu a ricambiarla.
    E come? Rendendoti conto che c'è anche l'altro, un altro di cui ignori tutto o quasi, un altro che,
    un giorno, potresti essere tu.

    Grazie Marzullines.
    P.s. Sai cosa faccio? Faccio un post... guarda un po'

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