mercoledì 29 aprile 2009

Il mio primo viaggio a Lourdes


Pochi giorni fa sono stato a Lourdes per la prima volta. Le sensazioni che ho provato sono state tante. Di alcune ho provato a scrivere qualcosa.



7 commenti:

  1. Premetto che, come probabilmente sai già, io sono un ateo anticlericale, ma perché, secondo te, voi credenti sentite il bisogno di andare a Lourdes (o in altri luoghi simili) per sentirvi migliori/felici/diversi...?

    RispondiElimina
  2. Non è mica detto che uno si senta in maniera diversa andando in quei luoghi, o lo faccia per quello. Sono luoghi, e qui parlo per me, perchè ognuno può dare la sua spiegazione in base ai suoi sentimenti, in cui ci si sente più vicini a chi si prega, una vicinanza che spesso sembra ricambiata. Per quanto sia una cosa semplice, non è facile rendere l'idea a chi non ha provato.

    RispondiElimina
  3. Allora, se mi passi il paragone blasfemo, é come la differenza tra guardare la partita in tv e andare allo stadio.

    RispondiElimina
  4. Per alcuni è come dici tu. Andare sul luogo in cui si è verificata una presenza fa vivere la fede in maniera più profonda.
    Io credo che i posti come Lourdes, e Lourdes in particolare, aprano a visioni diverse e più ampie.
    Se fossi un teologo forse saprei darti molte spiegazioni, ma ahimè sono un ragioniere e posso parlare solo delle sensazioni che ho provato, magari con alcuni esempi per cercare di farmi capire.
    Vediamo direttamente la sofferenza e, non so perchè, ti senti sollecitato ad andare incontro a quella sofferenza: vorresti fare qualcosa, subito. Ma ci sono già migliaia di volontari a quello scopo. Allora senti che il modo migliore per renderti utile è pregare per chi soffre. L'io che è dentro di te, scompare, e ti rivolgi solo a chi soffre. E' come se, in un certo senso, entrassi in sintonia e diventassi un tutt'uno con le parole del Vangelo.
    Poi riesci a condividere questa esperienza con altre persone, con le quali si instaura un rapporto di fraternità, una strana complicità che ci accomuna in intenti e pensieri, che capisci e che ti capiscono.
    Quando esci ti senti quasi sospinto a rilasciare un sorriso, un gesto, un proposito qualsiasi a chi è meno fortunato di te, ti senti propeso verso il prossimo, con la speranza che quel sorriso, quel gesto, quel proposito sia, anche in maniera infinitesimale, di aiuto a qualcuno.
    E questo in luogo dove chi è apparso era un esempio di altruismo totale.
    La parola amore non crea più imbarazzo nel pronunciarla.
    Penso anche che la sensibilità delle persone favorisca o meno
    un certo sentire le cose. Non a tutti fa lo stesso effetto. Tuttavia oggi sono convinto che non si tratti di suggestione, come invece pensavo alcuni anni fa quando, in altri luoghi, dove mi ero recato più per curiosità turistica che per altro, cominciai a provare certe sensazioni.
    Perchè lì e non altrove? A questo proprio non saprei rispondere razionalmente.

    RispondiElimina
  5. dopoilmattino.blogspot.com4 maggio 2009 alle ore 00:04

    I luoghi dove cerchiamo il senso mistico dentro noi e negli occhi che incontriamo.
    Al di là del credo.
    Ciao

    anna maer

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina