giovedì 16 aprile 2009

Dire basta? Sì, ma poi?




Quante volte abbiamo detto:

28 commenti:

  1. Beh, forse non lo abbiamo pensato così in tanti.

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  2. Non so se lo abbiano pensato in tanti.
    Io di sicuro.
    In questi ultimi tempi soprattutto.
    Quando ci si accorge di aver dedicato il proprio tempo, la maggior parte, oltretutto, ad un lavoro senza creatività e senza arricchimento dell'anima.
    Un lavoro che non aggiunge niente al nostro vero sapere.
    Purtroppo non sempre si può scegliere. Qualche anno fa pensavo che nell'insegnamento sarei riuscita bene. Forse perché amo trasmettere le mie (poche) conoscenze agli altri e mi piace l'idea di aiutare i ragazzi a a "usare la testa". Chissà. Magari invece sarei stata pessima.
    Ora invece, più che a una nuova attività lavorativa (sono stufa!), sento la necessità di coltivare passioni alle quali non ho mai potuto concedere spazio: prima di tutto dedicarmi alla lettura approfondita dei classici che non ho mai affrontato. E poi, passione di sempre, imparare a suonare uno strumento. La mia chitarra attende (fiduciosa?) di essere messa alla prova ma se aspetto ancora un po' le mie dita non saranno più in grado di "ubbidire".

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  3. Naturalmente poichè non sono nè figlia, nè moglie di un magnate del petrolio, dovrò lavorare ancora per diversi annetti dalle 8.45 alle 17.30 (quando va bene) prima di potermi gustare lunghe giornate di "vita vera"...

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  4. Maria, abbiamo molte affinità.
    Riprenderò più tardi per risponderti con calma.

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  5. Eccomi.
    Io, come sai sono un ragioniere, e quello so fare. Lo faccio con dedizione e impegno, ma non si può dire che sia un lavoro che appassiona. Numeri, fatture, banche, furbetti. Insomma!
    Quindi ti dici: se almeno sapessi fare qualcos'altro butterei a monte tutto quanto. Poi ti calmi e ci ripensi e ringrazi di avere un lavoro, quel lavoro, soprattutto in periodi come questi.
    Da qualche anno sono meno paziente da questo punto di vista, soprattutto da quando ho cominicato a scrivere, forse perchè in quel modo ho avuto più opportunità di pensare. Non credo sia un caso se è proprio a partire da quel periodo che ho cominciato a coltivare passioni diverse dal passato.
    Fra queste quella di uno strumento, come detto anche in vecchi post, ma poi la scrittura ha preso il sopravvento.
    Sai una cosa? Forse non è nemmeno un caso che abbia scelto un certo tipo di "attività" per Lupo.
    Forse quello mi piacerebbe davvero fare, ma credo che bisognerebbe essere soli per farlo bene.

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  6. A me starebbe bene qualsiasi lavoro (beh, non proprio qualsiasi), almeno avere la sicurezza di uno stipendio ed essere un po' più vicino a casa e a mia moglie: mi scoccia un po' a 35 anni dovermi reinventare una vita al nord dopo 6 anni di matrimonio...

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  7. Ben tornato Mik,
    certo in questi periodi è molto importante avere un lavoro e chi lo ha si può considerare un privilegiato. Si usa dire così, no?Pensa un po': privilegiato! pensa a che punto siamo arrivati.
    La nostra Repubblica quindi è fondata sul "privilegio"
    Mia moglie ha subito lo scorso anno un licenziamento per la chiusura dell'azienda in cui lavorava da circa 14 anni.
    E' stata dura, ma adesso ha ritrovato, fino a dicembre.
    La continuità del lavoro? Un passo alla volta.
    Il tuo caso è certo ben diverso, ma guarda il lato positivo: hai conosciuto Maria e vai a mangiare da Api e Vlad. Ti pare poco?

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  8. Ciao ragazzi.
    Si tratta decisamente di due problemi differenti: quello di cui parliamo noi, Ben, è un moto dell'anima che vorrebbe un suo spazio creativo dopo tanti automatismi quotidiani.
    Il lavoro però è fondamentale per la sopravvivenza e anche per consentirci la creatività che tanto desideriamo.
    Il vero problema è quello di Mik: senza la soddisfazione dei bisogni primari (intendo il lavoro e la vicinanza di chi si ama) non si ha spazio per "lamentarsi" di altro.
    Quanto poi agli aspetti positivi che hai elencato... Mik, hai notato? Ha scritto "hai conosciuto Maria e vai a MANGIARE da Api e Vlad..." (questo ragazzo è molto perspicace oppure la mia fama...è arrivata fino in Toscana, mannaggia!)

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  9. Come sempre Maria, con la sua sensibilità, riesce a cogliere la vera essenza dei problemi. Fino all'anno scorso per mia fortuna facevo un lavoro che mi piaceva, quindi non sentivo l'urgenza di ritagliarmi degli spazi "creativi" per lasciare spazio alla mia fantasia e alla creatività: queste erano doti che sfruttavo giornalmente, quando mi ritrovavo davanti ad uno scaffale e volevo migliorare la posizione di un prodotto, o quando dovevo spiegare qualcosa a un direttore o a un caporeparto.
    Il lavoro attuale è pure interessante, ma ho la consapevolezza che non sia destinato a durare nel tempo: e questo, aggiunto alla lontananza da casa e altre questioni, mi pesa un po'. Inoltre non ho nessuna fiducia in chi mi dirige (Maria sa perché...).
    Comunque, c'è sempre di peggio al mondo: sei mai stato a pranzo da Maria?
    Peccato, era un bel post, potevi metterlo su makitevole: ultimamente stiamo lasciando troppo spazio a Api e alle sue dediche e ai suoi copia incolla...

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  10. E' vero quello che dite.
    Anch'io ho dovuto trovare un certo equilibrio famiglia/lavoro prima di dare spazio alla "creatività".
    Non ho mai mangiato da Maria, nè da Api e Vlad.
    Ma sono sicuro che apprezzerei da chiunque. Io mi ritengo un "tuttogustaio". Ma la vera gioia, per me, sarebbe la compagnia, poi si potrebbe mangiare, come si dice da noi, anche solo pane e olio.

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  11. Il vero piacere è nella compagnia, non in quello che si mangia. Certo, a tavola le persone sono più naturali: ne scopri vizi e virtù meglio che partecipando ad una dotta discussione accademica. Se noto che chi mangia con me sputa mentre parla e non si lava le mani appena finito di desinare, beh!, può essere pure un premio nobel, ma a me cade dal cuore.
    Certo, il pane caldo con l'olio buono e magari un filetto d'acciuga... cosa c'è di meglio?

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  12. esattamente Mik, in certe situazioni si nota anche quello che non ti aspetti, da persone che non ti aspetti. E sono sorprese. Mi avresti fatto tornare in mente un episodio, ma andrei fuori tema. Magari lo riproporrò più avanti.

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  13. Oddio...
    avrò sputato? (e l'ho raggiunto?)
    e le mani me le sarò lavate?
    Beh, ho lavato i piatti...andrà bene uguale?
    Sono preoccupatissima...

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  14. ti eri messa i guanti per lavare i piatti?
    Mariaaaaa!

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  15. No Ben, senza guanti (e infatti poi mi si sono irritate come al solito).
    Dici che mi sono salvata?

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  16. Certo che ti sei salvata!
    Ma quando sono irritate, le mani, danno in escandescenza?

    P.s ti piace il nuovo sfondo, giallo, del mio blog?

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  17. altro che escandescenza...soprattutto se mi si vuol far passare da...daltonica.
    Ma quale giallo!! si vede benissimo che è fucsia...

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  18. lo rimetto bianco, non vorrei finiere nel raggio d'azione delle tue mani.

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  19. Ma no Ben, era carino!!
    Bianco è un po' ospedaliero.

    Senti Ben, visto che lavori per un vivaio (più o meno, giusto?) non è che mi sapresti dire quali piante da esterno sono indicate avendo un gatto per casa? Ho letto che molte piante sono tossiche e non vorrei fare del male alla piccola felina.
    Non vorrei però rinunciare ad avere qualche vaso in balcone. Ne sai qualcosa?

    P.S. Lo so, questo è vergognosamente fuori tema...porta pazienza. Grazie!

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  20. la consulente grafica va ascoltata.
    penserò a sfondo e gatta. poi ti farò sapere.

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  21. Ma questo è abuso privato di un mezzo privato!

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  22. Esagerati!!!!
    Ora non ditemi anche che assomiglio a Emilio Fedelecchi...

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  23. Per quanto lo si possa pensare, siamo troppo uomini per dirtelo...

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  24. dopoilmattino.blogspot.com22 aprile 2009 alle ore 17:53

    trovato, aha che sollievo

    basta, ma poi ...cerco il bandolo

    un senso ci sarà anche nel nonsenso della fretta

    ciao Ben a dopo
    anna maer

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