Mi rivolgo a voi, sì, proprio a voi, ragazze e ragazzi della P1.
Oggi mi sono nutrito con le
emozioni vissute ieri sera, quando ci siamo riuniti, in tanti, dopo quaranta
anni dal diploma. Pensate quello che volete: che sono un vecchio sentimentale,
un vecchio... quello che vi pare.
Ieri sera per me è stato
fantastico, anche se non era la prima volta che facevamo una rimpatriata del
genere. Eppure l’atmosfera che da subito si è creata, non ha avuto precedenti.
Pensate, quando stavo tornando non
vedevo l’ora di arrivare a casa per raccontare tutto. Ma, ahimè, dormivano tutti.
Avevo così tanta adrenalina dentro che ho dovuto leggere un po’ prima di
addormentarmi. Ma non riuscivo a concentrarmi sulle righe del libro e ho dovuto
rinunciare.
Stamattina, però, ero un fiume in
piena. Mi sono messo a raccontare tutto a Cinza e Sara, con mia suocera che
ascoltava, durante una colazione che non finiva mai.
E poi, quando mi sono messo a lavorare
in giardino, sudavo e faticavo, ma non avvertivo né il sudore né la fatica.
Lavoravo sol sorriso sulle labbra e mi domandavo: ma cosa è successo ieri sera?
Avrei voluto che non finisse mai,
avrei voluto ricominciare tutto daccapo. Avrei voluto avere ancora foto da
guardare insieme a voi, avrei voluto raccontare di mille e mille progetti ancora
da inventare.
Oggi pomeriggio ho tentato di studiare un po’:
questo forse non ve l’ho detto, ma quest’anno ho tentato un approccio con la Filosofia
ed il Greco. Poco fa ero alle prese con il Greco, ma la mia mente volava a voi,
continuamente. Non c’era niente da fare, ho dovuto smettere.
E così mi ritrovo a scrivere, per tentare di capire, una volta di più, quale tipo di magia ho vissuto ieri sera. Chissà, forse l’avete vissuta anche voi.
Pensate quello che vi pare: che
sono un vecchio sentimentale, che sono un vecchio... quello che vi pare.
Ma che ci volete fare? Io vi voglio bene.
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