- Babbo, hai letto quell'articolo sul giornale riguardante i mezzi pubblici?
- Quale?
- Quello in cui si dice
che vogliono riservare i posti alle persone in base...
- Ah, quello! Mettiti seduta che ti racconto io una storia. Quando avevo la tua età, forse un po' meno, entravo spesso in camera di mia nonna. Non so perché, ma quella camera mi affascinava. Forse per quei suoi mobili antichi, per quei letti alti con grandi pomi di metallo nero e per quel lettino sul quale dovevo saltare per poter andarci a dormire quando rimanevo dai nonni. Mio nonno dormiva ancora con la papalina, mia nonna con enormi sottane. Io, con il mio pigiamino con gli orsacchiotti sembravo un quadretto naif. Il comò in particolare attirava la mia attenzione: alto con quattro cassetti, forse cinque, e uno specchio di quelli che, se ti volevi riflettere, dovevi muovere la faccia per rincorrere la tua immagine. Incastrata nella cornice c'era una cartolina che rappresentava una nave, enorme, che solcava il mare azzurro. Non sapevo ancora leggere e dovevo limitarmi a guardare la foto raffigurata, perché ciò che era scritto sul retro non potevo capirlo. Allora domandai alla nonna:
- Nonna, perché hai
quella cartolina, chi te l'ha spedita?
- Quella l'ha spedita lo
zio Nello quando è andato in Argentina.
- In Argentina? -
domandai stupito. Ecco perché non avevo mai conosciuto quello zio che avevo
visto solo in qualche foto che lo ritraevano giovane.
- Sì, e quella è la nave
con cui è andato dall'altra parte del mondo.
Nel frattempo aveva
tirato fuori alcune foto che ritraevano lo zio Nello con i capelli bianchi,
pochi, pettinati all'indietro.
- Con quella nave? E
quando torna?
- Per tornare
dall'Argentina ci vogliono molti soldi. Probabilmente non...
Si portò la mano alla
bocca, poi agli occhi, infine si schiarì la voce per continuare.
- Probabilmente non
tornerà più.
Lo sapevo. Le passai il
mio fazzolettino tutto stropicciato, che tirai fuori dalla piccola tasca dei
miei pantaloni corti. Lei lo prese, mi sorrise e si asciugò gli occhi. In
silenzio le passai la mia mano sulla spalla per farle una carezza, un gesto di
incoraggiamento. Poi proseguì:
- Presto una sua amica
verrà a trovarci. Ho ricevuto una lettera. Dovrebbe arrivare prima della fine
dell'anno.
Arrivò a primavera
dell'anno successivo. Scese da un taxi bianco e mia nonna la accolse con grande
affetto in casa sua. Si misero a parlare davanti al caminetto spento, mia nonna
mi invitò ad andare fuori a giocare con mio cugino, ma io rimasi nascosto
dietro la porta, perché volevo sapere qualcosa dello zio Nello.
Le sentivo parlare, ma
non capivo tutte le parole. Ad un certo punto, però, sentii mia nonna piangere
e l'amica dello zio Nello dire:
- Ecco, questo è il
cimitero dove è stato sepolto, vicino a Buenos Aires.
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