domenica 6 luglio 2014

Segnali - Seconda puntata - "Il sogno"

Adesso però avviciniamoci un po' più ad oggi ed arriviamo al 2003. Siamo ben lontani dal periodo di Firenze e nel frattempo altri segnali mi hanno indotto a seguire determinate strade. Ma il 2003 ha rappresentato per me un anno molto importante.
A volte si inseguono sogni, a volte se ne fanno e al mattino sfumano appena appoggiamo i piedi a terra alzandosi dal letto.
Il sogno di quella notte invece no, mi rimase impresso nella mente per giorni e decisi di seguirlo.
Quella notte sognai di scrivere. Le pagine, inizialmente bianche, si riempivano di storie che nemmeno io sapevo di avere nella mente. 
Decisi di tentare e la prima cosa che mi venne in mente fu quella di scrivere qualcosa di me stesso. Nacque così "Quattro passi", a cui seguirono altri romanzi negli anni a venire.
Il sogno non era di diventare scrittore, di questo ne sono certo.
Il segnale credo di averlo scoperto dopo.
Scrivendo ho cominciato un'indagine su me stesso, scoprendo cose nuove perfino per me. Ho indagato nei miei pensieri, nei miei sentimenti, nel mio carattere, in tutte le parti di me, come non avevo mai fatto prima.
E quella ricerca mi ha portato a scoprire, per la prima volta, quella che allora definii "la dimensione dell'altro".
Ecco, il segnale doveva esser quello: rendersi conto, per la prima volta di qualcosa mai notato prima, ed adoperarsi per seguirlo, ignorando le difficoltà e le facili ironie. Un progetto da portare avanti, a qualsiasi costo. E così è stato.
Come ogni strada sconosciuta, è solo percorrendola che ci si rende conto di come sia.
Oggi posso dire che quel segnale mi aveva indicato solo la prima tappa. 

6 commenti:

  1. Cara Bianca,
    una fetta?! Ti ho lasciato una torta intera, tutta per te. :-)
    E una torta intera per ognuno degli amici del Rifugio.
    Bando all'avarizia: si diventa... ehm... maggiorenni una volta sola. :-)))

    Segnali.
    non intendo spogliare della magia che emanano i segnali di cui ci racconti, caro Ben, ma spesso mi sono chiesta se li interpretiamo così - come segnali e, dunque, come una sorta di anticipazione del futuro - soprattutto perché fatichiamo ad accettare la casualità, in particolare per quanto riguarda le situazioni e le circostanze che hanno cambiato la nostra vita.

    Sogni-segnali.
    Credo nei sogni premonitori, ma preferisco non parlarne.
    Penso che molto spesso i sogni traducano un desiderio inconscio.
    Freud docet.

    A tutti un caro saluto
    Ines

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  2. Qui siamo nel campo dei "forse", e non ci sono, né ci saranno mai, delle prove.
    Ma se di caso si trattasse, beh, sarebbe una casualità ben calcolata.
    Alla prossima.
    Anzi, al... prossimo.
    ;-)

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  3. Tutta per me? Wow Ines, sei davvero un'amica! :-)
    Per quanto riguarda la maggiore età portarla con bellezza e grazia è un dono che tu sicuramente hai... beh, spero un po' anche io, visto che sono abbondantemente maggiorenne ;-)
    Per l'interessante argomento qui trattato (inconscio, segnali, sogni e dintorni) certamente ci ritorneremo.

    Un salutone e un abbraccio,
    Bianca

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  4. Ciao Ben,
    mi sembra chiaro che non ci sono, né ci saranno mai, delle prove.
    Parlavamo, infatti, di interpretazione dei segnali e la mia era soltanto una considerazione personale.

    Buona giornata
    Ines

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  5. Cara Bianca,
    ti ringrazio per i complimenti, che ricambio volentieri e sinceramente: si capisce dallo spirito dei tuoi interventi nel Rifugio che sei dotata di bellezza e di grazia.

    Per quanto riguarda l'età, sai cosa ti dico? Che sto bene come sto.

    Anche a te un abbraccio
    Ines

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  6. Ma che belle parole! Grazie di cuore Ines, sei una bella persona con tante qualità.
    A presto!

    Con simpatia,
    Bianca

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