Domenica scorsa è stato il grande giorno.
Dopo un turbolento finale (vi ricordate?), quando tutto sembrava finito e tutto si era subito rimesso in gioco, è arrivato il giorno dello spettacolo con i ragazzi. Certo, i colpi di scena non sono mancati, e alla fine anch'io ho dovuto fare l'ingresso in campo a causa di assenze comunicate all'ultimo momento. Ma quando siamo in ballo si balla e alla fine sono riuscito a giocare anche con i problemi.
E' stata una bella giornata e non solo per il sole splendente. I genitori sono accorsi numerosi e, insieme al pubblico di casa, hanno apprezzato il lavoro, durante il quale ho cercato di collegare i numeri e le gags al lavoro svolto durante l'anno.
Tutto si è svolto in maniera lineare, nonostante le previste imperfezioni. Ma non era questo quello che contava. Importante, invece, era che i ragazzi avevano deciso di portare a termine questo lavoro con caparbietà (e con la consueta confusione, aggiungo io).
Al termine, dopo aver salutato il pubblico, ho presentato gli altri animatori ed infine i ragazzi, prima di passare alla preghiera finale. Ma lì è arrivato il momento magico. Un bambino mi ha bloccato.
"E tu?"
Non ho fatto in tempo a rendermi conto che subito è partito uno degli animatori che, rubatomi il microfono, ha ringraziato me per aver condotto il gruppo fin lì.
Poi, in un attimo, mi sono trovato sommerso dall'abbraccio di tutti.
Un abbraccio che mi ha fatto dimenticare i molti momenti difficili di un anno che ricorderò a lungo.