Ciao Ben. Forse la mia domanda è indiscreta. Posta da me, poi, che tollero con grande fatica le domande indiscrete e che a volte non le tollero affatto... Ma - mi sono detta - in fondo siamo al Rifugio: un nome che traduce una condizione. Ma - mi sono detta - in fondo sei tu che ci inviti a parlarne, o sbaglio?
Ciao Ines, stiamo parlando delle varie attività che cerco di portare avanti. La fine della stagione sta arrivando e mi sto giocando varie finali. Per la prima finale, di cui ho già scritto qualcosa, potrei dire come Bersani: siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto. Questo perché tecnicamente è andato tutto bene, ma umanamente è stata una sofferenza continua, per cui non ho potuto gustare quello per cui ho lavorato molti mesi. La seconda finale l'ho persa, non riuscendo a portare a termine un lavoro, quello a cui tenevo di più, quello con i ragazzi. Data fissata, ma incapacità di preparare il lavoro, causa assenze, disattenzione, ma anche disaffezione. Ho dovuto prendere atto e annullare l'impegno. Credo sia la prima volta che non porto a termine qualcosa. Ci ho creduto e alcuni altri ci hanno creduto come me. A loro va il mio pensiero, che dentro di me si tramuta in dolore. E insonnia. Mi sento come se avessi fatto una promessa ad un bambino, e poi avergli successivamente detto: era tutto uno scherzo. La partita non è ancora finita, mancano ancora alcuni minuti alla fine, ma credo che il risultato non possa cambiare. Dovrebbero verificarsi troppe condizioni e tutte favorevoli. E così i propositi di inizio stagione, la voglia di far bene, se vogliamo anche il "bel gioco" espresso, non hanno dato i risultati sperati. E quando i risultati non arrivano, un allenatore deve trarre le conclusioni per il futuro e per il bene della squadra. Ti ricordi il post dal titolo "Allora, sentite qua"? Beh, forse è meglio che mi fermi prima di iniziare la prossima partita. Forse è giunto il momento di dare un'altra svolta alla mia vita. Forse è arrivato il momento di tornare a rintanarmi in casa e riprendere a scrivere, come facevo prima di questa "botta di vita" che ha caratterizzato i miei ultimi anni.
Caro Ben, che dispiacere leggerti così rassegnato e deluso. Mi permetti di dirti cosa penso? Sì, vero? :-) Non riuscire a portare a termine un progetto non deve essere motivo per infliggersi una pena. Desideri fermarti? Giustissimo. Hai fatto indigestione ed è consigliabile una dieta che ti rimetta in forma e ti restituisca il piacere di mangiare ancora... Ma non colpevolizzarti. Scrivi in un elenco tutte le attività che hai intrapreso e che hai realizzato con tanta soddisfazione tua e degli altri e complimentati per il tuo impegno. E' giusto che tu ti riconosca tutte le cose belle che hai fatto. Questa consapevolezza ti aiuterà a sentirti meno colpevole di fronte a questo progetto non ancora realizzato. E già, perché non è un fallimento. Hai preso in considerazione la possibilità di spostarlo più in là nel tempo? Se questo non è possibile hai chiesto aiuto, per non dover gestire tutto da solo? Sono certa che fra i tuoi amici, fra i ragazzi stessi, troveresti tanto entusiasmo e disponibilità. A volte tendiamo a voler fare tutto da soli dimenticando che lavorando insieme si ottengono ottimi risultati e, oltre a divertirsi, si impara anche qualcosa dagli altri. E, a proposito della tua ultima affermazione, non ti sei accorto che la vita, comunque, è una "svolta continua"? Anche se non lo decidi a tavolino, un piccolo cambiamento può determinare una svolta importante, e non è detto che quello che c'era prima della "svolta" debba essere relegato per sempre fra le cose passate. Ecco, Ben, ti ho detto la mia. Spero che possa servirti come spunto di riflessione. Un caro abbraccio Maria
Con il permesso di Maria, che saluto con affetto, faccio mie le sue parole, poiché le condivido pienamente. E aggiungo, caro Ben, un breve ma significativo pensiero di N. Mandela a proposito della difficoltà dei viaggi umani, viaggi intesi - naturalmente - in senso lato: "C'è chiarezza e nobiltà già solo nel fatto di essere in viaggio."
Ciao Maria, ciao Ines, vi ringrazio per le vostre parole. La "solitudine" ha caratterizzato il percorso della prima finale, ma non è stata una scelta. Quando siamo partiti non ero solo, poi mi ci sono ritrovato, quando non era più possibile fermarsi. E sono arrivato a concludere, con grande fatica e dovendo rintuzzare anche attacchi inaspettati. Il fattore tempo, seconda finale, a volte non è modificabile. Il lavoro deve esser fatto entro un determinato periodo e rappresentato in una data ben precisa. Ma in questo particolare caso, la solitudine non c'entra. C'entra piuttosto il dover coinvolgere un grande numero di bambini, e soprattutto il farsi ascoltare per portare avanti il progetto. Ma la collaborazione è venuta meno a vantaggio del caos e dell'indisciplina, e il portare avanti quel progetto è divenuto impossibile, poiché il lavoro non aveva sbocchi, ristagnava nel nulla di fatto. Da qui la decisione, drastica, di annullare tutto. Detto, fatto e comunicato a tutti. Perché uno come me, che sta a contatto con i bambini tutte le settimane, se non riesce più a farsi ascoltare allora deve porsi delle domande. Dentro di me un'intima speranza, quelle condizioni tutte favorevoli di cui parlavo. Ma ieri sera qualcosa è cambiato, e oggi è cambiato ancora molto. I ragazzi hanno riflettuto sull'accaduto, hanno parlato fra loro, e mi hanno comunicato la loro decisione: non vogliono mollare qui, vogliono impegnarsi per portare a termine quanto iniziato. Mi hanno fatto il regalo più bello, una sorpresa che nessun uovo di pasqua potrà mai contenere. Stasera sono sereno. So che sarà dura, perché la data incombe e gli incontri che restano saranno pochi. Ma adesso i ragazzi hanno preso coscienza della situazione ed il fatto di aver voluto subito convincermi a ribaltare una decisione mi fa ben sperare. Una prova da vero gruppo. E questo assume per me un ulteriore significato, poiché il gruppo e l'amicizia erano gli argomenti trattati con loro quest'anno. La notte si annuncia... tranquilla.
Leggo con grande piacere che qualcosa, nel frattempo, è cambiato. In meglio, per fortuna. Ma lasciati dire che non avevo dubbi, a questo riguardo.
Colgo l'occasione per augurare buona Pasqua a tutti gli amici del Rifugio e ai loro cari: a Bianca, a Maria, a duccio, a te - gentile "padron de casa" - e a chiunque si trovi a passare di qui.
Oh che bello! Tutto è bene quel che finisce bene, caro Ben! Ciao Ines, hai visto quanto è amato il nostro Ben dai suoi ragazzi? Grazie per gli affettuosi saluti e auguri che ricambio con gioia e che estendo a tutti i vecchi amici del rifugio: Bianca, Duccio, Josil (che non conosco ma che passa di frequente). A te, caro Ben, in bocca al lupo per il buon esito di questo lavoro e auguri di Buona Pasqua. Con affetto, maria
Approfitto anch'io di questo post per augurare una Buona Pasqua a Ben (che il suo bel regalo l'ha già ricevuto dai suoi ragazzi ) e a tutti i "rifugiati".
Quando ho letto che il Ben aveva mollato uno dei suoi impegni mi sono chiesto... Ma è proprio lui??? No no , questo Ben non lo conosco.
Ma non tutto accade per caso. Avevi bisogno di ricevere qualcosa e così questa "iniezione di entusiasmo" che ti hanno inflitto i tuoi ragazzi proprio perchè avevi mollato è stata la medicina che ti serviva.
Poveri ragazzi, "non sanno quello che fanno", per rimanere in tema Pasquale.
Ciao Ben.
RispondiEliminaForse la mia domanda è indiscreta.
Posta da me, poi, che tollero con grande fatica le domande indiscrete e che a volte non le tollero affatto...
Ma - mi sono detta - in fondo siamo al Rifugio: un nome che traduce una condizione.
Ma - mi sono detta - in fondo sei tu che ci inviti a parlarne, o sbaglio?
Cosa c'è che non va, Ben?
Un salutone
Ines
Ciao Ines,
RispondiEliminastiamo parlando delle varie attività che cerco di portare avanti.
La fine della stagione sta arrivando e mi sto giocando varie finali.
Per la prima finale, di cui ho già scritto qualcosa, potrei dire come Bersani: siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto. Questo perché tecnicamente è andato tutto bene, ma umanamente è stata una sofferenza continua, per cui non ho potuto gustare quello per cui ho lavorato molti mesi.
La seconda finale l'ho persa, non riuscendo a portare a termine un lavoro, quello a cui tenevo di più, quello con i ragazzi. Data fissata, ma incapacità di preparare il lavoro, causa assenze, disattenzione, ma anche disaffezione. Ho dovuto prendere atto e annullare l'impegno.
Credo sia la prima volta che non porto a termine qualcosa. Ci ho creduto e alcuni altri ci hanno creduto come me. A loro va il mio pensiero, che dentro di me si tramuta in dolore. E insonnia.
Mi sento come se avessi fatto una promessa ad un bambino, e poi avergli successivamente detto: era tutto uno scherzo.
La partita non è ancora finita, mancano ancora alcuni minuti alla fine, ma credo che il risultato non possa cambiare. Dovrebbero verificarsi troppe condizioni e tutte favorevoli.
E così i propositi di inizio stagione, la voglia di far bene, se vogliamo anche il "bel gioco" espresso, non hanno dato i risultati sperati.
E quando i risultati non arrivano, un allenatore deve trarre le conclusioni per il futuro e per il bene della squadra.
Ti ricordi il post dal titolo "Allora, sentite qua"? Beh, forse è meglio che mi fermi prima di iniziare la prossima partita.
Forse è giunto il momento di dare un'altra svolta alla mia vita. Forse è arrivato il momento di tornare a rintanarmi in casa e riprendere a scrivere, come facevo prima di questa "botta di vita" che ha caratterizzato i miei ultimi anni.
Grazie Ines.
Ciao.
Caro Ben,
RispondiEliminache dispiacere leggerti così rassegnato e deluso. Mi permetti di dirti cosa penso? Sì, vero? :-)
Non riuscire a portare a termine un progetto non deve essere motivo per infliggersi una pena.
Desideri fermarti? Giustissimo. Hai fatto indigestione ed è consigliabile una dieta che ti rimetta in forma e ti restituisca il piacere di mangiare ancora...
Ma non colpevolizzarti. Scrivi in un elenco tutte le attività che hai intrapreso e che hai realizzato con tanta soddisfazione tua e degli altri e complimentati per il tuo impegno.
E' giusto che tu ti riconosca tutte le cose belle che hai fatto.
Questa consapevolezza ti aiuterà a sentirti meno colpevole di fronte a questo progetto non ancora realizzato. E già, perché non è un fallimento.
Hai preso in considerazione la possibilità di spostarlo più in là nel tempo? Se questo non è possibile hai chiesto aiuto, per non dover gestire tutto da solo?
Sono certa che fra i tuoi amici, fra i ragazzi stessi, troveresti tanto entusiasmo e disponibilità.
A volte tendiamo a voler fare tutto da soli dimenticando che lavorando insieme si ottengono ottimi risultati e, oltre a divertirsi, si impara anche qualcosa dagli altri.
E, a proposito della tua ultima affermazione, non ti sei accorto che la vita, comunque, è una "svolta continua"?
Anche se non lo decidi a tavolino, un piccolo cambiamento può determinare una svolta importante, e non è detto che quello che c'era prima della "svolta" debba essere relegato per sempre fra le cose passate.
Ecco, Ben, ti ho detto la mia. Spero che possa servirti come spunto di riflessione.
Un caro abbraccio
Maria
Con il permesso di Maria, che saluto con affetto, faccio mie le sue parole, poiché le condivido pienamente.
RispondiEliminaE aggiungo, caro Ben, un breve ma significativo pensiero di N. Mandela a proposito della difficoltà dei viaggi umani, viaggi intesi - naturalmente - in senso lato:
"C'è chiarezza e nobiltà già solo nel fatto di essere in viaggio."
Un caro saluto
Ines
Ciao Maria, ciao Ines,
RispondiEliminavi ringrazio per le vostre parole.
La "solitudine" ha caratterizzato il percorso della prima finale, ma non è stata una scelta. Quando siamo partiti non ero solo, poi mi ci sono ritrovato, quando non era più possibile fermarsi. E sono arrivato a concludere, con grande fatica e dovendo rintuzzare anche attacchi inaspettati.
Il fattore tempo, seconda finale, a volte non è modificabile. Il lavoro deve esser fatto entro un determinato periodo e rappresentato in una data ben precisa. Ma in questo particolare caso, la solitudine non c'entra. C'entra piuttosto il dover coinvolgere un grande numero di bambini, e soprattutto il farsi ascoltare per portare avanti il progetto. Ma la collaborazione è venuta meno a vantaggio del caos e dell'indisciplina, e il portare avanti quel progetto è divenuto impossibile, poiché il lavoro non aveva sbocchi, ristagnava nel nulla di fatto.
Da qui la decisione, drastica, di annullare tutto. Detto, fatto e comunicato a tutti.
Perché uno come me, che sta a contatto con i bambini tutte le settimane, se non riesce più a farsi ascoltare allora deve porsi delle domande.
Dentro di me un'intima speranza, quelle condizioni tutte favorevoli di cui parlavo.
Ma ieri sera qualcosa è cambiato, e oggi è cambiato ancora molto.
I ragazzi hanno riflettuto sull'accaduto, hanno parlato fra loro, e mi hanno comunicato la loro decisione: non vogliono mollare qui, vogliono impegnarsi per portare a termine quanto iniziato.
Mi hanno fatto il regalo più bello, una sorpresa che nessun uovo di pasqua potrà mai contenere.
Stasera sono sereno. So che sarà dura, perché la data incombe e gli incontri che restano saranno pochi. Ma adesso i ragazzi hanno preso coscienza della situazione ed il fatto di aver voluto subito convincermi a ribaltare una decisione mi fa ben sperare.
Una prova da vero gruppo.
E questo assume per me un ulteriore significato, poiché il gruppo e l'amicizia erano gli argomenti trattati con loro quest'anno.
La notte si annuncia... tranquilla.
Grazie Maria.
Grazie Ines.
Ciao Ben.
RispondiEliminaLeggo con grande piacere che qualcosa, nel frattempo, è cambiato.
In meglio, per fortuna.
Ma lasciati dire che non avevo dubbi, a questo riguardo.
Colgo l'occasione per augurare buona Pasqua a tutti gli amici del Rifugio e ai loro cari: a Bianca, a Maria, a duccio, a te - gentile "padron de casa" - e a chiunque si trovi a passare di qui.
Buona Pasqua e un caro saluto
Ines
Oh che bello! Tutto è bene quel che finisce bene, caro Ben!
RispondiEliminaCiao Ines, hai visto quanto è amato il nostro Ben dai suoi ragazzi? Grazie per gli affettuosi saluti e auguri che ricambio con gioia e che estendo a tutti i vecchi amici del rifugio: Bianca, Duccio, Josil (che non conosco ma che passa di frequente).
A te, caro Ben, in bocca al lupo per il buon esito di questo lavoro e auguri di Buona Pasqua.
Con affetto,
maria
Approfitto anch'io di questo post per augurare una Buona Pasqua a Ben (che il suo bel regalo l'ha già ricevuto dai suoi ragazzi )
RispondiEliminae a tutti i "rifugiati".
Quando ho letto che il Ben aveva mollato uno dei suoi impegni mi sono chiesto... Ma è proprio lui??? No no , questo Ben non lo conosco.
Ma non tutto accade per caso. Avevi bisogno di ricevere qualcosa e così questa "iniezione di entusiasmo" che ti hanno inflitto
i tuoi ragazzi proprio perchè avevi mollato è stata la medicina che ti serviva.
Poveri ragazzi, "non sanno quello che fanno", per rimanere in tema Pasquale.
Josil