Simone, il montecatinese, era un gran personaggio. Aveva un carattere forte, che gli permetteva di imporsi e di mettersi in mostra. A volte esagerava e rimaneva un po’ antipatico. Di lui ho vari ricordi, ma uno in particolare voglio citare in questa sede.
Durante le vacanze di Natale, l’anno della quinta, Luca aveva organizzato una partita di calcio da giocare in un posto chiamato Ferrone. Io e Simone, quella mattina, arrivammo puntuali a casa di Luca, poi insieme raggiungemmo il campo di calcio.
Era una giornata bruttissima, pioveva a più non posso, tant’è vero che pensammo anche di rimandare la partita. Ma la voglia di giocare era talmente tanta che decidemmo di disputarla ugualmente.
Luca negli spogliatoi rassicurò i suoi amici, sentenziando con la sua caratteristica balbuzie:
“R-ragazzi, una squadra forte come oggi non l’abbiamo mai avuta.”
Perdemmo 6 a 1.
Il terreno era praticamente una risaia, Simone in campo fu un gladiatore, segnò il nostro goal e si dette un gran daffare. Luca non giocò male, ma con quel fondo…
Per quanto mi riguarda, la mia caratteristica era quella di essere un rapinatore di area di rigore, sfruttando la mia rapidità, il baricentro basso, come direbbero gli intenditori. In quel campo invece, ad ogni scatto che provavo a fare, scivolavo, benché avessi i tacchetti d’alluminio per campi pesanti. Per farla breve, non toccai palla. Simone giocò praticamente da solo, fu uno dei pochi a cavarsela perché, allenandosi regolarmente con la squadra in cui militava, era più in condizione e sapeva come affrontare quel terreno.
Negli spogliatoi, a fine partita, fissammo la rivincita con l'altra squadra, ma non ci fu un’altra occasione.