lunedì 23 novembre 2009

Vorrei che tu fossi qui

Tante sono le cose belle che stanno capitando a tuo figlio.
Tu ne hai viste solo una parte.


Vorrei che tu fossi qui.

13 commenti:

  1. Quando le parole non si possono più udire da una voce, bisogna affidarsi al cuore per ascoltarle.
    Se guardo con lo sguardo della fede, dico che sta vedendo tutto. Ma in determinati momenti quel silenzio, quella voce che non c'è, manca molto.
    E manca quando avresti qualcosa di bello da condividere. Manca uno sguardo in po' complice, un sorriso, una carezza che ti dà forza ed incoraggia a proseguire per la strada intrapresa.
    Se è vero che "il ricordo è un modo d'incontrarsi", come dice Gibran, allora non c'è giorno che non la incontri.

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  2. E' un tormento che conosco fin troppo bene. L'assenza è dolorosa quanto più si vorrebbe condividere gioie e, molto spesso, anche angosce e frustrazioni.
    Ma è vero: il ricordo è un modo di incontrarsi e, su questo livello, la presenza è costante dentro di noi.

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  3. Però Ben,
    un calcio alla tristezza e gustiamoci questo brano. Indimenticabile.
    Sei pronto? Allora silenzio, ascolto e relax.
    E buonanotte!

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  4. Maria, questo post è nato come appendice, anzi complemento, dell'ultima mail che ti ho mandato.

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  5. Sì Ben, lo so.
    E ti scriverò ancora a riguardo.
    A presto.

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  6. Perdonate l'intrusione, cari Ben e Maria, ma le vostre riflessioni mi toccano profondamente.
    Il post originale è commovente e penso che ognuno di noi - in un modo o in un altro - ci si riconosca.
    Le presenze che ci mancano. Sempre.
    Eppure ci sono dei momenti in cui ci mancano di più: quelli di dolore oppure quelli di gioia.
    Quante volte mi ritrovo a scherzare e a ridere come faceva mio padre...Quante volte...e ogni volta penso che se lui fosse accanto a me, in quel momento, mi guarderebbe sornione e fiero e condividerebbe con me.
    A volte mi sembra di avvertirne la presenza al mio fianco, a volte no.
    Quando è no, mi sento sola, nonostante io sia una persona fortunatamente circondata da tanti cari affetti.
    Un saluto

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  7. Intrusione, Ines?
    Ma sei la benvenuta!
    Mi riprometto di risponderti stasera, adesso è complicato perchè sono al lavoro.
    Ti prego quindi di avere un po' di pazienza.

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  8. Cara Ines,
    come ti ha già detto Ben, sei la benvenuta (vedi, Ben? Faccio gli onori di casa come fossimo a casa mia, invece che tua. Che sfrontata, vero?)

    I nostri cari sono con noi attraverso quello che ricordiamo di loro, come tu stessa dici parlando dello sguardo sornione di tuo padre. E nei momenti di grande gioia e grande dolore l’assenza si fa prepotente e ingiusta perché vorremmo abbandonarci a quell’antica e mai dimenticata carezza sul capo, o sentir sgorgare la risata divertita dei momenti più felici o, ancora, ritrovare quel sorriso dolce.
    Dopo la morte di mia madre, oltre al dolore per non averla più con me si interrompeva anche quel filo che mi teneva legata alla memoria di mio padre (perduto molti anni prima) grazie ai racconti e ai ricordi condivisi.
    Per tanto tempo ho sentito le mani vuote e inutili. Sì, perché l’avevo accudita per tanto tempo ed ero abituata a toccarla tanto e a riempirmene le mani. A volte, più raramente ora, mi capita ancora: un momento fugace come un battito d’ali. Sento la consistenza della sua mano stanca e in un attimo non la sento più. E il dolore torna acuto per un momento, insieme a tanta nostalgia.

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  9. Grazie Maria per aver fatto gli onori di casa. D'altronde questo è un rifugio e se gli avventori si sentono a casa loro a me può fare solo piacere.

    Se ascoltiamo le esperienze delle persone, ci rendiamo conto che spesso hanno tanto in comune, soprattutto al riguardo di questo argomento.
    Come ho scritto in separata sede a Maria, ci sono momenti in cui veramente senti vicina la loro presenza, la senti nell'aria e ti sembra di poterla toccare.
    In passato, quando mia madre era ancora in vita, nei momenti di crisi mi recavo dai miei nonni al cimitero, e di questo ho avuto modo anche di scriverne. Con loro parlavo, mentalmente, e a volte le situazioni si risolvevano poco tempo dopo.
    Non so dare spiegazioni razionali a tutto questo e quando capita lo tengo per me.
    Da quando ho iniziato a scrivere mi stanno accadendo tante cose belle, talvolta nemmeno cercate, e sarebbe stato bello condividerle con mia madre, perchè sarebbe stata lei la più felice.
    Sono convinto che i nostri cari ci accompagnino sempre, anche se non ci si abitua mai al fatto che non siano più presenti.
    E sono convinto anche che le nostre vite siano in un certo senso guidate, e che niente avvenga per caso.

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  10. Vi ringrazio per il profondo spirito di condivisione, per le bellissime parole, per le sensazioni che descrivete, nelle quali mi ritrovo pienamente.
    Questo nostro essere innanzitutto persone - in cui credo davvero - ciascuna con le proprie fragilità, i dispiaceri e le gioie, i sentimenti; questo esserci mostrati l'uno agli altri senza il timore di essere giudicati o fraintesi...Molto bello.
    Grazie, Ben.
    Grazie, Maria.
    Un saluto affettuoso

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  11. Grazie anche a te Ines.
    Veniamo quasi sempre fraintesi, hai notato? Allora tanto vale essere se stessi senza mediazioni di maniera e senza temere di apparire fragili. Purtroppo anche chi ci conosce bene, o dovrebbe, molto spesso ci attribuisce pensieri che non abbiamo formulato e sentimenti che non nutriamo.
    Essere autentici rimane perciò l'unico modo per confermare anche nel tempo quello che siamo.

    Lo so, scusate, mi sono forse un po' allontanata dal tema. Succede andando a ruota libera.
    Un abbraccio e buona serata.

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  12. A volte è proprio il timore di essere considerati fragili, deboli, a farci tenere dentro le nostre emozioni e i nostri sentimenti. La paura di mostrarsi con il nostro vero volto.
    Ho imparato scrivendo a gettare la maschera ed oggi, spesso, sono talmente trasparente da rasentare l'ingenuità.
    Ma in fondo uno perchè non dovrebbe farlo? Perchè non dovrebbe mostrare il volto che ha, il cuore che ha, quello che è?
    Andare a ruota libera, Maria, è bello ed innesca altri argomenti. Quelli che hai tirato fuori con il tuo commento, sono quelli di cui ho parlato recentemente a proposito dei miei libri, e sono fra quelli che più mi stanno a cuore, come la difficoltà di parlare con chi ci sta vicino, la difficoltà di dirgli qualcosa che esprima un sentimento positivo (mentre è molto più facile dire qualcosa di negativo, avete notato?), i muri che possono crearsi, la forza delle parole non dette.

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