Se avesse avuto una quarta di copertina (era un ebook), sarebbe stata
più o meno così:
Elena e Marco, due dei tre protagonisti di Nel mezzo della notte, si ritrovano dopo oltre quindici anni dal loro ultimo incontro avvenuto alla Vecchia Torre del loro paese. Allora c'era un'amicizia da verificare e da rivitalizzare, un sentimento che sarà messo alla prova da un altro ancora più forte che li sorprenderà: l'amore. Ma può un'amicizia, rimasta in silenzio fino a quel momento, trasformarsi inaspettatamente in amore?
È stato il libro che ho scritto con più voglia di farlo. Ricordo di averlo terminato in pochi mesi.
Ogni giorno sentivo il bisogno di stare un po’ insieme a quei personaggi, dai quali - come tutti gli altri dei miei romanzi - mi è impossibile staccarmi, perché sono parte di me.
Era l’anno della pandemia, cominciai a scriverlo nel
mese di maggio e lo proposi ai lettori nel mese di settembre.
Per scriverlo feci il contrario di quello che
avevo sempre fatto. Solitamente cominciavo a scrivere quando avevo un
titolo, un inizio e una fine. In quel caso, però, cominciai lasciando
andare la penna, pardon, la tastiera, per conto suo.
Avevo solo l’inizio, successivamente arrivarono la
fine e il titolo.
I protagonisti hanno alle loro spalle un’amicizia che proviene da lontano. Entrambi sposati con figli, provengono da esperienze dolorose con le quali dovranno fare i conti.
Lui ha subito un lutto importante, lei fugge dalle violenze psicologiche del marito.
Per poter affrontare il presente e intravedere un
futuro, dovranno mettere alle loro spalle un tratto di vita,
riconsiderare sentimenti importanti come l’amicizia, l’amore, la fede, e
rivivere, non senza soffrire, gioie e dolori passati.
Tutto questo nello spazio di un fine settimana.

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