mercoledì 28 ottobre 2020

La maschera.

Significato di "Maschera", liberamente tratto da internet, quindi basato su solide basi scientifiche. 👀

Mascheraapparecchio che, applicato sul viso, si presta a ottenerne una contraffazione o a renderne impossibile il riconoscimento; è di solito fatto di cartapesta, stoffa o altro materiale plastico ed è impiegato a scopo magico o rituale (per es. per raffigurare con efficacia antropomorfica l'essenza divina o demoniaca), bellico (per incutere terrore al nemico), scenico (per sottolineare con materiale evidenza il carattere e la funzione di un personaggio), di divertimento (come quelli per lo più grotteschi e spesso molto semplificati che si usano per il carnevale).

È incredibile, è quasi tutto vero!
La persona in questione è irriconoscibile. Boh, chi sarà mai?
Se ne intuisce una vaga bellezza. Diciamo che è bello. Anzi, no, è un tipo. Un tipo brutto.
Incute sicuramente terrore.
Il carattere è sicuramente evidenziato. La sua funzione anche.

Unico appunto: non si usa per divertimento e non è sicuramente da usare per carnevale.

Mettiamola questa maschera, non scherziamo!

martedì 27 ottobre 2020

27 ottobre 2018 - Due anni fa avvenne

 

Esattamene due anni fa, per la prima volta in vita mia, ricevetti un premio per qualcosa che avevo scritto, arrivando terzo ad un concorso nella mia Montemurlo.
Non lo ritirai personalmente, a farlo fu mia moglie Cinzia. 
Insomma, lo ricevetti senza riceverlo o non lo ricevetti pur ricevendolo, fate voi. 😁
«Guarda tu che situazione, proprio oggi...» pensai.
Ma quel giorno non potevo proprio rinunciare ad un altro impegno: si apriva l'anno del dopocresima, c'erano nuovi ragazzi da conoscere e da accompagnare per un po'

L'angolo d'infanzia è stato inserito a puntate qui sul Il Rifugio. Con la funzione "Cerca nel Rifugio" potete trovarlo, se vi va.
Tuttavia, un po' riadattato, ha trovato anche un'altra collocazione. 
Provate a indovinare dove.


domenica 25 ottobre 2020

La bellezza di un abbraccio

Il Covid ha tolto molto alla vita di tutti noi. Molte volte ha tolto la vita, stravolgendo l'esistenza di molte persone e di molte famiglie.

Ha tolto tante libertà, ha costretto a cambiare le abitudini, ha costretto a anche a far ripensare gli stili di vita e a far capire quanto fossero importanti alcuni gesti, apparentemente "normali" o dati per scontati, la cui importanza è stata capita proprio quando non potevano più esser fatti.

Io, al momento, sono stato risparmiato dal virus. E per questo mi ritengo fin qui fortunato. A me, per ora, ha tolto qualcosa di cui si può fare anche a meno. 

Ma una cosa mi manca pesantemente: la possibilità di abbracciare. Per me l'abbraccio ha sempre significato molto e quel contatto mi manca più di ogni altra cosa.
Era una modo di salutare una persona cara, un modo per far sentire la mia vicinanza, la mia amicizia, il mio amore, il mio affetto, ma anche uno scambio di tutto ciò. Era calore, conforto, gioia, dolore. Era il riempimento di un silenzio, per arrivare là dove le parole non potrebbero arrivare. Era uno scambio, un contatto reciproco che apriva l'anima all'altro. Era intesa, fiducia, incoraggiamento.  E perché no? Pace.

Ma un abbraccio è anche molto di più, un insieme di emozioni e sensazioni impossibile da descrivere, talmente intenso che ogni parola sciuperebbe la sua bellezza.
 

sabato 24 ottobre 2020

Un'immagine indimenticabile

Credo che sia difficile cancellare questa immagine dalla memoria. 

Credo anche che sia difficile dimenticare quel periodo.

Sto leggendo l'ultima enciclica di Papa Francesco, Fratelli tutti. C'è un punto che recita così:

Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme. Per questo ho detto che «la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. […] Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli».

venerdì 16 ottobre 2020

A proposito dei precedenti libri

A seguito dell'uscita di Incontro al mattino, alcuni di voi (che ringrazio) mi hanno chiesto qualche notizia riguardo ai libri precedenti, in particolare se di alcuni c'era ancora qualche copia disponibile o una versione ebook.

A loro ho già risposto, ma approfitto di questo spazio per dire che non ci sono più copie cartacee dei libri precedenti, grazie a Dio sono andati esauriti. 

Qui al Rifugio potete trovare, a puntate, la versione web di Quattro passi. Basta guardare nelle colonne a destra della pagina del blog, mentre qui ho creato una pagina con una piccola presentazione.

Esiste una versione ebook di Nel mezzo della notte, come già scritto qualche mese fa. Per richiederlo c'è solo da compilare il modulo di richiesta presente sulla pagina del blog.

Grazie.


domenica 11 ottobre 2020

Un anno fa avvenne

QUESTO È QUELLO CHE SCRIVEVO NELL'OTTOBRE 2019


È trascorso un anno da allora, quando non sapevo (e forse nemmeno immaginavo) che avrei scritto Incontro al mattino

In quel post scrivevo che in dieci anni erano cambiate molte cose, e del mio tentativo di raccontare tutte le bellezze di quel periodo in un e-book, La chiusura del cerchio.

La vita era cambiata, e con lei le forme di scrittura che avevo cercato di portare avanti, accompagnate da emozioni sempre nuove e sempre diverse.

domenica 4 ottobre 2020

Una finestra speciale

 Spostando alcuni libri dalla scrivania, mi è venuta in mente una delle tante volte in cui sono stato in libreria.

Credo che sia capitato anche a voi di ritrovarsi fra tanti libri, così tanti da non sapere quale scegliere. Le loro copertine ti sorridono e sembrano voler dire “Sono qua, leggimi”. E tu, per non far torto a nessuno, vorresti lasciarti conquistare da quel sorriso e prenderli tutti. Ma non si può.

Allora cominci a sfogliarli, uno ad uno, assaggiandone qualche pagina scelta a caso, per capire quale vuoi veramente. La scelta è difficile, se non hai le idee chiare in partenza. Riponi un libro e il rito si ripete con un altro, fino a quando non trovi quello che ti ispira fiducia. “Sì, questo lo prendo”.

Soddisfatto te ne vai alla cassa e non vedi l’ora di farti accompagnare a casa da lui.

Altre volte sei talmente indeciso che alla fine non prendi niente, e te ne vai insoddisfatto, con un senso di incompletezza, come se avessi perso la possibilità di vedere una parte di mondo, come se avessi rinunciato ad aprire una finestra in una splendida giornata di sole primaverile, perdendone tutta la sua bellezza.

Perché un libro è anche questo: una finestra che si apre sul mondo della fantasia.