venerdì 12 settembre 2014

Segnali - Terza puntata - "L'inno alla carità"

Dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!


Questa lettura, già conosciuta, mi sembrò nuova quando la risentii durante la Messa di una domenica mattina. 
La scelsi come lettura per il primo incontro con i genitori dei ragazzi del catechismo.
Da allora è ricomparsa, quasi casualmente, durante periodi particolarmente duri o difficili, come durante un ritiro prima della cresima. Ero scoraggiato, quel pomeriggio mi sentivo anche particolarmente solo, non riuscivo a fare le cose come avrei voluto. Durante la Messa fui chiamato a leggere la lettura al posto di un'altra persona. Ed ecco che la trovai lì, pronta a farmi venire un nodo alla gola, cosa che successe anche in un'altra occasione.
Pochi mesi fa, durante l'inverno scorso, ero sul punto di abbandonare le varie attività che stavo portando avanti in Parrocchia e nel campo del volontariato. Ero deluso di tante cose, stanco, così fissai un incontro con un amico per parlarne. Prima di uscire di casa, avendo un po' di tempo a disposizione, decisi di dare una rapida occhiata ad un opuscolo che era arrivato in casa non ricordo più come. Lo aprii a caso, quasi in fondo. Ebbene, ai miei occhi apparve questa lettura. 
Quando incontrai quell'amico gli parlai di tutto quello che provavo, ma gli dissi anche quello che era successo pochi minuti prima e quello che era capitato le volte precedenti. 
La voglia di mollare si era già attenuata. 


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